L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-16-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ  16  MAGGIO  2013 Natura mista Satiro Della Valle. Scultura alta quasi tre metri in mostra ai Musei Capitolini di Roma, nel cortile di Palazzo Nuovo, realizzato in marmo da un originale di età ellenistica. Proviene da Roma, dove è stata ritrovata nei pressi del Teatro di Pompeo in Campo Marzio. Raccoglie in sè i simboli della tradizione greca che ritraeva la natura selvatica, incolta, per certi versi pura e non artefatta, indomita, che risalta l'elemento naturale e istintivo di Pan, nato mezzo uomo e mezzo caprone. Il satiro è una figura mitica maschile, compagna di Pan e Dioniso, che abita boschi e montagne. È una divinità minore, personificazione della fertilità e della forza vitale della natura, connessa con il culto dionisiaco solitamente raffigurata come un essere barbuto con corna, coda e zampe di capra ma dai tratti e dall'aspetto al contempo umano. Voto contro la peste Madonna col Bambino o Madonna del voto. È stata dipinta nel periodo 1260-67 ed è oggi conservata a Siena. È opera di Dietisalvi di Speme, pittore operante a Siena dal 1250 al 1291. Fu un autore preduccesco con forti influssi di Coppo di Marcovaldo e Cimabue. Lo si vede in questo quadro "al naturale" dove predomina la semplicità e l'espressività dai tratti dolci e affettuosi. Per dare un'idea dell'amore che i senesi hanno per questa icona, è sufficiente ricordare che nel 1483 tutta la città chiese l'intercessione alla Madonna per liberarsi dalla peste, rinnovando il dono delle chiavi della Città. Inoltre, il luogo destinato alla sua custodia in Duomo, la Cappella del Voto fatta costruire nel 1661 dal pontefice senese Alessandro VII, fu edificato su disegno dell'illustre architetto Gian Lorenzo Bernini. Nudità classica San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro. È un affresco frammentario di Pietro Perugino, databile 1478, e conservato nella chiesa di Santa Maria Assunta di Cerqueto, in provincia di Perugia. Su un basamento all'antica si erge la colonna a cui è legato san Sebastiano, il militare romano condannato per la fede cristiana al martirio tramite crivellatura di frecce. Il soggetto, dalla metà del Quattrocento in poi, permetteva agli artisti di cimentarsi nella rappresentazione anatomica di un nudo secondo i canoni dell'arte classica, che ebbe notevole successo. Perugino lo caratterizza come una figura esile e languida soffusamente illuminata. Il giovane martirizzato non esprime dolore, ma un vaga malinconia nello sguardo trasognato, con un'elegante postura bilanciata. PAGINA  9 Intensità visiva San Gaetano di Thiene. A Ca' Rezzonico, nel Museo del Settecento Veneziano di Venezia è esposta questa tela del 1721-25 di Francesco Solimena, noto come l'Abate Ciccio. Considerato uno degli artisti che meglio incarnarono la cultura tardo-barocca in Italia, si formò sulla pittura scenografica e tenebrista ma già dal 1680 aderirà sempre di più ai canoni figurativi del barocco. Si appropria della sperimentazione cromatica, si appassiona alla pittura espressiva e vigorosa fino a sfociare nel rococò. Nel primo Settecento, si rivolse a grandi solenni composizioni, soggetti sacri e profani. Dal 1730, circa, ritorna al suo entusiasmo giovanile, con una pittura barocca, caratterizzata da uno stile classico barocco, governato quindi da un'inquietante "intensità visiva" e dalla pittura eroica del "chiaroscuro". Mix di influenze La Primavera. Galileo Chini fu artista poliedrico e versatile, tra i pionieri del Liberty in Italia, tra la fine Ottocento e gli inizi del 900. Si dedicò con passione all'arte della ceramica, partecipando all'abbellimento di facciate di palazzi e ville italiane e arricchendo l'arredamento interno di vasellame e rivestimenti. Nel 1914 fu incaricato dai responsabili dalla Biennale di Venezia di eseguire una decorazione nel salone centrale delle Esposizioni. Lì, ispirandosi al Liberty ma influenzato dall'arte orientale klimtiana, esegue "La Primavera", pannelli con decorazioni floreali, dove si sovrappongono in modo scalare, fanciulle con i pepli. L'autore spiegando il senso della sua opera, dice di aver tratto ispirazione dalla primavera a Venezia, quando la città accoglie gli artisti di tutto il mondo. La parte dell'Italian Hall su Main Street ospitava tre esercizi commerciali incluso un laboratorio di sartoria, un saloon, un negozio di ferramenta e più tardi una sala da biliardo e un negozio di biciclette. Nei primi anni del Novecento, il saloon dell'Italian Hall, di proprietà di Ettore Paggi e Luigi Issoglio, era il bar più elegante di Los Angeles, famoso tra i residenti italiani e non. Il saloon aveva il bancone più lungo della città, fatto con legno di mogano, e vetrate colorate. Sul pavimento, che è stato conservato, si trovano i cognomi dei proprietari, su piastrelle a mosaico alternate al disegno del fiore di giglio. Di Marianna Gatto Si ringrazia per la foto l'Italian American Museum di Los Angeles. L'immagine non può essere copiata, stampata od utilizzata in altro modo senza l'autorizzazione del IAMLA. La missione dell'Italian American Museum di Los Angeles è di favorire la conoscenza dei differenti patrimoni culturali della California Settentrionale attraverso la ricerca, la preservazione storica, mostre e programmi educativi che esaminano la storia ed il continuo apporto degli italoamericani nella Los Angeles multietnica e negli Stati Uniti.

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