L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-14-2019

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GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Obiettivo Serie A. Il Napoli delu- de in un caos senza precedenti STEFANO CARNEVALI A inizio stagione, dai più, il Napoli veniva indicato come il rivale più perico- loso per la super-Juventus: rispetto ad altre 'big', infatti, i partenopei partivano decisamen- te più avanti, sia per la forza della squadra, sia per la conti- nuità del progetto garantita dalla conferma di Ancelotti e dei cal- ciatori più importanti in rosa. Invece, l'avvio di stagione è stato complicato e decisamente deludente. Nonostante dinamiche di gioco efficaci e consolidate, il Napoli non è riuscito a vincere partite assolutamente alla portata o ha compromesso big match in cui aveva ben figurato. Troppi gli errori individuali, così come le occasioni da gol sprecate. Situazioni che, a lungo, sem- bravano non avere spiegazioni plausibili ma che, con il passare del tempo, sono risultate essere i sintomi di un malessere profon- do, che sta attraversando il Napoli - dai piani alti, al campo, passando per Ancelotti - e che è culminato con il clamoroso ammutinamento avvenuto al ter- mine della partita pareggiata col Salisburgo, in Champions. Qualcuno (come Allan), secondo quanto riportato dai maggiori quotidiani sportivi, si è lasciato andare a commenti pesanti con- tro la proprietà. Il resto della rosa è stato convinto a fare fronte comune con i rivoltosi e solo la mediazione di Ancelotti - che ha disertato la conferenza stampa post-partita - ha fatto sì che la situazione non degenerasse. COLPE LONTANE E CONDIVISE - L'episodio - che sa tanto di 'punto di non ritorno' sia per la proprietà, quanto per i calciatori e lo stesso Ancelotti -, ha radici lontane e le colpe di questa rottura sono da dividere tra tutte le parti in causa. La gestione De Laurentiis è stata certamente positiva - sia dal punto di vista economico, sia da quello sportivo -, ma non si è mai discostata da una dimensio- ne molto 'patronale', punteggiata da numerose uscite sopra le righe, così come da tanti 'bracci di ferro' con i calciatori (soprat- tutto per quanto riguarda cessioni e rinnovi). Il ritiro, visto il momento affannoso della squadra, è del legittimo, meno lo sono decisioni come aver trattenuto Insigne in attesa di un'offerta faraonica, aver pubblicamente scaricato RIBELLIONE SENZA PRECEDENTI - Quanto è accaduto non ha precedenti nella storia del calcio: ci sono stati scontri - anche forti - tra atleti e allenatori, o tra compagni. Ma un intero spogliatoio che si ribella ai provvedimenti della proprietà di una società di primo livello, in modo così pubblico ed eclatante, non si era mai visto. CASUS BELLI - La spacca- tura tra la squadra - praticamente tutta - e la società è scoppiata dopo l'1-1 in Champions. Risultato non eccelso, ma comunque ottenuto dopo una buona prestazione e importante in vista di una qualificazione agli Ottavi ormai pressoché certa. I calciatori, che arrivavano da alcuni giorni di ritiro forzato, si aspettavano, alla luce della buona partita disputata, la sospensione della punizione. Invece, dopo il match, Edo De Laurentiis - figlio del patron partenopeo - è andato nello spo- gliatoio per comunicare che il ritiro sarebbe proseguito. Ed allora è scoppiato il putiferio. Capitan Insigne, sorretto dagli altri leader dello spogliatoio (Callejon e Mertens su tutti) ha comunicato che la squadra non sarebbe tornata in ritiro. Mertens e Callejon perché allet- tati dalle offerte cinesi, aver impedito il trasferimento di Allan al PSG o il ricordare ripe- tutamente come le offerte per Koulibaly non potranno essere sempre rispedite al mittente. Al tempo stesso, i calciatori non sono privi di responsabilità. Dopo anni vissuti da 'costante alternativa' alla Juventus - senza però ottenere vittorie di rilievo -, la crescita di qualità e prestazioni sembra essersi bruscamente fre- nata. Sono subentrate stanchezza e frustrazione e qualcuno ha cominciato a immaginare la pro- pria carriera lontano da Napoli. Questo