L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-18-2019

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GIOVEDÌ 18 APRILE 2019 www.italoamericano.org 42 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Export alimentare e vinicolo Made in Italy a rischio con i dazi Usa e possibile incremento dell'Italian Sounding Meno vitigni ma più superfici dedicate a vini autoctoni come il Sangiovese A llarme dazi sulle esporta- zioni negli Stati Uniti che rappresentano il principale mercato di sbocco del vino Made in Italy con un valore di 1,5 miliardi, con un aumento record del 4% nel 2018. E' quanto emerge da un'anali- si della Coldiretti dopo l'annun- cio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di applicare dazi per un valore di 11 miliardi di dollari sui prodotti europei in ris pos ta agli aiuti europei all'Airbus che danneggiano la Boeing, alle prese con la crisi scaturita dagli incidenti di cui è stato protagonista il jet 737 Max. Nel mirino è finita la metà degli alimentari e delle bevande Made in Italy esportate in Usa dove nel 2018 si è registrato il record per un valore di 4,2 miliardi (+2%). Questo valore rappresenta circa il 10% del tota- le delle esportazioni nazionali che è di 42,4 miliardi nel 2018 secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat. N ella black lis t divulgata dall'Amministrazione statuniten- se sono citati espressamente gli spumanti come il Prosecco e il Marsala, il pecorino tra i formag- gi ma sono a rischio anche l'olio di oliva, gli agrumi, l'uva, le marmellate, i succhi di frutta, l'acqua e i superalcolici. Analizzando nel dettaglio gli effetti e le possibili ricadute dei dazi va detto che l'Italia è il primo paese fornitore di vino e spumante con oltre 1/3 del mer- cato comples s ivo in valore davanti alla Francia (28%). Da sottolineare il continuo incre- mento delle esportazioni di spu- manti italiani che, trainate dal Prosecco, nel 2018 sono ammon- tate a un valore di 333 milioni con un balzo del 13%. In pericolo ci sono anche altri prodotti simbolo dell'agroali- mentare nazionale a partire dall'olio di oliva con le esporta- zioni che nel 2018 sono state pari a 436 milioni ma ad es s ere minacciati sono anche i formaggi italiani che valgono 273 milioni. "Si tratta di evitare uno scon- tro dagli scenari inediti e preoc- cupanti che rischia di determina- re un pericoloso effetto valanga sull'economia e sulle relazioni tra Paesi alleati" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna". Con i dazi – spiega l'associa- zione dei coltivatori con 1,6 milioni di iscritti diffusi su tutto il territorio nazionale – aumente- rebbero i prezzi dei prodotti ita- liani sul mercato americano e sarebbero più competitive le fal- A ddio ad una vigna su dieci con la scomparsa di quasi 80mila ettari di vecchie vigne, pari all'11% della superfi- cie totale coltivate a vite. In un decennio la superficie coltivata a vite è pas s ata da 731mila ettari a 651 mila ettari del 2018, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, con la scomparsa di vigneti vecchi e non più produttivi. Il risultato è stata una profonda operazione di rigenerazione che ha puntato su varietà autoctone e green. Lo tes timonia il boom di domande presentate alle Regioni per l'autorizzazione all'impianto di nuove vigne nel 2019. Una mole di richieste che ha superato il "tetto" delle superfici disponi- bili pari a 6600 ettari, secondo quanto previsto dal regolamento dell'Ocm Vino, l'organizzazione comune di mercato che regola a livello europeo il settore. Le scelte delle aziende, molte delle quali giovani, per i nuovi impianti riflettono il profondo cambiamento nei consumi, con il ritorno dei vini autoctoni che nel giro di qualche anno hanno scal- zato quelli internazionali nelle preferenze di consumo degli ita- sificazioni ottenute sul territorio statunitense e quelle provenienti da Paesi non colpiti dalle misure di Trump. Basti pensare che il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano in Usa – sottolinea la Coldiretti – sono in realtà realiz- zati in Wisconsin, California e N ew Y ork, dal P armes an al Romano senza latte di pecora, dall'Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina. Ma il problema riguarda tutte le categorie merceologiche come l'olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imi- tazioni del P arma e del S an Daniele alla mortadella Bologna o al s alame M ilano, s enza dimenticare i pomodori, come il San Marzano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti. Ma è certamente il vino uno dei settori più colpiti. Basti pensare al Bordolino argentino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera trico- lore al Kressecco, ma ci sono anche il Barbera bianco e il Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense che potrebbe sosti- tuire quello Made in italy colpito dai dazi di Trump. Un rischio concreto per il Prosecco che guida la classifica dei vini italiani più taroccati con le imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smaschera- ta le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. A spingere gli affari dei pro- dotti tarocchi – denuncia Coldiretti – sono anche le oppor- tunità di vendita attraverso la rete internet dove è addirittura possibile acquistare vino ottenu- to da polveri miracolose conte- nute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le eti- chette vinicole più prestigiose come Chianti, V alpolicella, F ras cati, P rimitivo, G ew urztraminer, Barolo, V erdicchio, Lambrus co o Montepulciano. Il cosiddetto Italian sounding – conclude la Coldiretti – vale oggi nel mondo 100 miliardi di euro, con un aumento record del 70% nel corso dell'ultimo decen- nio liani. Un trend testimoniato dal fatto che nella top ten dei vini che hanno fatto registrare la maggiore crescita di vendite nel 2018 figurano s olo bottiglie nazionali. Ma un altro indirizzo dei viti- coltori italiani è quello dei viti- gni resistenti. Si tratta di varietà chiamate super-bio da cui nasco- no i vini "piwi", che eliminano del tutto o quasi l'uso di tratta- menti. Una scelta che va nella direzione della sostenibilità e della tutela dell'ambiente, incon- trando un favore crescente da parte dei consumatori. Non a caso i criteri di priorità indicati dalle Regioni per la presentazio- ne delle domande di nuovi impianti premiano, tra le altre cose, chi segue le regole della produzione biologica, chi coltiva la vite nelle zone montane e in piccole isole dove il vigneto con- tribuis ce alla cons ervazione dell'ambiente. Il profondo rinnovamento in atto conferma la vitalità di un'a- gricoltura che ha fatto dell'inno- vazione una delle armi per affer- marsi sul mercato, della quale il vino rappresenta uno dei settori di punta. In 10 anni addio a una vigna italiana su 10 ma ora le aziende puntano su uve locali e green Marsala e Pecorino sono due dei prodotti italiani a rischio per i dazi Usa

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