L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-23-2013

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GIOVEDÌ  23  MAGGIO  2013 La Vignetta della Settimana SENZA "CASCO" di Renzo Badolisani AUTO FUORILEGGE I più previdenti, non potendo pagare la rata annuale (o semestrale) dell'assicurazione lasciano la macchina posteggiata per strada o in garage, aspettando tempi migliori. C'è, invece, chi rischia, non solo accendendo il motore della propria auto, ma girando per la città – ma anche in autostrada – senza il talloncino dell'assicurazione esposto sul parabrezza, come richiederebbe il codice della strada. Auto vaganti, ecco il nuovo fenomeno italiano, certamente da non etichettare come motivo di vanto. Se otto anni fa erano poco meno di un milione e mezzo le automobili, le moto, i camion, persino i pullman turistici che camminavano senza essere assicurate, oggi, alla luce della perdurante crisi economica, quel dato si è quasi triplicato. Quattro milioni e mezzo di veicoli che percorrono le strade italiane senza assicurazione, infischiandosene allegramente del rischio di finire sul lastrico in caso di incidente con un'altra macchina o, peggio ancora, con un pedone. Un autentico spettro anche per coloro che subissero un danno da un veicolo o da una moto sprovvista di assicurazione: sono infatti infiniti, in Italia, i tempi – in casi del genere – in cui l'apposito Fondo per le vittime della strada provvede al risarcimento. Un volta, anni fa, erano soprattutto le strade del Sud – dove tutto, a volte, sembra lecito – a essere percorse da auto vaganti: oggi non è più così, il fenomeno è variegato, pare toccare diverse regioni dello Stivale anche se Napoli, con ottocentomila auto fuorilegge, guida la non particolarmente eccelsa graduatoria. Fatti i dovuti calcoli sulle strade e autostrade italiane gira un auto fuorilegge su dieci. Statistica alta, che rischia di incrementarsi anche negli anni a seguire dal momento che le sanzioni, se si viene scoperti, non sono eccessivamente drastiche: è previsto, infatti, il sequestro del veicolo, lasciandolo però in custodia allo stesso proprietario che, dunque, potrebbe sommare infrazioni e provvedimenti continuando però a girare impunemente senza assicurazione. Perché il fenomeno non è stato arginato? Molti girano con la polizza scaduta perché si dimenticano della scadenza avvenuta. Chiamateli sbadati, distratti: insomma, può succedere. Altri (la maggior parte, in realtà) scientemente non pagano perché non hanno i soldi da versare all'assicuratore. Aspettano mesi, sperando che la situazione economica, d'incanto, migliori continuando però a pigiare sull'acceleratore, diventando un pericolo per sé e, soprattutto, per gli altri. Strategie in atto per scovare i mezzi fuorilegge? Ce ne sono. Come, ad esempio, incrociare i dati assicurativi con quelli della motorizzazione civile di tutti i veicoli che transitano sotto l'occhio vigile dell'autovelox o delle zone a traffico limitato, piazzate nelle grandi città. Lotta dura, insomma, almeno negli auspici, a chi froda, guidando senza essere assicurato. Una cattiva abitudine tutta nostrana, ascrivibile alla crisi economica, certo, ma pure a una scarsa attenzione per sé stessi e per il prossimo. L'Italo-Americano PAGINA  3 Un anno fa il sisma che devastò l'Emilia. I primi bilanci della ricostruzione Erano appena passate le 4 del mattino del 20 maggio del 2012, quando un terremoto di magnitudo 5.9 ha sorpreso l'Emilia, sconvolgendola. E nove giorni dopo, il 29 maggio, è tornato a colpire con due scosse meno intense ma ancor più distruttive. Oggi, a un anno dal sisma, i centri colpiti, soprattutto nel Modenese e nel Ferrarese, commemorano le proprie vittime e tracciano un primo bilancio sulla ricostruzione, che continua a procedere, anche se non mancano le difficoltà. Sono i centri dove il terremoto ha colpito soprattutto il lavoro, la religione civile, in una terra che da sola produce il 2% del Pil italiano. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del primo anniversario del disastro, ha rivolto in un messaggio il suo pensiero "a quanti hanno subito gravi lutti e ingenti danni personali e materiali", rinnovando il suo "vivo apprezzamento per l'esempio di forza e di coesione offerto dalle popolazioni". E mentre le imprese si risollevano dalle macerie, si cerca il recupero del patrimonio artistico. Oltre agli stabilimenti industriali, ai capannoni e ai centri produttivi, le scosse che hanno squarciato la terra tra il 20 e il 29 maggio di un anno fa hanno danneggiando circa 1.600 tesori tra rocche e castelli, chiese, cattedrali, palazzi comunali e biblioteche. Oggi, fra cantieri di restauro, opere d'arte messe in salvo e la creazione di nuovi luoghi di culto che aspirano a divenire punti di incontro per l'intera comunità, i 532 beni ecclesiastici feriti nell'area del cratere e zone limitrofe intraprendono il loro percorso verso nuove vite, mentre molti ritrovi culturali iniziano a riaprire i battenti. "In questo anno sono partiti diversi lavori e nessuno è stato con le mani in mano", ha osservato alla firma di un protocollo con la La storica torre dell'orologio di Finale Emilia crollata in seguito al sisma che ha avuto epicentro vicino al comune del modenese Cei regionale il direttore per i Beni culturali e paesaggistici dell'Emilia-Romagna, Carla Di Francesco. "Il lavoro è lungo ma molto ben organizzato. È intenso e via via che arrivano i finanziamenti si approntano i cantieri". Il costo dei danni, ha spiegato Di Francesco, era stato stimato sui due miliardi di euro, ma le somme danno ora un risultato inferiore, tra l'uno e i due miliardi. In base ai numeri raccolti dal dossier della Regione Emilia-Romagna sulle ferite inferte dal sisma al mondo della cultura, dello spettacolo e dell'arte, sette sono state le biblioteche gravemente danneggiate, mentre altre sedi hanno subito danni minori. Ad oggi è stato recuperato il pa- trimonio librario da edifici inagibili a Cavezzo, Mirandola, Finale Emilia e sono stati realizzati servizi sostitutivi come biblioteche itineranti, tensostrutture, e bibliotende e sono già state riaperte biblioteche a Medolla e Nonantola. Quanto ai teatri sono risultate gravemente danneggiate 14 sedi dove la stagione teatrale è stata annullata o posticipata, 12 delle quali sono Teatri storici; di queste soltanto il Teatro Comunale di Ferrara ha ripreso l'attività. Nelle altre sedi sono stati riscontrati danni di media entità nei teatri di Castello D'Argile e Rio Saliceto e danni di lieve entità per 5 teatri a Ferrara, Bomporto, Gualtieri, Guastalla e Novellara.

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