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GIOVEDÌ 19 MARZO 2020 www.italoamericano.org 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI spiegato Elena Pagliarini, infer- miera di Cremona - prima di addormentarmi avevo pianto a dirotto, poi sono crollata". La sua è la storia di tenacia comune a migliaia di operatori sanitari in Italia dai giovani spe- cializzandi che stanno saltando l'esame professionalizzante per lavorare subito, ai medici pen- sionati richiamati in servizio per sopperire a turni estenuanti e a carenze dovute al personale che in servizio ha contratto il virus o è stato costretto alla quarantena per contatti con persone positive al Covid-19. "Non mi sento stan- ca fisicamente, potrei lavorare 24 ore di fila se necessario ma - continua l'infermiera - non nascondo che sono in ansia per- ché combatto contro un nemico sconosciuto. Non vedo l'ora che tutto finisca". A scattare la foto è stata Francesca Mangiatordi, medico del pronto soccorso di Cremona. "Vedere Elena stremata, dormire su un cuscino di fortuna dopo molte ore in turno, mi ha suscita- to profonda tenerezza. Con la foto, ho voluto raccontare la nostra umanità. E' il lato emoti- vo che segna di più". L 'ospedale di Cremona, nel cuore della zona rossa lombarda, è uno dei presi- di maggiormente sotto stress da quando è iniziata l'emergenza Coronavirus in Italia. Medici, infermieri e personale volontario lavorano senza sosta con turni massacranti e allo stremo delle energie fisiche e psicologiche nel tentativo di strappare vittime all'epidemia. Un medico ha fatto vedere a tutti quello che succede dentro l'ospedale, dove non può entrare nessuno e dove si combatte una battaglia durissima. Ha scattato una foto e l'ha postata accompa- gnandola con un "Grazie per quello che fai". Lo scatto in un attimo è diventato virale: l'e- spressione della fatica e dell'im- pegno in una battaglia durissima. La foto ritrare un'infermiera dell'ospedale di Cremona, che alle 6 del mattino, alla fine di un estenuante turno di lavoro in pronto soccorso, si è addormen- tata, stremata, accanto ad un computer, indossando ancora cuffia, camice e mascherina. "È stato un momento di sconforto, il turno stava per fini- re e io mi sentivo impotente - ha La comunità scientifica mondiale attende il 'doppio tampone' di Vò Da Napoli speranze da farmaco antireumatico Una foto diventa simbolo dell'emergenza negli ospedali ma è anche la prova d'orgoglio e professionalità dei medici C resce il margine di spe- ranza di individuare una cura in grado di aiutare i malati di Covid-19. A Napoli 3 pazienti sono migliorati in poco tempo grazie alla sperimentazio- ne di un farmaco, il Tocilizumab, l'anticorpo monoclonale usato per l'artrite reumatoide. La casa produttrice Roche ha annunciato la cessione gratuita. I primi test erano cominciati in Cina e l'Italia ha aderito con l'ospedale Cotugno di Napoli. Ora l'Aifa sta valutando i risultati per dare il via libera al trial. I risultati sono stati definiti molto incoraggianti così come quelli per l'utilizzo dell'antivirale Remdesivir (della Gilead) che ha ottenuto il via libera per essere provato, in via preliminare, in 5 centri di riferimento per la lotta al Coronavirus. Il farmaco ha dimostrato di essere efficace nel trattamento della polmonite interstiziale cau- sata dal Covid-19, anche su altri pazienti curati in Italia. Il Tocilizumab è un anticorpo monoclonale realizzato in modo da legarsi al recettore dell'inter- leuchina-6, molecola strettamen- te coinvolta nel processo di infiammazione e presente a livelli elevati nei pazienti con artrite reumatoide o nei pazienti oncologici che presentano la sin- drome da rilascio di citochine in seguito alla somministrazione di una terapia CAR-T. Il farmaco agisce come antinfiammatorio: impedendo all'interleuchina-6 di legarsi ai suoi recettori, riduce l'infiammazione. Anche nei casi gravi di pol- monite interstiziale causati da Covid-19, si verifica la cosiddet- ta sindrome da rilascio di cito- chine che ha come conseguenza una grave insufficienza di organi fino alla morte. Il farmaco, quin- di, è una terapia non diretta con- tro il virus ma contro una delle reazioni che il corpo mette in atto come meccanismo di difesa nei confronti del virus, ovvero la risposta infiammatoria. Il suo utilizzo per trattare la polmonite causata dal Coronavirus è al momento speri- mentale non esistono cioè studi clinici che dimostrino la sua effi- cacia nei confronti del nuovo virus. Ma la comunità scientifica sta mostrando interesse per il suo uso visti i benefici evidenti dopo sole 24 ore. V ò Euganeo, piccolo comune veneto in provin- cia di Padova sul versan- te ovest dei Colli Euganei, è in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, da quando lì si è registrata la prima vittima italia- na. Uno studio clinico, frutto della collaborazione tra Regione Veneto e Università di Padova, esaminerà il tasso di guarigione e contagio dopo 15 giorni di asso- luto isolamento del comune. A Vò è stato avviato il primo studio epidemiologico internazionale sul Covid-19 grazie alla collabo- razione di tutti i 3.300 abitanti che si sono sottoposti volontaria- mente a un secondo screening generale, due settimane dopo il primo tampone quando erano risultate positive una novantina di persone, con un'incidenza del 3,4%. Il direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare, Andrea Crisanti del- l'ateneo padovano, spiega: "Avremo tutta una serie di para- metri, che poi ci servono per pre- dire come questa infezione si sviluppa nel tempo. Perché tutti i modelli matematici che sono stati fatti finora sono stati basati su ipotesi non verificate". Un'infermiera crolla a fine turno. E' la foto simbolo dei medici e dei sanitari che combattono contro il Covid-19 Doppio tampone per tutti i residenti di Vò per uno studio clinico mondiale