L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-20-2020

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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI la mancanza di cinesi (28%), russi (12%) e americani (11%) che, insieme, rappresentavano oltre il 50% degli acquisti. Lo scontrino medio più elevato, pari a 1.610 euro, è ad appannaggio degli acquirenti provenienti da Hong Kong. Seguono i cinesi (1.208 euro), gli americani (1.054 euro) e i turisti provenien- ti dai Paesi del Golfo (1.003 euro). Milano è al primo posto delle mete preferite dai tourist shopper con il 34% degli acquisti effettuati dagli stranieri in Italia, seguono Roma (20%), Firenze (10%) e Venezia (6%). Il vuoto lasciato dagli stranie- ri non è stato compensato dai 21,1 milioni di italiani che hanno scelto agosto per le vacanze, mese che è di gran lunga il più gettonato e anche quello che fa segnare il calo minore (-11%) delle presenze dopo i crolli di giugno (-54%) e luglio (-23%), secondo Coldiretti/Ixe'. La maggioranza ha scelto le seconde case o di alloggiare in quelle di parenti e amici o in affitto, ma nella classifica delle preferenze ci sono campeggi e agriturismi a danno però delle strutture alberghiere. T uristi stranieri quasi assen- ti in Italia (-91,2%): solo nei mesi di luglio-agosto e settembre, hanno causato una perdita di 13 miliardi e 734 milioni di euro. Gli hotel a 5 stelle hanno regi- strato l'80% di presenze in meno. I principali habitués degli alberghi di lusso, secondo Federalberghi–Confcommercio, provengono da Stati Uniti, Giappone, Russia, Australia, Brasile e Cina. La chiusura dei mercati da oltre 5 mesi ha signi- ficato quasi 9 milioni di pernot- tamenti in meno, circa il 40% dei flussi che questi paesi generano ogni anno verso gli alberghi a 5 stelle italiani. A soffrire di più, le città d'arte che con la loro alta percentuale di internazionalizza- zione sono quelle che maggior- mente richiamano i turisti del segmento lusso. Tra le grandi mete del turismo internazionale non vi sono solo capoluoghi di provincia. Ad esempio, Sorrento ospita ogni anno 2,4 milioni di presenze stra- niere, pari all'88% del totale, Stresa 480mila presenze stranie- re (85% del totale), Taormina (900mila, 84%) e Montecatini Terme (1,2 milioni, 73%). Cala anche negli States l'export di vino italiano: prima volta in 30 anni I dazi Usa risparmiano i prodotti made in Italy L 'agroalimentare italiano tira un sospiro di sollievo: niente nuovi dazi sui pro- dotti Made in Italy dopo la deci- sione del presidente Usa Donald Trump di "graziare" l'Italia rispetto all'ipotesi iniziale di estendere gli aumenti tariffari anche a vino, olio e pasta. Le modifiche, introdotte nel- l'ambito del contenzioso Airbus, colpiscono maggiormente Francia e Germania, mentre risparmiano, oltre all'Italia, il Regno Unito (in negoziato bila- terale con gli Usa) e la Grecia, che èstata tolta dalla lista dei paesi colpiti da dazi sui formag- gi. Il rischio ora è che la chiusu- ra dello sbocco Usa per quelle merci possa comportare una sovraofferta nel mercato interno. I nuovi dazi avrebbero potuto colpire 3 miliardi di euro di cibo Made in Italy, pari a 2/3 del tota- le in un momento reso già diffi- cile dall'impatto della pandemia sul commercio globale. Tra l'al- tro gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i pro- dotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risulta- to pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di ten- denza (-0,9%). Restano, invece, in vigore le tariffe aggiuntive del 25% entra- te in vigore lo scorso 18 ottobre 2019 che hanno già colpito spe- cialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. Salvo il vino italiano - 535 milioni di export verso gli Stati Uniti - anche se la sola minaccia di Dazi ha fatto calare il prezzo d'esportazione. Prima dell'introduzioni del dazio, l'annata era stato caratte- rizzata da un boom di vendite tricolori negli Usa, con 3,9 miliardi di euro e un aumento del 12%, molto maggiore degli altri mercati Ue (media del +2%). Nel 2019 l'Italia ha spedi- to 4,2 miliardi sul mercato Usa e il 10% delle esportazioni agroa- limentari è approdato sulle tavo- le dei consumatori americani. Pesanti cali turistici anche in località come Sorrento (Ph Falco-Pixabay) L e vendite di vino italiano sono in calo del 4% con un'inversione di tendenza che non ha precedenti negli ulti- mi 30 anni a causa delle diffi- coltà registrate dalla ristorazione per l'emergenza coronavirus. Lo dice Coldiretti su dati Istat relati- vi ai primi 5 mesi dell'anno. Un dato preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi dello scor- so anno. In leggero calo (- 1%) il mercato Usa su cui pende la scure dei dazi che potrebbero colpire il vino che, con un valore delle esportazioni di oltre 1,5 miliardi di euro, è il prodotto agroalimentare italiano più ven- duto negli States. Gli Usa sono il principale consumatore mondiale di vino e l'Italia è il primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l'altro il Prosecco, il Pinot gri- gio, il Lambrusco e il Chianti, scampati alla prima black list scattata ad ottobre 2019. Se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem sul vino italia- no una bottiglia di Prosecco ven- duta oggi al dettaglio a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività. Se mancano i turisti tutto l'in- dotto crolla di conseguenza. La ristorazione ad esempio: secondo Fipe-Confcommercio per più di otto imprese su dieci (81,8% per la precisione) la stagione turisti- ca sta andando male o molto male, e questo a causa soprattut- to dell'assenza dei turisti stranie- ri (a lamentarne la mancanza è il 97,4%). La contrazione del turismo internazionale si traduce in una perdita di consumi nella ristora- zione del valore di 3 miliardi di euro nei soli tre mesi di luglio, agosto e settembre. A destare le maggiori preoccupazioni tra gli operatori, particolarmente nel segmento luxury, è soprattutto la mancanza dei flussi turistici pro- venienti dagli Stati Uniti e dal Giappone. A farne le spese anche lo shopping made in Italy collegato al turismo degli stranieri che rap- presenta la terza voce di spesa dopo alloggio e ristorazione, e la loro assenza si tradurrà in una perdita di 5,7 miliardi. Per inten- dersi, per il settore abbigliamen- to e accessori Federmodaitalia- Confcommercio ha registrato nel 2019 uno scontrino medio di 861 euro. Preoccupa, in particolare, Assente il 91% dei turisti stranieri: l'Italia perde 14 miliardi In sofferenza alberghi, shopping, ristoranti e luxury Negli Usa cala dell'1% l'export di vino italiano (Ph Steve Buissinne-Pixabay)

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