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PAGINA 2 L'Italo-Americano GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO 2013 Università al palo: i giovani non vogliono studiare ALBA (CUNEO) - Hanno rubato per fame al supermercato. I carabinieri le denunciano, ma quando accertano la loro condizione, acquistano a loro spese latte, biscotti e altri generi di prima necessità. È accaduto ad Alba. Zia e nipote, marocchine di 50 e 31 anni, regolarmente in Italia, avevano nascosto prodotti per 35 euro. Sono disoccupate, con figli a carico e mariti che svolgono lavori saltuari. I Carabinieri, accertato che dicevano il vero, dopo la denuncia, hanno segnalato la loro situazione. TORINO - Prima rimozione al mondo di un ictus su una bimba di tre anni. L'ha eseguita l'equipe del professor Mauro Bergui al Regina Margherita di Torino. La bambina era colpita da ictus ischemico all'arteria basilare del cervello. Arrivata in ospedale tetraplegica, rischiava di morire. L'intervento è tecnicamente riuscito. L'AQUILA - Una ragazza di 25 anni di Montefranco è morta dopo che l'auto su cui viaggiava si è scontrata con la vettura di due rapinatori, entrambi di etnia albanese, inseguiti dai Carabinieri dopo una rapina nell'aquilano che aveva fruttato ai due solamente 50 euro. In base alla ricostruzione dei militari, la loro auto ha invaso l'opposta corsia di marcia, colpendo l'auto della ragazza. ROMA - Dal 2003 chiede di poter incontrare con regolarità la figlia che oggi ha 12 anni, ma finora Sergio Lombardo, nonostante diverse sentenze gli abbiano dato più volte ragione, non c'è riuscito. La colpa, come ha decretato la scorsa settimana la Corte di Strasburgo condannando l'Italia, è da imputare soprattutto ai tribunali incapaci di mettere in atto misure concrete che diano attuazione alle loro decisioni. Nella condanna all'Italia si legge: " in situazioni come questa i tribunali italiani non hanno preso rapidamente misure dirette e specifiche per ristabilire i contatti fra genitore e figli". MILANO - ''In 40 anni abbiamo quasi raddoppiato la curabilità dei tumori a maggior diffusione: è ragionevole pensare che nei prossimi 40 arriveremo vicini alla guaribilità totale''. A dirlo è Umberto Veronesi, che insieme a diversi oncologi di fama mondiale chiede ''un'azione globale immediata per salvare milioni di vite'', in occasione della giornata mondiale contro il cancro del 4 febbraio. Gli oncologi hanno lanciato un appello ai Governi 'affinché prendano misure urgenti'. IL MURO SQUARCIATO "Il muro di gomma", film italiano diretto dal regista Marco Risi, uscì nelle sale ventidue anni fa, e fu subito etichettato come pellicola che raccontava una verità inespressa del nostro Paese. Veniva, infatti, narrata abilmente la storia di un giornalista che seguì per anni le vicende delle indagini scattate a seguito dell'incidente del DC9 dell'Itavia, in servizio sulla tratta Bologna-Palermo, precipitato il 27 giugno 1980 nelle acque del Mar Tirreno. Quel film, che vinse diversi premi, esaltato dalla critica per il suo spirito di iniziativa, non intendeva proporre una soluzione di uno dei tanti misteri italiani irrisolti ma solo fornire – nel suo piccolo – uno spunto per riflettere. Bene, nei giorni scorsi quel muro è stato squarciato da una sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione. Non ci fu nessun incidente, quella sera d'estate, sul Mar Tirreno. Il DC9 venne infatti colpito da un missile: precipitò in acqua, insomma - provocando la morte di ottantuno persone innocenti - non a causa di una esplosione all'interno dell'aereo. Come diversi radar rilevarono, quella notte – su e giù per lo Stivale – andò in scena una lunghissima battaglia tra aerei sconosciuti. Per questo, alla luce della sentenza emessa dalla Corte Suprema, lo Stato Italiano dovrà ora risarcire i