si è tradotto in una squa- dra che, pur essendo forte, fatica tantissimo a imporsi e, di fronte alle prime difficoltà, si smarrisce quasi completamente. Lo stesso Ancelotti ha le sue colpe. Il Napoli di quest'anno ha smarrito la propria identità: trop- pi i cambi di modulo, così come gli esperimenti di calciatori fuori posizione. Complessivamente la rosa sembra essere stata allestita con poco equilibrio: sovrabbondanza in alcuni reparti, lacune in altri. Anche i rapporti con alcuni gio- catori - un 'must' per l'allenatore di Reggiolo - paiono essersi deteriorati. Non aiuta anche che ruoli chiave in società siano rico- perti dal figlio del presidente e da quello dell'allenatore: ragazzi di sicure qualità ma che, all'om- bra di padri ingombranti, risulta- no con ancora 'tutto da dimostra- re'. FUTURO A RISCHIO - La stagione è ancora lunghissima ma questa spaccatura mette a rischio il futuro del Napoli, a medio come a lungo termine. Con che spirito la squadra scen- derà in campo da qui in poi? De Laurentiis - che ha già annunciato azioni legali contro i 'ribelli' per i danni di immagine patiti - avrà ancora voglia di investire nel Napoli? I calciatori - la cui causa è stata tutt'altro che condivisa dai tifosi - potran- no rimanere all'ombra del Vesuvio o siamo alla vigilia di una diaspora? Ancelotti - che pare aver perso il polso della situazione e su cui la società ha presto 'scaricato' la necessità di riportare la squadra nei ranghi - avrà ancora autorità tale da volersi confermare sulla panchi- na azzurra? Crisi Inter: il braccio di ferro tra Conte e la società aiuta la causa nerazzurra? STEFANO CARNEVALI D opo la clamorosa rimonta subita a Dortmund (da 2- 0 a 2-3), Antonio Conte ha rilasciato dichiarazioni pesan- tissime mettendo nel mirino la società, rea - a detta dell'ex Ct - di non aver predisposto un orga- nico competitivo, per consentire all'Inter di impegnarsi efficace- mente su due fronti. Certo, l'ini- ziativa di Conte ha avuto lo scopo di proteggere la squadra e di distogliere l'attenzione da una fragilità difensiva che si sta pale- sando sempre più. Però la temati- ca dei mancati acquisti non è nuova negli sfoghi del Conte interista. E, nelle argomentazio- ni, c'è del vero: l'Inter non ha un organico ricco di alternative di alto livello, come quello della Juventus (del resto, chi ce l'ha?) e, complici alcuni infortuni di troppo, sta soffrendo molto in mezzo al campo e davanti non riesce più a dare un attimo di riposo a Martinez e Lukaku. Il mercato nerazzurro, non è stato facile. I calciatori chiesti da 'epurazione': Icardi (inevitabile), Nainggolan (scelta giusta?), Perisic (decisione dell'allenato- re) sono stati i tre 'big' ceduti senza rimpianti ma, almeno per quanto riguarda gli ultimi due, forse si sarebbe dovuto tempo- reggiare un po'. Al netto di ciò, comunque, colpisce la violenza mediatica delle dichiarazioni di Conte che, per quanto possa por- tare la proprietà ad investimenti di rilievo già a gennaio, sicura- mente delegittima il lavoro sin qui svolto da Marotta e dal suo staff. Certamente, poi, rischia di deresponsabilizzare o mortificare i calciatori già in rosa, specie i comprimari. C'è poi un'altra riflessione da fare: in questa situazione di emergenza, non c'è altro che Conte potrebbe fare per uscire dalla crisi? Grinta e abne- gazione della squadra non sem- brano essere venuti meno, luci- dità ed energie forse sì. L'allenatore, allora, visto il cam- mino eccellente sin qui svolto, è chiamato a trovare soluzioni immediate. Un cambio tattico - anche temporaneo - non potrebbe essere un tentativo doveroso? Conte erano di primissimo piano e - quelli arrivati - sono stati pagati tanto, dopo trattative molto lunghe. L'ex Ct è stato comunque accontentato solo parzialmente, visto che né Dzeko, né il centro- campista di quantità e qualità in più sono arrivati a Milano. C'è anche stato il complesso capitolo Ancelotti sarà decisivo per risolvere la crisi che sta vivendo il Napoli? L'allenatore dell'Inter Antonio Conte punta il dito contro la società

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