L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-30-2019

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GIOVEDÌ 30 MAGGIO 2019 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Tra Langhe e Monferrato colline e strade dolci come il miele di Roero, dove si allevano famiglie di api l'auto, che con la mountain bike oppure a piedi e ha come obietti- vo far conoscere e apprezzare ciò che il Roero può offrire. Il Roero è terra ricca di manu- fatti storici destinati all'apicoltu- ra: quelli di Montà sono conside- rati unici e vantano la prima Mieloteca d'Italia, "Il Trovarobe di Cos e Buone – S trumia" a Sommariva Perno, nella quale è possibile degustare mieli quasi introv abili altrove: miele di nespolo, di rosmarino, di erica, di rododendro, ai fichi d'India, alla lupinella, alle clementine e di ciliegia marasca del Carso, il miele di Mandarino tardivo di Ciaculli e quello di limone di Sorrento. In un territorio che conta 950 specie floreali censite, l'apicoltu- ra è una presenza storica che a Montà si identifica con la pre- senza di due "ciabòt" con apiari in muratura unici in Europa e direttamente riconducibili agli albori dell'apicoltura moderna. Immerse nei boschi, nascoste nella fitta vegetazione, in posti soleggiati ma selvaggi, le due piccole case hanno la caratteristi- ca di essere state costruite con grande attenzione e con molto buon gusto, e sono state realizza- te da famiglie benestanti ed inse- rite in fondi importanti e consi- stenti. La particolarità che rende unici questi Ciabot in Piemonte, e molto probabilmente in Europa, è l'uso, nella seconda metà dell'800, di allevare all'in- terno di strutture murarie delle "famiglie di api" per la produzio- ne del miele. La prima di queste costruzio- ni, il "Ciabot Calorio" è sito nella valle denominata "V al Diana", ricca di boschi, che sfo- cia nelle rocche di "S an Giacomo". L'allevamento delle api avveniva all'interno di un armadio a muro posto nella stan- za al piano superiore, alla quale si accedeva con una scaletta costruita parte in muratura e parte in legno. Il secondo ciabòt, situato al fondo della salita che da Canale conduce all'abitato di Montà sul- l'antica via di congiungimento tra i due paesi, è conosciuto come "Ca' d'Avie". Fu edificato probabilmente nel Settecento con a fianco un muro di gros s e dimensioni costruito in modo da os pitare ben s es s antaquattro "famiglie di api" disposte su tre livelli. La Ca' d'Avie di Montà è stata utilizzata sino al 1940. L'idea di realizzare una "Strada del miele" è nata nel 2003 dalla volontà di creare un elemento aggregante del tessuto socio-culturale e produttivo del Roero avente come filo condut- tore il mondo dell'apicoltura. Costituito nel 2005, il percorso della "strada del miele", si snoda lungo la dorsale delle Rocche del Roero, è altamente suggestivo e può essere percorso individual- mente o con le guide, con tour tematici o notturni. Ma se tutto ques to non bas ta ancora per amare visceralmente il Roero, non resta che salire in mongol- fiera per ammirare il colpo d'oc- chio straordinario sulle Rocche, ma anche su Langhe, Monferrato e l'intera catena delle Alpi occi- dentali, con il Monviso in bella evidenza. E' evidente perché sono patrimonio dell'Unesco. L anghe, Roero e Monferrato. Sono pochi quelli che non conoscono questi tre territori piemontesi inseriti dall'Unesco tra i patrimo- ni dell'Umanità. Terre di Barolo, D olcetto, A rneis , M os cato, Brachetto, Nebbiolo, Grignolino e Barbera, ospitarono – tra le tante - anche le aziende agricole del Conte di Cavour e di Luigi Einaudi e rappresentano le eccel- lenze vitivinicole della nostra economia, richiamando ogni anno migliaia di turisti attratti dal connubio perfetto tra prodot- to e territorio. In pochi però riflettono sui numerosi tesori che queste terre custodiscono al di là dei vitigni. E in pochissimi scoprono nel Roero una terra perfetta per la coltivazione delle pesche e delle nocciole, per l'apicoltura e la raccolta dei tartufi. Ma chi arriva sulle colline che si dipanano su lato sinistro del fiume Tanaro difficilmente riuscirà ad allonta- narsene e sicuramente ci ritor- nerà. Perché qui il triangolo natura, agricoltura e storia si esprime ai massimi livelli. Il piccolo territorio della pro- vincia di Cuneo comprende 24 comuni e ospita una notevole varietà di paesaggi che, accanto alla vite, vedono la presenza di boschi e frutteti oltre alle caratte- ristiche Rocche, profonde vora- gini nelle colline che possono raggiungere anche dislivelli di centinaia di metri. Arrivare in Roero equivale a decidere di tras co rrere una vacanza naturalistica oppure sco- prire borghi antichi, come quelli di Guarene (il cui imponente Castello spicca al centro del paese) e di Govone (dove sorge il Castello reale di Carlo Felice di Casa Savoia). E' possibile sce- gliere tra i percorsi in bicicletta e l'escursionismo equestre, tra le camminate sportive e il passag- gio in camper ma qualunque sia la scelta, rimarrà sempre una scelta "slow food", termine che proprio a Bra celebra la sua apo- teosi con la sede dell'omonima associazione. Il Roero è "anche" un itinera- rio percorso in religioso silenzio, alla scoperta di architetture sacre immerse nel verde del territorio. Sulla sommità della collina di Mombirone di Canale, il santua- rio dedicato alla Madonna, offre un panorama del Roero davvero notevole. A Montà, il Santuario dei Piloni della Via Crucis è for- mato da una chies a dedicata all'apostolo Giacomo e da cap- pelle immers e nel verde del bosco lungo la strada che sale a L'apicoltura è una presenza storica di questa zona del basso Piemonte raggiungere il punto più alto della collina. Il Santuario della Madonna dei Boschi, a Vezza d'Alba, sorge su un punto pano- ramico e custodisce nella cripta sotterranea la sepoltura dei conti Roero di Vezza e Guarene. Gli itinerari del gusto rappre- sentano il volano di un territorio che ha saputo coniugare ambien- te e operosità umana. Nel Roero che si distingue soprattutto per il recupero del suo vitigno Arneis, la produzione di pesche (nell'a- rea di Canale), della nocciola, delle fragole e delle pere rappre- sentano validissime proposte col- laterali, cui va aggiunta anche la raccolta dei tartufi. Produzioni che identificano il territorio e lo rendono ricchissimo di sfumatu- re floreali da percorrere seguen- do ad esempio la "Strada del Miele", un "corridoio paesaggi- stico-culturale" di circa 38 Km che parte da Bra e giunge a Cisterna d'Asti, passando per Ceresole d'Alba e coinvolgendo nel percorso 13 Comuni, i cui centri sono posti per lo più lungo la dorsale delle Rocche. L'itinerario, suddiviso in più anelli, è percorribili per tratti più brevi e con diversi mezzi, sia con GENEROSO D'AGNESE Le colline piemontesi del Roero con il castello di Govone sullo sfondo, tra i patrimoni dell'Umanità dell'Unesco

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