L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-16-2013

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/130438

Contents of this Issue

Navigation

Page 7 of 23

L'Italo-Americano PAGINA  8 GIOVEDÌ  16  MAGGIO  2013 Il bosco incantato sul delta del Po ferrarese: gita in battello per scoprire un suggestivo paesaggio lagunare FABRIzIO DEL BIMBO Con l'arrivo della primavera, dopo il grande freddo del passato inverno, non c'è niente di meglio di una gita alla scoperta del delta del Po ferrarese. L'acqua che non c'è più ha lasciato dietro di sé uno straordinario paesaggio, la terra di bonifica che va da Mesola a nord fino alle valli di Goro a sud. Il parco del Delta del Po occupa un'importantissima parte del territorio dell'Emilia-Romagna, che dal corso del Po di Goro si sviluppa fino a comprendere tutto il delta storico del fiume Po e le foci di alcuni fiumi appenninici quali il Reno e il Lamone, e le zone umide salmastre site lungo la costa adriatica e come la Sacca di Goro, le Valli di Comacchio, le Piallasse Ravennati, le Saline di Cervia, boschi e pinete come il Bosco della Mesola e la Pineta di San Vitale. Ricchissima è la presenza di importanti monumenti: l'Abbazia di Pomposa, S. Apollinare in Classe, i centri storici di Mesola, Comacchio, Ravenna e Cervia. Al confine con Rovigo si estende la Riserva Naturale del Bosco della Mesola, che in epoca estense faceva parte di un'unica foresta ricchissima di selvaggina. Ancor oggi si può ammirare il castello della Mesola, con il suo centro di educazione ambientale e il Museo del Cervo o Cervo delle Dune, che vive nel Gran Bosco. Protagonista assoluto è il leccio, ma si trovano anche ginepro, frassino, olmo, pioppo. La riserva ospita daini, tassi, puzzole, volpi e numerosi uccelli acquatici: aironi, nitticore, anatre, folaghe, picchi, upupe, gruccioni e martin pescatori. Il Bosco si può visitare a piedi o in bicicletta. Al suo interno anche percorsi per non vedenti. Quali altre attività si possono svolgere nel Parco? Per chi ama pedalare, qui l'argine del fiume offre un percorso cicloturistico denominato "Destra Po" che da Stellata di Bondeno passando per Goro arriva a Gorino sino alla Lanterna Vecchia e, in barca, sino al Faro di Goro, ultimo lembo di terra proteso sul mare dove il fiume termina il suo viaggio per sfociare nell'Adriatico. L'antico borgo di pescatori di Goro è caratterizzato da un porto peschereccio tra i maggiori dell'Adriatico, habitat ideale per l'allevamento di cozze, ostriche e vongole che si possono comprare direttamente scaricate dalle navi. Da qui e dalla vicina Gorino i battelli turistici conducono il visitatore a godere i magnifici scorci dell'ambiente deltizio, sempre mutevoli e affascinanti. Lungo l'antica Strada Romea, ecco l'Abbazia di Pomposa, che rappresenta le vestigia di un monastero che nel Medioevo visse il suo maggior splendore. L' elegante complesso custodisce al suo interno un tesoro di affreschi trecenteschi ed un pavimento in mosaico e tarsia. La laguna di Comacchio, habitat deltizio per numerose specie animali Verso sud, dietro le località balneari, si trova Comacchio, insediamento lagunare di epoca tardo-romana su tredici piccole isole, celebre per i suoi canali e i caratteristici monumenti, tra cui il ponte dei Trepponti. Attraverso il Ponte di San Pietro e l'argine di Valle Fattibello si raggiunge il centro visite delle Valli, Stazione Foce, da cui partono diversi itinerari di grande suggestione a piedi, in bicicletta o in motonave alla scoperta degli antichi casoni di valle, dove un tempo vivevano i pescatori. Collegata alle valli, si trova la Salina, con il suo alternarsi di canali, dossi, vasche per la raccolta del prezioso oro bianco, e dove vivono indisturbati bellissimi esemplari di uccelli come i fenicotteri rosa. Una bella panoramica sulle Valli di Comacchio si può avere percorrendo il margine occidentale fino a raggiungere l'argine del fiume Reno a sud, da cui si gode la vista della lunga penisola di Boscoforte. Al confine con la provincia di Ravenna, sorge Argenta, con le sue oasi naturalistiche, pievi, santuari e musei. Lungo la via Cardinala si trovano le tappe più importanti della sesta stazione del Parco del Delta del Po: il Museo di documentazione storica della Bonifica nell'Impianto Idrovoro