familiari delle vittime per non aver ottemperato "a garantire, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli". Un giorno storico, atteso da decenni, che mette la parola fine ad una delle storie più misteriose del Dopoguerra italiano. L'aereo, in volo da Borgo Panigale a Punta Raisi, scomparve dagli schermi dei radar alle 20,59 del 27 giugno di trentatré anni fa. Una calda notte d'estate, con milioni di italiani già riversati sul lungomare di tante località marine. L'aereo precipitò in acque internazionali, tra le isole di Ponza e Ustica. All'alba vennero rinvenuti i primi corpi: furono le telecamere dei telegiornali a riversare nelle case degli italiani quelle immagini strazianti. Corpi a testa in giù, galleggianti, ovviamente inermi. Quell'incidente costò la vita a ottantuno vittime (77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell'equipaggio). Le operazioni di ricerca e di recupero delle salme proseguirono fino al 30 giugno: in totale, vennero recuperati i corpi di 39 degli 81 passeggeri, oltre a varie parti dell'aereo e dei bagagli delle vittime. Uno squarcio di verità, finalmente, addio ad uno dei misteri più assurdi dell'ultima storia repubblicana. Il dolore dei familiari di chi scomparve parzialmente lenito dalla pronuncia della Cassazione. Nessun incidente tecnico, nessuna esplosione a bordo del DC9: la lunga, squallida teoria dei depistaggi spazzata via. Quella strage venne dunque causata da un missile, corollario di una terribile battaglia aerea andata in scena, quella notte, sugli stellati cieli italiani. Ora si dovrà togliere un altro veto, quello che impedisce di conoscere complicità e deviazioni. C'è una breccia, ormai, in quel muro di gomma. Iscritti, laureati, dottorati, docenti, fondi, tutte 'voci' con il segno meno: l'università italiana è in grande affanno. Lo denuncia il CUN (Consiglio Universitario nazionale) in un documento rivolto alle forze politiche impegnate nella competizione elettorale e, come dice il Consiglio stesso, ''soprattutto a tutto il Paese''. I ragazzi italiani non hanno più voglia di andare all'università. In dieci anni gli immatricolati sono scesi da 338.482 a 280.144, con un calo di 58.000 studenti. In pratica è come se in un decennio - quantifica il Cun - fosse scomparso un intero ateneo come la Statale di Milano. Il calo delle immatricolazioni riguarda tutto il territorio e la gran parte degli atenei. Non ci si può allora stupire se in quanto a laureati l'Italia sia largamente al di sotto della media Ocse: 34mo posto su 36 Paesi. Solo il 19% dei 30-34enni ha una laurea, contro una media europea del 30%. E a rendere ancora peggiore questo dato c'è il fatto che tra i pochi iscritti un terzo è fuori corso mentre circa un quinto non fa più esami. Ma a rendere difficile la situazione delle università italiane non c'è solo il calo dei studenti, infatti a calare, e di molto, sono anche i fondi a disposizione degli atenei. Risultato dei tagli netti è il degrado sempre maggiore dei laboratori, con strumenti ormai obsoleti, l'impoverimento dell'offerta formativa, con l'eliminazione di 84 corsi triennali e 28 corsi specialistici, la riduzione del fondo nazionale per finanziare le borse di studio, con gli aventi diritto ridotti dal 90 al 75%, e infine l'emorragia del corpo docente, calati di un terzo in sei anni. MARTEDÌ 5 febbraio 2013 Euro 0. 81151 Sterlina inglese 0. 63790 Yen giapponese 78. 8011 Franco svizzero 0. 94305 S ervizio offerto da: Universal Currency Converter L'Italo-Americano (ISSN 02738279) Member of FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all'Estero), COGITO and STAMPA SCALABRINIANA L'Italo-Americano 610 West Foothill Blvd. Unit D, Monrovia, CA 91016 - Tel.: (626) 359-7715 Fax.:(626) 359-5286 Please send correspondence to P.O. 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