L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-26-2020

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GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE 2020 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano IN ITALIANO | V e n e z i a , M i l a n o , L i o n e , Parigi, Barcellona, Londra, Bruges, Anversa e persino Danzica - membri di famiglie patrizie venivano assegnati alle missioni diplomatiche dalle autorità cittadine che davano loro lettere creden- ziali e istruzioni", spiega Zagli. Grandi scrittori politici c o m e N i c c o l ò Machiavelli, Francesco Guicciardini e molti altri hanno trascorso gran parte della loro carriera in diplo- mazia. Passavano giorni e notti a scrivere o a dettare lettere, a comporre rapporti su ciò che vedevano e senti- vano. Machiavelli, che ha gettato le basi della moderna scienza politica, è stato per 15 anni a Palazzo Vecchio in qualità di segretario e capo diplomatico nella seconda cancelleria della Repubblica Fiorentina. A partire dal giu- gno 1498 fu responsabile degli affari interni e della difesa. Con la città piena dell'or- goglio mediceo, viaggiò in t u t t a I t a l i a e i n E u r o p a , incontrando faccia a faccia i leader del tempo. Nel suo c a p o l a v o r o I l P r i n c i p e , dedicato a Lorenzo di Piero de' Medici, duca di Urbino e n i p o t e d i L o r e n z o i l Magnifico, lodò più volte il duca di Milano Francesco Sforza. "Machiavelli ha elo- giato la capacità di governo di Francesco, la sua capacità d i g o v e r n a r e i l d u c a t o d i Milano fornendo un'efficien- te organizzazione diplomati- ca per ottenere un vantaggio competitivo", dice Vaglienti. Ma fuori dall'Italia, quale potenza straniera ha adottato per prima il sistema diplo- matico italiano? "Nel 1487, Enrico VII Tudor d'Inghilterra fu tra i primi ad adottare il sistema diplomatico italiano, prece- dendo tutti gli altri Paesi all'estero. Aveva un corpo di inviati residenti e così anche il suo successore", dice il pro- fessor Zagli. "Una situazione simile si verificò in Francia sotto i re Valois", sottolinea Zagli. La Francia adottò il sistema italiano nel 1520 sotto Francesco I. Lo studioso italo-america- no Vincent Ilardi ha curato una monumentale edizione dei Dispacci con i relativi d o c u m e n t i d e g l i Ambasciatori milanesi in Francia e in Borgogna, 1450- 1483. L'Ambasciata milanese alla Corte di Francia fu la prima ambasciata perma- nente fuori dall'Italia. Il titolo di ambasciatore era usato solo per gli inviati ufficiali, in particolare per un diplomatico di alto rango. Ancora oggi corrisponde al più alto rango di rappresen- tanza diplomatica. Il termine a m b a s c i a t o r e d e r i v a d a l verbo latino ambactiare, che significa "andare in missio- ne" e dal sostantivo latino a m b a c t u s c h e s i t r a d u c e come vassallo. E che dire del primo uso documentato della parola? " P r e s u m i b i l m e n t e è a p p a r s a i n i z i a l m e n t e a Venezia", dice il professor Zagli. "Venezia aveva raccol- to l'eredità di Bisanzio anche per quanto riguarda le com- plesse relazioni internazio- nali", osserva il professor Zagli. "Venezia aveva una lunga tradizione di attività diplomatica per proteggere i suoi interessi marittimi ed era il principale interlocutore dell'Impero Ottomano. Nel XV secolo a Costantinopoli (Istanbul), Venezia stabilì i suoi ambasciatori ufficiali permanenti chiamati Baili", osserva Zagli. Un Bailo fu il primo inviato permanente d e l D o g e n e l l ' I m p e r o Ottomano. Il termine Bailo, dalla parola latina bailus o f a c c h i n o , a p p a r v e p e r l a prima volta nelle traduzioni latine dei documenti arabi nel XII secolo. Si riferiva ai funzionari musulmani come osservato da una studiosa di Studi Orientali, Maria Pia Pedani. Ha scritto che il ter- mine potrebbe accennare a una traduzione letterale della parola wasîr, che in origine significava anche "facchino". Il professor Zagli dice che per molto tempo gli amba- sciatori sono stati chiamati agenti. "Mentre gli inviati del Papa erano chiamati legati", spiega. L'importanza di que- sto specifico tipo di diploma- zia, la diplomazia della Santa Sede, probabilmente la più antica della storia del mondo, è legata innanzitutto allo sviluppo delle legazioni papali. Zagli è anche autore di un'edizione critica dei diari di Giovanni Niccolini, amba- sciatore di Firenze (1588- 1593) alla Corte Pontificia. Se il latino era la lingua internazionale della diploma- zia nell'antico regime, nel secolo dei Lumi il francese divenne la lingua franca. Un modo di parlare con termini, toni e stile propri fin dall'ini- zio, l'esperimento italiano ha generato "una forma di ver- nacolo italiano di cancelleria, una