Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1285889
GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2020 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano IN ITALIANO | primi anni a Parigi, dovette affrontare la povertà. "Ma anche se le cose erano oscure e misteriose, era quasi felice - con la felicità del vagabon- do che, trovata una stanza per la notte, guardava i venti e la pioggia che infuriava fuori", scriveva. Peraltro la povertà era un forte stimolo all'azione. "La povertà mi c o s t r i n g e v a a l a v o r a r e e Parigi mi piaceva e mi dava coraggio", scriveva. La sua amica Gaby l'aiutò di nuovo a trovare un lavoro. Era una madre single e "sapeva che non si sarebbe più sposata". Il suo matrimonio l'aveva ferita come un colpo in testa, "cancellando ogni desiderio di fare un secondo tentati- vo", scrisse. L ' i n c o n t r o c o n P a u l Poiret, lo stilista che liberò l e d o n n e d a l c o r s e t t o , l e cambiò la vita. Quel giorno, quando visitò il suo salone, rimase ipnotizzata dalle sue c r e a z i o n i s a r t o r i a l i . L e provò, ma non poteva per- mettersele. Poiret le regalò diversi pezzi per far conosce- re i suoi abiti più audaci. Con l'incoraggiamento di Poiret, Elsa iniziò a disegna- re abiti e a venderli come f r e e l a n c e . P e r u n b r e v e periodo divenne la designer d i u n a p i c c o l a c a s a , l a Maison Lambal, e nel 1927 aprì la sua casa di moda con il suo nome. Nello stesso anno si fece un nome creando un maglio- ne a maglia con un tocco s u r r e a l i s t a . D o p o a v e r ammirato un maglione cuci- to curiosamente, indossato d a u n ' a m i c a a m e r i c a n a , cercò la donna che l'aveva r e a l i z z a t o , u n a r i f u g i a t a armena a Parigi. Dopo averla incontrata, Schiap le com- m i s s i o n ò u n a s e r i e d i maglioni con il disegno tridi- m e n s i o n a l e d i u n f i o c c o bianco intorno al collo con dettagli coordinati ai polsini. "Se faccio un disegno cerche- rai di copiarlo?" chiese alla contadina armena. "Così ho disegnato un grande fiocco a farfalla davanti, come una sciarpa intorno al collo - il d i s e g n o p r i m i t i v o d i u n bambino in epoca preistori- ca", scrisse. La giovane stili- sta indossò il maglione a un p r a n z o d i c o m p r a t o r i d i moda e un rappresentante americano ne chiese 40 con g o n n e a b b i n a t e . V o g u e definì il disegno "un capola- voro artistico e un trionfo di colore e mescolanza". All'inizio, Schiaparelli era sinonimo di abbigliamento sportivo. "Negli anni Venti la cultura del corpo si diffuse a tal punto da giustificare l'in- venzione di abiti specifici", dice Enrica Morini, docente di moda contemporanea a Milano e autrice del libro Storia della Moda. La prima collezione lan- ciata nel gennaio 1927 era maglieria dai colori vivaci, ispirata sia al Futurismo ita- liano che a Poiret. Schiap iniziò a inserire un elemento sorpresa nei suoi modelli, che si rivelarono popolari a n c h e t r a i n e w y o r k e s i . Nonostante il crollo del mer- cato azionario del 1929, si dimostrò ancora in grado di v e n d e r e i s u o i m o d e l l i a negozi esclusivi come Saks Fifth Avenue a New York. All'inizio degli anni '30, i completi in tweed e le gonne pantaloni divennero il punto forte della casa di moda. Nel 1932 Janet Flanner, corri- spondente parigina del New Y o r k e r , s c r i s s e : "Sicuramente una delle spie- gazioni del suo fenomenale s u c c e s s o q u i è s t a t a l a modernità non europea dei suoi modelli". L a s u a i n c o n f o n d i b i l e silhouette era architettonica c o m e u n g r a t t a c i e l o . Influenzata dalla sartoria maschile, il suo stile è stato definito "Hard Chic". Senza perdere elementi di femmi- nilità, il punto vita alto e stretto, incorporava imbotti- t u r e , t r a p u n t u r e , r i c a m i , boleri decorati e turbanti - tutti elementi che proteggo- no metaforicamente il corpo femminile dall'aggressione. " L a n u o v a d o n n a d e g l i anni '30 non si fidava inge- n u a m e n t e d e g l i u o m i n i " , dice Morini. "I dieci anni tra- scorsi tra New York e Parigi hanno insegnato a Schiap c h e l ' u n i v e r s o f e m m i n i l e c o m i n c i a v a a f u n z i o n a r e come entità indipendente. Gli uomini erano avversari, soprattutto sul posto di lavo- ro. La crisi economica stava colpendo più duramente le donne". S c h i a p s v i l u p p ò n u o v i materiali, tra cui il rodofano (un tessuto simile al vetro). Nonostante l'amore per l'ab- bigliamento stravagante, il suo abbigliamento era prati- co. Fu la prima ad adottare le cerniere in plastica. È stata la prima stilista d o n n a a c o m p a r i r e s u l l a copertina della rivista Time. La