L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-19-2020

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GIOVEDÌ 19 MARZO 2020 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI I l 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II di Savoia pro- clamò il Regno d'Italia. Roma fu poi annessa al Regno nel 1870, dopo la Breccia di Porta Pia. E l'anno successivo divenne capitale. L'Unità d'Italia celebra il suo 159° anni- versario senza cerimonie pubbli- che. Sono molto lontani i fasti delle celebrazioni al Quirinale in occasione dei 150 anni. Oggi, con l'epidemia da Coronavirus e l'Italia chiusa in casa per conte- nere i contagi, quel che emerge è tuttavia un nuovo senso di comunità e di orgoglio naziona- le, espresso con le bandiere Tricolori appese alle finestre e scandito dai riti collettivi a distanza, come i flashmob ai bal- coni. Il premier Conte ha detto: "Mai come adesso l'Italia ha bisogno di essere unita. Tutti insieme per sconfiggere il nemi- co invisibile". Una nota dal Quirinale dice invece così: "Il clima di difficoltà, di incertezza e di sofferenza che stiamo viven- do rende ancora più stringente la necessità di unità sostanziale di tutti i cittadini attorno ai valori costituzionali e ai simboli repub- blicani". Papa Francesco prega per le strade di Roma D omenica pomeriggio 15 marzo, Papa Francesco è uscito dal Vaticano, a piedi. La scorta lo seguiva a poca distanza. Una camminata faticosa per un 83enne al suo ottavo anno da pontefice. Ha visitato due chiese simbolo della Capitale per pregare per la fine della pandemia da Coronavirus. E' entrato nella Basilica di Santa Maria Maggiore per rivol- gere una preghiera a Maria Salus populi Romani. Nel 593 Papa Gregorio I la portò in processio- ne per far cessare la peste, e nel 1837 Gregorio XVI la invocò per far finire un'epidemia di colera. Poi, dopo un tratto di Via del Corso, "come in pellegrinag- gio", ha raggiunto la chiesa di San Marcello al Corso. Lì si trova il Crocifisso miracoloso che nel 1522 fu portato in pro- cessione per i quartieri della città durante la peste. "Con la sua preghiera – ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni – il Santo Padre ha invocato la fine della pandemia che colpisce l'Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovi- no consolazione e conforto. La sua intenzione – ha continuato Bruni – si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garan- tiscono il funzionamento della società".Un gesto forte e inten- so, quello del Pontefice, che resterà nella Storia. Più piccolo ma altrettanto carico di significato è stato quel- lo di don Giuseppe che, alla terza settimana di isolamento, ha capito che doveva fare qualcosa per celebrare la messa coi suoi fedeli. Ovviamente rispettando il decreto che non prevede cerimo- nie religiose pubbliche, ma solo a porte chiuse. Così, il parroco della chiesa di Robbiano, piccola frazione del comune lombardo di Giussano in provincia di Monza- Brianza, ha mandato un messag- gio su Telegram chiedendo ai parrocchiani di inviargli una loro foto, che poi ha attaccato alle panche della chiesa. La sua messa era finalmente piena di volti sorridenti. L'Italia dei balconi: canzoni, Tricolori, cartelloni dei bimbi e flash mob per rompere l'isolamento e sentirsi più forti D agli arcobaleni disegnati dai bambini di tutt'Italia, alle bandiere Tricolori appese all'esterno delle abitazio- ni, dalle candele dietro alle fine- stre ai telefonini accesi nella notte. La voglia degli italiani di affacciarsi ai balconi per cantare l'Inno di Mameli o Volare, per ballare sulle note di Azzurro, per suonare una chitarra o battere su tegami e padelle, per applaudire i medici o le forze dell'ordine, per condividere i decibel di potenti casse d'amplificazione dello stere di casa o semplicemente per guardarsi e sentirsi tutti un po' più vicini mentre ognuno è costretto a stare in casa per fron- teggiare l'emergenza sanitaria da Coronavirus, non si ferma da Nord a Sud. E' un modo festoso che dura pochi minuti ma è un gesto che serve a dire che l'Italia c'è, che gli italiani resistono, sono forti, che solo uniti si può vincere. Soprattutto è un modo per far affacciare i vicini alla finestre, per vincere resistenze e timidez- ze, per controllare che tutto vada bene dietro la porta di chi ci è vicino ma è separato al piano di sopra, per portare un po' di com- I post del presidente del Consiglio Conte in occasione del 17 marzo L'Unità d'Italia ha 159 anni. 'Tutti insieme contro il nemico invisibile' pagnia a chi è solo o anziano. Struggente ed emozionante a volte, leggero e divertente altre volte. Un momento di svago e spensieratezza, un abbraccio a distanza che fa conoscere anche chi non si è mai salutato pur vivendo nel palazzo accanto. Le case degli italiani, da quando l'invito a restarci chiusi dentro è stato finalmente recepito dalla maggioranza delle persone, si sono così trasformate in nuove forme di resistenza. Il flash mob, l'appuntamento che corre sulle chat dei telefonini, è diventato qualcosa di più di un espediente consolatorio: ha ricordato a tutti il senso di comunità, il bisogno di condividere con gli altri. È diventato un appuntamento ricorrente alle 12, quando suona- no anche tutte le campane delle chiese, alle 18 o alle 21. Basta il la del più coraggioso e poi tutti si affacciano e condividono un po' di tempo insieme. Una manife- stazione di speranza e di ottimi- smo che può fungere anche da esercizio di auto-aiuto per supe- rare i disagi di questi giorni di "reclusione forzata" che, nella maggior parte dei casi ci ha allontanato dagli affetti più cari. Dai Tricolori alle finestre agli arcobaleni disegnati dai bambini: gli italiani rompono l'isolamento sui balconi

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