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GIOVEDÌ 23 LUGLIO 2020 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Il Lazio che non ti aspetti: scrigno antico di archeologia e biodiversità in un'esplosione di tranquillità di biodiversità, fiumi e fiumiciat- toli, sorgenti, i Bagni della regi- na, di S. Antonio, dell'Acqua fer- ruginosa o dell'Acqua Forte, boschi imponenti di cerri ma anche di lecci, di querce sempre- verdi o da sughero, alberi di noc- ciole, pioppi, aceri campestri e ornielli. Il microclima dei sotto- boschi così umidi e freschi, danno la possibilità di ammirare sedici varietà di rigogliose felci, il caprifoglio, il bosso, la dafne lau- rella e l'immancabile alloro. Macchioline di colore esplo- dono ovunque in primavera e non solo: sono i fiordalisi cicalini, la linaiola purpurea, lo zafferano odoroso. Fanno capolino dalle pareti di tufo piante rare come la vecchia serena, il ginestrino sotti- le e il prezzemolo bastardo. Gli animali abbondano, protetti dai guardiaparco che collaborano con i Carabinieri forestali e le Polizie municipali dei Comuni. Nei cieli del Parco volano alti i rapaci diurni come il nibbio, il falco pellegrino e il gheppio, di notte il barbagianni e il gufo scandiscono il tempo che passa con i loro versi misteriosi mentre il picchio rosso e il picchio verde dormono nei boschi. Un'infinità di altre uccelli popolano i cieli dei pascoli: allodole, cappellacce, pigliamosche, capirosso e qua- glie, fagiani e pavoncelle, mentre nascosti tra le erbe, sulle sponde dei fiumi, l'usignolo di fiume, la ballerina gialla la gallinella d'ac- qua e persino l'airone cenerino, si avvistano facilmente durante una passegiata lungo i sentieri del Parco. Non mancano i rettili: vipere, il biacco, la rara testuggine di Hermann e il cervone sonnec- chiano negli anfratti e tra le rocce, le rane verdi e i rospi into- nano i loro cori all'inizio dell'e- state. La superstar del Parco, la rara salamandrina dagli occhiali, specie protetta dalla direttiva europea Habitat, si nasconde timida agli sguardi. I mammiferi regnano ovun- que: ricci, istrici, martore, puzzo- le, tassi, cinghiali e da poco tempo anche i lupi. Il Parco vede anche la presenza di allevamenti di vacca maremmana, antichissi- ma razza allevata fin dai tempi degli Etruschi, di pecore da latte in aziende dedicate alla produzio- ne di formaggio ma anche di miele, olio e grano. Visitato da migliaia di perso- ne, il Parco di Veio è attraversato da un tratto della famosa Via Francigena, il lungo sentirero di pellegrinaggio che da Canterbury nel Regno Unito giunge fino a Roma attraversando l'Europa per 1700 km. In alcuni dei 9 comuni del parco, Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Sacrofano e il XV Municipio del Comune di Roma, i pellegrini possono ripo- sare, rifocillarsi in ostelli e trovare strutture adeguate a sostenere il loro lungo cammino. Questo magnifico Parco è veramente un posto meraviglioso, una panacea agli effetti stressanti che i ritmi di vita odierni ci impongono. Passeggiare lungo i suoi sentieri, dolcemente accarez- zati dalle brezze del bosco, coc- colati dai versi degli animali, lasciare che i polmoni si riempia- no di aria pulita, gli occhi di luce e bellezza e i sensi tutti finalmen- te godere dell'armonia che solo la natura possiede, è un regalo pre- zioso che non lascia indifferenti. Ringrazio il presidente del Parco di Veio Giorgio Polesi per la disponibilità e l'aiuto fornito- mi durante le ricerche. Negli anni Cinquanta, con l'intervento dell'Ente Maremma, tutti i latifondi vennero espropria- ti, suddivisi in piccole quote e assegnati ad ex braccianti e alle- vatori delle zone, arricchendo e migliorando notevolmente le con- dizioni delle popolazioni dell'Agro Veientano. Ciò nono- stante, nel dopoguerra, una mas- siccia urbanizzazione, svuotò di nuovo le campagne di molte brac- cia, una gran massa di contadini di spostò nelle città e, di contro, una buona parte di borghesia cominciò a costruire ville e villet- te nelle zone intorno Roma, in campagna, che portarono a cementificazioni e reati ambienta- li a scapito delle zone agricole e boschive. Fu per questo che venne isti- tuito il Parco di Veio, al fine di controllare e preservare il territo- rio, la sua flora e fauna e promuo- vere attività, quali escursioni, trekking, mostre tematiche, corsi naturalistici, atte ad accrescere e sviluppare l'amore per la natura e il territorio in tutti noi. Il Parco è uno scrigno di tesori Suggestivi scorci tra fiumi, laghi, sentieri, prati e boschi rendono il Parco regionale di Veio un luogo unico dove scoprire la natura nel suo rigoglioso splendore (Ph. courtesy Marco Sances) Continua da pagina 36