storia di copertina del 13 agosto 1934 la definisce l'ar- bitro della Haute Couture ultramoderna degli anni '30. Quale autorità suprema sul campo, voleva che le donne fossero "fantasiose e capaci di comunicare la loro forza a u d a c e a g l i a l t r i " , d i c e Morini. Tra i suoi clienti c'erano le star di Hollywood Katharine Hepburn, Mae West e Zsa Zsa Gabor, oltre all'acclama- ta bellezza Daisy Fellowes, r e d a t t r i c e p a r i g i n a d e l l ' A m e r i c a n H a r p e r ' s Bazaar, icona della moda e ereditiera della fortuna delle macchine da cucire Singer. Nel 1935, Schiap si trasferì nell'ormai famoso atelier di Place Vendôme 21, un salone di 98 stanze con spazio per il primo showroom di prêt-à- porter associato a un mar- c h i o d i a l t a m o d a . S i c u r a m e n t e d a l 1 9 3 5 a l 1939, eclissò tutti, compresa Chanel. Le idee migliori sono nate da collaborazioni con artisti i n c r e d i b i l i . A l b e r t o G i a c o m e t t i h a d i s e g n a t o m o b i l i , s p i l l e e b o t t o n i , Meret Oppenheim ha creato gioielli in pelliccia. Il polie- drico genio Jean Cocteau d i s e g n ò p e r l e i n e l 1 9 3 7 . Insieme, disegnarono squisi- ti cappotti da sera. Ma dalla metà degli anni '30 la creati- vità di Schiap si legò indisso- lubilmente a un pittore sur- realista eccentrico, iconocla- sta e insolente: Salvador Dalì. Tra i due ci fu un'istan- tanea scintilla creativa. Dopo la loro prima collaborazione, nel 1935, per un buffo cofa- netto per polvere compatta a forma di quadrante telefoni- co, il loro prolifico sodalizio produsse pezzi umoristici che sono ancora oggi i capi- s a l d i d e l f a s h i o n d e s i g n , come gli abiti sartoriali con tasche fatte come cassettiere da ufficio, o il "vestito arago- sta" a carica sessuale e lo "vestito scheletro", un abito in crêpe nero con trapunta- tura per imitare le ossa spor- genti. Nel 1937 crearono il famoso cappello "a scarpa". L'idea venne guardando una foto assurda di Dalì che por- tava in testa una pompa a tacco alto da donna. Il pezzo iconico giocava con l'idea surrealista dello spostamen- to: togliere un oggetto dal suo contesto naturale. Julien Levy, il mercante d'arte americano che tenne l a p r i m a m o s t r a s u l S u r r e a l i s m o a N e w Y o r k , descrisse Schiaparelli come "l'unica designer che capisce il Surrealismo". L'icona del design aveva anche una predilezione per i profumi. Nel 1934 lanciò una c o l l e z i o n e d i p r o f u m i : Soucis, Salut e Schiap. Il fla- cone fu disegnato da Jean- Michel Frank. Nel 1937 con- cepì il profumo Shocking! il cui nome, profumo, confe- zione rosa e flacone sinuoso, modellato sulla magnifica figura di Mae West, catturò l'immaginazione del pubbli- co. Inventò il colore "rosa shocking", una vibrante, non diluita, intensa sfumatura di r o s a . " H o d a t o a l r o s a i l coraggio del rosso, un rosa neon, un rosa irreale", scris- se. Con l'invasione nazista di P a r i g i n e l 1 9 4 0 , S c h i a p scappò a New York con una missione: raccogliere fondi e medicine per i bambini fran- cesi. Contro il parere di tutti, tornò per completare la sua assistenza umanitaria, ma ben presto fu costretta a fug- gire di nuovo per evitare di essere catturata. Essendo italiana a Parigi, il suo status e r a r i s c h i o s o e o d i a v a M u s s o l i n i . S i r i f u g i ò d i n u o v o a N e w Y o r k d o v e a i u t ò M a r c e l D u c h a m p a organizzare la mostra First Papers of Surrealism, la più grande mostra tutta surreali- s t a m a i v i s t a n e g l i S t a t i Uniti. Ne beneficiò la Società Francese di Soccorso per la Guerra. A New York, Elsa e sua figlia Gogo fecero anche volontariato per la Croce Rossa Internazionale. T o r n a t a a P a r i g i , E l s a cer cò di avviar e una fase creatività nel dopoguerra. Nel 1947, l'amica Dalì pro- gettò il packaging di una nuova fragranza, il profumo Le Roi Soleil prodotto per celebrare la fine della guerra. Ma i tempi erano cambiati. Nel 1954, dopo aver presen- tato la sua ultima collezione, sentì che la sua carriera era finita. Il salone chiuse i bat- tenti lo stesso anno. Da pen- sionata, trascorse la maggior p a r t e d e l t e m p o a Hammamet, in Tunisia, dove a v e v a c o s t r u i t o u n a c a s a colorata. Morì a Parigi nel 1973 a 83 anni, ma "quell'italiana che fa vestiti" non aveva mai perso il suo forte accento ita- liano. Dopo una lunga pausa, la l e g g e n d a r i a M a i s o n Schiaparelli è riapparsa sulle passerelle nel 2013 gra- zie a un nuovo proprietario, il magnate della moda italia- na Diego Della Valle. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Continua da pagina 31 Abiti della Maison Schiaparelli (Photo: Wikicommons)