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GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2020 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Rodolfo Valentino nasceva 125 anni fa: divo assoluto del cinema muto e prima icona planetaria Salt Lake City e all'anagrafe si chiamava Winifred Kimball Shaughnessy) a dargli il colpo mortale e a screditarlo di fronte al mondo intero. Lui era completamente succu- be di questa artista poliedrica (danzatrice, scenografa, costumi- sta e sceneggiatrice) e donna dalla personalità forte e magneti- ca che lo devastò sia economica- mente che psicologicamente. Capricciosa ed esigentissima, lo dissanguò (nonostante fosse ricchissima di suo) con le sue sfavillanti pretese. E allora furo- no costosi cani alsaziani e puro- sangue arabi, yacht e 6 lussuose automobili, gioielli da sogno e abiti magnificenti. Valentino si indebitò per lei di una cifra colossale: centomila dollari degli anni Venti. Rissosa e prepotente, gli fece terra bruciata attorno, litigando con produttori, costumisti, registi e truccatori e riducendo il suo celebre marito ad un fantoccio tra le sue mani e a zimbello di Hollywood. Ma lui era perso di lei e arrivò persino a dichiarare: "Io non sono solo un uomo innamorato: sono lo schiavo di mia moglie. E per lei affronterei non soltanto la galera, ma anche la morte". E in galera "Rudy" (come ora familiarmente era chiamato) ci andò davvero perché sposando la Rambova fu accusato di bigamia in quanto il precedente divorzio dalla Acker non era stato ancora registrato e convalidato. Lei, la crudele Natascia, lo lascerà dopo quattro anni di matrimonio che altro non fu che un gioco al massacro fra una car- nefice snob e glaciale e una vitti- ma dolce e ammansita. E non contenta di averlo rovi- nato finanziariamente e di avergli spezzato il cuore, lo umiliò davanti al mondo definendolo "un impotente, una cocotte imbellettata", omettendo che anche a lei, come alla precedente moglie di Rudy, interessavano più le donne che gli uomini. Rodolfo Valentino non si riprese mai dal dolore e cercò conforto tra le braccia di una Diva dell'epoca, la bellissima attrice polacca Pola Negri, ma il destino stava per giocargli un tiro mancino. E in un caldo giorno d'agosto di quell'anno infausto, il 1926, l'attore viene ricoverato urgente- mente al Polyclinic Hospital di New York per un grave malore causato da ulcera gastrica e infiammazione all'appendicite sfociata presto in peritonite. Lo operarono d'urgenza. Al risveglio, guardando verso la finestra dice: "Non tirate giù le tendine. Mi sento bene. Voglio sentire la luce del sole". Muore il 23 agosto a 31 anni lasciando il mondo del cinema sconvolto e le sue fan disperate. Una sorta di isteria collettiva s'impadronisce allora di New York nel giorno dei suoi funerali tanto che si scomoda persino uno scrittore come Dos Passos che in un memorabile articolo intitolato "Tango lento" scrisse: "Mentre egli giaceva solennemente in una bara coperto di un drappo d'oro, decine di migliaia di uomini, di donne e di bambini gremivano le vie all'esterno (...) uomini e donne lottavano per un fiore, un brandello di tappezzeria, un frammento del vetro rotto della finestra". Centomila persone partecipan- ti, un centinaio di feriti, 6 bimbi dispersi, 28 scarpe scompagnate e tre arresti fecero da cornice ad un funerale che si era trasformato presto in una baraonda morbosa e disdicevole: mentre un biplano lasciava cadere una pioggia di petali di fiori, centinaia di vendi- tori ambulanti accorsero per ven- Nel 1913 si imbarcò sul mercantile Cleveland e raggiunse New York nelli. E scene simili accaddero anche nell'altro funerale organizzato a Los Angeles. In entrambi la bara dovette essere ricoperta da una lastra di vetro per proteggere la salma, lastra che doveva essere pulita ogni quarto d'ora dalle lacrime, dalle impronte delle mani e dal rossetto dei baci lasciati dalle donne. Una donna a Londra si suicidò e la ritrovarono sul letto circondata da ritagli di giornali di Rudy, a Parigi un fattorino del Ritz fu trovato morto con in mano una sua foto con dedica. Ad accompagnarlo al Memorial Park Cemetery di Los Angeles il Gotha del cinema di allora: Charlie Chaplin, vestito a lutto e con il volto tirato, Gloria Swanson, Mary Pickford, Douglas Fairbanks, Pola Negri, sua ultima amante, che svenne tre volte, guadagnandosi il giorno dopo le prime pagine dei giorna- li. "Le vedove di Rudy" che si presentarono ai funerali in gra- maglie non si contarono e ben 65 dichiararono ai giornali di aspet- tare un figlio da lui. Tutti notaro- dere (a caro prezzo) sue foto di scena, ma anche hamburger e ombrelli, centinaia di ragazzini schiamazzanti s'arrampicarono sugli alberi per vedere il passag- gio del feretro, si assistette ad urla e spintoni della folla, e persi- no a qualche tafferuglio ricompo- sto dagli agenti a suon di manga- no la grande assente: Natascia Rambova, la moglie crudele e tanto amata. Ma per anni una misteriosa donna completamente vestita di nero e dal volto velato, portò corbeilles di rose rosse sulla sua tomba. E molti giuraro- no fosse lei, finalmente pentita, finalmente affranta. A lanciarlo fu il film del 1921 I quattro cavalieri dell'Apocalisse Le sue spoglie sono all'Hollywood Forever Cemetery di Los Angeles Continua da pagina 38