di Saiarino, il Parco della Pieve di San Giorgio e il cuore organizzativo dell'Ecomuseo, il Museo delle Valli con l'annessa Oasi di Val Campotto, grande specchio lacustre dove trovano rifugio uccelli acquatici, in un ambiente circondato da olmi, pioppi, frassini. A Morgano dove 41 arcate disegnano una delle piazze per il mercato più belle del Veneto MARIO COLOMBO L'origine del nome Morgano si perde nelle leggende popolari tramandate dai poeti. Una di queste narra di una fanciulla chiamata Murgania di tale bellezza da essere adorata come incarnazione di Venere. A lei fu eretto un tempio: la località fu chiamata Morgano. Le prime notizie su Morgano riportano l'esistenza di un centro religioso che già nel dodicesimo secolo godeva di una certa rilevanza nel territorio, anche se la presenza di un luogo di culto dedicato a San Martino, santo particolarmente caro a Franchi e Longobardi, sembra risalire ad alcuni secoli prima del Mille. Divenuta contea sotto i longobardi legò il suo nome alla famiglia cui appartenne: i Conti da Morgano. Nel 1339 la Marca Trevigiana fu assegnata a Venezia che provvide a suddividere il territorio in grandi proprietà terriere gestite dalle nobili famiglie veneziane. A Morgano arrivano i Badoer, i Basadonna, i Revedine e i Marcello. La popolazione locale segue le sorti degli abitanti dell'entroterra veneto, ma la presenza delle acque del Sile, del Zero, del Rio garantiscono la pesca e lo sviluppo dell'agricoltura e di tutte le attività legate all'industria molitoria. Con l'incremento dell'agricoltura e dell'allevamento si rese necessaria l'istituzione di una sede permanente di mercato autorizzato dalla Serenissima Repubblica nel 1689 ad Angelo Badoer. Per ospitare degnamente il mercato, i Badoer che possedevano terre e beni a Morgano, costruirono nella località detta Zeruol di Sopra la Rotonda di Badoere. Il mercato si svolgeva il lunedì e divenne ben presto famoso ed apprezzato nel circondario. Oggi la Rotonda di Badoere fa da sfondo a varie manifestazioni di carattere locale e culturale. Di particolare bellezza, comprendeva in origine due grandi barchesse a doppio semicerchio e a 300 metri ad ovest la villa padronale andata distrutta da un incendio nel 1920 durante un tumulto contadino. La sua creazione si deve ai Badoer, famiglia patrizia veneziana proprietaria del terreno dove la Rotonda sorse (detto Zeruol di Sopra), su progetto eseguito, sembra, dalla scuola del Massari. I Badoer eressero inoltre la chiesetta (1645) dedicata a San Antonio da Padova e la Rotonda con l'intento di ospitare il mercato settimanale del lunedì che la Serenissima Repubblica autorizzò nel 1689 al suo nobile Angelo Badoer. Originale soprattutto la barchessa di ponente costituita da 41 arcate corrispondenti ad altrettante botteghe di artigiani e mercanti, queste, sistemate sotto i portici, avevano un ingresso all'interno della Rotonda e un balcone apribile a ribalta verso l'alto che fungeva da vetrina e che il recente restauro ha valorizzato. La Rotonda di Badoere è una delle barchesse più famose del Veneto, la sua particolarità sta cale, ora sede municipale. La grande costruzione si presenta strutturalmente come un lungo porticato semicircolare, formato da quarantuno arcate. Questa stupenda piazza ha trovato origine presumibilmente alla fine del Seicento: fin dal 1566 la famiglia veneziana dei Badoere vantava numerose proprietà terriere nella zona. Tra gli eventi e le manifestazioni si ricordano: la Fiera dei Trovarobe: ogni 1° domenica del mese dalle 8 alle 20, escluso il mese di agosto; la "Mostra dell'artigianato e della creatività", ogni terza Domenica del mese dalle 8 alle 20 nei mesi di marzo, aprile, maggio, settembre, ottobre, novembre e dicembre. La storica Rotonda di Badoere, tra le più famose del Veneto sia nella sua grandiosità che nella sua struttura, fatta per ospitare una serie di botteghe su un semicerchio e abitazioni sull'altro, con una grande piazza per il mercato; sulla piazza si affaccia la chiesa e un palazzo domini- A novembre e dicembre, diventa un mercatino di Natale con quasi 150 espositori; la "Mostra dell'Asparago Igp", organizzata dal Comune e dalla Pro Loco del Comune di Morgano ogni 1° maggio.

Articles in this issue

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-5-16-2013