lingua scritta semi-pro- fessionale basata su una tra- d i z i o n e l e t t e r a r i a t a r d o - medievale condivisa; il pro- cesso della sua relativa stan- dardizzazione ha preceduto i dotti dibattiti normativi sulla lingua nel XVI secolo", dice Serena Ferente, lettrice di S t o r i a t a r d o - m e d i e v a l e e r i n a s c i m e n t a l e a l K i n g ' s College di Londra. Fin dalle prime fasi, la comunicazione diplomatica h a c o m p o r t a t o u n c e r t o g r a d o d i s e g r e t e z z a , d i distanza: distanza fisica, ma anche senso di distacco. Gli agenti richiedevano un'accu- rata reportistica e conoscen- za della finanza, del commer- cio, del diritto, dei classici e della teologia. L ' A r c h i v i o d i S t a t o d i Milano condivide con i nostri lettori tre documenti degli i n v i a t i d e l c a s a t o d e g l i Sforza. Le lettere manoscritte f a n n o p a r t e d e l F o n d o C a r t e g g i o V i s c o n t e o Sforzesco. I n u n a l e t t e r a d e l 2 6 d i c e m b r e 1 4 7 6 , C i c c o S i m o n e t t a , s e g r e t a r i o d i l u n g a d a t a d e i d u c h i d i Milano, riferisce all'oratore milanese a Firenze Filippo Sacramoro "l'orribile caso" dell'assassinio di Galeazzo Maria Sforza, appena avve- nuto nella chiesa di Santo Stefano a Milano, nella festa di Santo Stefano, subito dopo Natale. Il dissoluto duca di Milano Galeazzo Maria, che dieci anni prima aveva eredi- tato il trono ducale da suo padre Francesco, era andato in basilica per la celebrazione d e l s a n t o p a t r o n o . C i c c o S i m o n e t t a r a c c o n t a u n a sequenza del tragico evento durante la messa in cui il d u c a v i e n e p u g n a l a t o a morte da un giovane nobile m i l a n e s e G i a n A n d r e a L a m p u g n a n i a i u t a t o d a Gerolamo Olgiati e Carlo Visconti, entrambi alti fun- zionari della corte milanese. I possibili moventi dell'assas- sinio erano una disputa fon- diaria e un'aggressione ses- suale che il duca avrebbe perpetrato contro la sorella di un cospiratore. Il diploma- tico descrive le reazioni del popolo, dei cortigiani e degli ambasciatori che hanno assi- stito al pandemonio, il duca ucciso in pochi secondi insie- m e a l l a s u a s p o s a . L'assassino presto finito da una guardia, il suo cadavere trascinato per le strade e squartato dai ragazzi. L'assassinio di Galeazzo Maria probabilmente influì sulla congiura dei Pazzi, un tentativo ben pianificato di d e t r o n i z z a r e l a m u n i f i c a famiglia Medici, che sarebbe a v v e n u t o n e l D u o m o d i Firenze sedici mesi dopo. In un'altra sorprendente lettera, datata 27 aprile 1493, Taddeo Vicomercati, oratore residente a Venezia al servi- zio degli Sforza, scrive al d u c a d e l l a s c o p e r t a dell'America. Non ancora u n v e r o a m b a s c i a t o r e , Vicomercati era una sorta di scriba e cronista che raccon- tava ciò che osservava e si s e n t i v a d a l l a g e n t e . E g l i mescola notizie diverse senza dare priorità alle più impor- tanti: la scoperta di nuove insule o isole. L'ultima noti- zia relativa a Colombo viene presentata dopo aver enun- ciato che il gioielliere di papa Alessandro VI è appena arri- vato a Venezia per acquistare gioielli. Vicomercati aggiun- ge che a Venezia circolano alcuni volantini a stampa sulla recente scoperta ma non ne porterà una copia al duca perché ha saputo che quei volantini sono già dispo- nibili a Milano. Q u e s t o s t r a o r d i n a r i o documento esprime la poten- za della macchina da stampa i n v e n t a t a c i r c a 4 0 a n n i prima in Germania, anche se fu Venezia a dare la spinta maggiore all'industria della stampa. La lettera indica anche la percezione della corruzione della Curia roma- na. Il gioielliere del Papa acquista oro per Alessandro VI, un papa mondano, padre di Cesare e Lucrezia Borgia, il cui trascurare l'eredità spi- rituale del messaggio cristia- no ha contribuito allo svilup- po futuro della Riforma pro- testante. Infine, una lettera del 18 dicembre 1497 di Raimondo di Soncino, ambasciatore a L o n d r a p r e s s o i l D u c a d i M i l a n o L u d o v i c o S f o r z a , rende conto della spedizione di Giovanni Caboto che si è arenata sulle coste del Nord America. Giovanni Caboto era salpato da Bristol su una piccola nave con un equipag- gio di 18 uomini per effettua- re una conquista coloniale sotto commissione di Enrico VII d'Inghilterra. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Continua da pagina 35 Un altro documento dall'importante valore diplomatico: l'annuncio dell'assassinio del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza (Copyright: Archivio di Stato di Milano)

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