L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-20-2020

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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO A Fidenza dove la gente va al lavoro in bicicletta tra i fasti del passato e i sapori unici della Food Valley emiliana cattedrale romanica è un esempio nobilissimo di quell'architettura di transizione, tra romanico e gotico, che incontreremo spesso in questo viaggio. Splendide le sculture della facciata, dell'Antelami, la Madonna e i due profeti Davide ed Ezechiele, le piccole figure allegoriche avrebbero fatto impazzire di gioia Ruskin e i due leoni ai lati danno una grande emozione. Bellissima è la cripta con il sarcofago del santo decapitato, un soldato romano proveniente dalla Gallia raffigurato con la testa in mano; in una nicchia laterale una Madonna con Bambino di Primitivo si fa apprezzare per la sua semplicità. L'architettura, elegante e proporzionata, varia tra il rosa e il grigio in un contrasto molto raffinato. Anche l'acciotto- lato della piazzetta davanti alla chiesa è fatto di pietre rosa e que- sto sarà il colore dominante durante questo viaggio: il rosa dei mattoni e della terra del posto. Da Fidenza ci spostiamo verso Parma. Imbocchiamo il bivio per Fontanellato attraversando una piana di terra ricca, fertile e ben coltivata. I contadini in Emilia vivono bene, in grandi fattorie e quando mettono da parte il tratto- re, li vedi alla guida di macchine di grossa cilindrata. Entriamo in quello che fu, fino a tempi recenti, il feudo dei Sanvitale: Fontanellato nel cuore Per chi viene da Genova, la strada migliore e più breve rimane l'autostrada per Alessandria, che a un certo punto si lascia per prendere la Piacenza-Brescia. Si entra nella regione dopo aver attraversato un pezzo di Lombardia. La prima tappa è Fidenza, patria del Parmigiano, il formag- gio emblema di questa regione. Un lungo viale di ippocastani, in mezzo alla gente che si reca al lavoro in bicicletta, porta diretta- mente al Duomo, il monumento più importante della città, il fulcro attorno a cui nel passato si venne a formare il primo centro abitato dopo le incursioni dei barbari e la sua decadenza. Si venera San Donnino, martire decapitato per ordine di Massimiano nel 291. La FRANCESCA GRAZIANO L 'Emilia è una regione dove tante cose buone sono date per scontate, è un po' fuori dai grandi flussi turistici, ma ha parecchi elementi di interesse fra cui castelli, rocche, chiese, né vanno trascurate le tradizioni sociali, religiose e culinarie. della Food Valley. Facilmente raggiungibile grazie alla presenza dell'autostrada A1 e della via Emilia, la tranquilla e raccolta cittadina ruota attorno alla Rocca, un palazzo comitale del 1100 che le conferisce un grande stile. Circondata da un ampio fossato pieno d'acqua, la Rocca fu dap- prima roccaforte ghibellina per passare nel '300 sotto il dominio dei Sanvitale, che la tennero fino al 1948, anno in cui l'ultimo della famiglia, il conte Giovanni, la vendette al Comune completa- mente arredata. La visita agli appartamenti riserva sorprese molto interessan- ti: dal loggiato si accede alla sala delle armi da dove veniamo intro- dotti nella sala da pranzo. La guida attira la nostra attenzione sulle due "Nature morte con pesci" di Felice Boselli, in mezzo ai pesci, gli uccelli e le lepri si aggira un gatto. Nella sala delle musica troneggia una spinetta decorata con un paesaggio e la città fortificata. La camera da letto ha un sontuoso soffitto a cas- settoni del '500 e un ritratto (sembra sia l'unico esistente) di donna Tana Santena Gonzaga, madre di San Luigi. C'è anche il ritratto di Barbara Sanvitale deca- pitata per aver congiurato nel 1612 contro il Duca di Parma Ranuccio I Farnese. Nel salone degli antenati, una galleria di ritratti mostra tutti i membri della famiglia a partire dal capostipite Ugo fino all'ultimo, il conte Giovanni, scomparso nel 1951 senza eredi maschi (l'unica figlia, suora, è morta nel 1974). In alcune vetrinette sono in bella mostra cimeli di Maria Luigia d'Austria, seconda moglie di Napoleone imparentata con i Sanvitale per via della figlia Albertina, che aveva sposato il conte Luigi; ci sono i calchi fune- bri del suo volto e del suo secon- do marito, il conte di Neipperg e degli oggetti a lei appartenuti. Da non dimenticare la Camera Ottica da cui tornare a guardare il mondo, dentro a una segreta tor- retta, attraverso un prisma: un gioco di lenti consente di vedere, non visti, la piazzetta e le vie del borgo. Al piano terra la stanza delle donne equilibriste, una sala usata dagli uomini per riposarsi e chiac- chierare dopo le battute di caccia, è detta così per via degli affreschi rinvenuti sotto una spessa coltre di calce disinfettante. A questo punto della nostra visita ci avvici- niamo all'ambiente più celebre di tutta la Rocca, la Saletta di Diana e Atteone affrescata nel 1524 da Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, su commissione Il Municipio di Fidenza è stato più volte rimaneggiato. La facciata in stile neogotico fu rifatta nel 1875 (Ph Nadietta90-Wiki Loves Monuments 2016) Continua a pagina 37

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