L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-19-2019

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GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2019 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO resero grande l'Impressionismo francese. "Faccio un mestiere da cani, io, e non ris parmio le gambe; salgo, poi ridiscendo e in seguito risalgo; fra uno studio e l'altro, come riposo, esploro ogni sentiero, sempre alla ricerca del nuovo". Così scriveva Monet che si arrampicava sulle colline alla ricerca del migliore punto di vis ta e all'amico galleris ta D urand-Ruel diceva: "Caro Durand-Ruel, […] sto vivendo un'esperienza umana ed artistica ricca e forse irripetibile. La rivie- ra ligure è rischiarata da un sole che modella le forme ed accarez- za la natura e le barche dei pescatori solcano le acque d'un mare verde-blu che non vi posso descrivere a parole. Acqua, fiori e poesia si confondono in un'ar- monia musicale di colori che i miei occhi non hanno mai incon- trato. […] Inoltre per dipingere certi paes aggi bis ognerebbe avere una tavolozza di gemme e diamanti. È mirabile". Poi il 18 furono realizzati, Bordighera e Dolceacqua. Si tratta in partico- lare di "Le Château de Dolceacqua" e "Monte Carlo vu de Roquebrune" che sono espo- s ti nel Cas tello D oria di Dolceacqua, una fortezza del XII secolo con una storia glorio- sa, decaduta dopo i bombarda- menti dell'artiglieria franco-ispa- nica del 1744 e dopo le scosse del terremoto del 1887. La prima citazione del castello e del borgo di Dolceacqua, chia- mata all'epoca Dulzana, risale al 1177 in un antico documento nella quale si attesta la proprietà dei conti di Ventimiglia. Sarà nel 1270, quasi cent'anni dopo, che il feudo e il suo maniero verranno acquistati da Oberto Doria - que- st'ultimo fondatore della celebre dinastia che dominerà Genova e la s ua repubblica - il quale amplierà i suoi territori nella val Nervia fino ai borghi di Apricale, Perinaldo e Isolabona. Costantemente al primo posto S embra sia stata una picco- la patria del femminismo ante litteram, dove si veri- ficò, secondo un'accreditata tra- dizione popolare, una sorta di "me too" non gridato né esibito, ma pacifico, elegante, allusivo, perfino ironicamente consolato- rio. Parliamo di Dolceacqua, bellissi- mo borgo ligure della Val Nervia culla della "michetta", un picco- lo e gustoso dolce locale che tra- dizione vuole sia stato inventato dalle ragazze dolceacquine per festeggiare la fine dello ius pri- mae noctis (cioè il diritto del s ignorotto locale, in epoca medievale, di passare la prima notte con le giovani spose) e "consolare" lo spudorato tiranno rimasto a bocca asciutta. In realtà non si sa molto dell'e- vento che portò all'abolizione dell'odiata norma: per alcuni tutto fu dovuto all'assassinio del signorotto da parte del marito della donna fatta morire nelle segrete del castello dopo essersi rifiutata di concedersi, per altri s i trattò di una ins urrezione popolare che mise fine all'odioso sopruso oppure, e di questo si è accennato all'inizio, di una rivol- ta pacifica delle ragazze del paese che prepararono il dolce di cui sopra con il nome dialettale del sesso femminile offrendolo al tiranno, accompagnato dalla beffarda supplica "mangiatevi questa di michetta". Realtà o fantastica invenzione? Non sappiamo (episodi più o meno simili si raccontano anche in altri luoghi!), ma certo è che il 16 agos to viene ancora oggi celebrata la festa della michetta. I giovani cantano canzoni d'a- more sotto le finestre dell'amata e questa, se vuole corrispondere al desiderio del giovanotto, fa s cendere un ces to di dolci michette da far mangiare all'in- namorato. I nomi, si sa posseggono una loro mis terios a es s enza e Dolceacqua contiene in sé la dol- cezza e il movimento lieve dell'acqua che l'attravers a. Tuttavia, neanche sull'origine del nome del borgo si hanno cer- tezze ma al contrario ci si inter- roga ancora: deriva il nome Dolceacqua da quello del possi- dente romano Dulcius (dolce) o da quello della sibilla degli incan tes imi, la celtica "Dussagana"? Certo è invece il sottile sortile- gio che il borgo esercita su tutti quelli che raggiungono questo picco lo paes e dell'es trema Liguria attraversato dal fiume Nervia, proprio ai confini con la FRANCESCA GRAZIANO hanno saputo valorizzare nel tempo i due nuclei di cui è com- posta: il Borgo e il più antico rione Terra, un romantico agglomerato di case costruite una accanto all'altra, che si arrampi- ca sulla collina, su su fino alle magnifiche rovine del castello dei Doria, sulla sommità del paese. I due nuclei sono fra loro colleg ati dall'antico ponte a s chien a d'as ino s ul torrente N ervia. Ins ieme a quello di Taggia, è una tra le più interes- felice per il marchesato, corri- s pondente alla S ignoria di Enrichetto Doria, nella prima meta del secolo XV. Da visitare gli stretti vicoli detti caruggi, le piazzette strette fra le alte case medievali, la pieve romanica di San Giorgio del XII secolo trasformata in epoca goti- ca e barocca e la parrocchiale di Sant'Antonio Abate con campa- nile eretto sulle antiche mura e all'interno il polittico di Santa Devota di Ludovico Brea. Nei quadri di Monet la bellezza di Dolceacqua, gioiello del Ponente ligure dove si consumò un'antica 'Me too' Francia, nell'immediato entroter- ra di Ventimiglia. Un sortilegio che non mancò di incantare pittori del calibro di Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir e di una folta schiera di amici artisti che assieme a loro febbraio 1884: "Il luogo è super- bo, vi è un ponte che è un gioiel- lo di leggerezza". A 135 anni dal soggiorno di Claude Monet in Riviera, sono tornati tre dipinti del grande artista francese nel luogo dove nella classifica delle cento mete più belle d'Italia, il paese ligure, oltre che su un passato che ha incantato gli artisti di ogni nazio- nalità e sulle indiscusse bellez- ze naturali, può contare sulla cura di sindaci intelligenti che santi espressioni dell'architettura stradale medievale del ponente ligure ed è il simbolo del paese. A una s ola arcata, lungo 33 metri è stato costruito sulle rovi- ne di un ponte precedente crolla- to, in un periodo particolarmente Scorcio di Dolceacqua e del suo ponte, che è una tra le più interessanti espressioni dell'architettura stradale medievale del Ponente ligure

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