L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-24-2020

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GIOVEDÌ 24 DICEMBRE 2020 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano IN ITALIANO | diversi autori dell'epoca col- sero la portata delle innova- zioni militari e le accettarono come inevitabili. "Le incluse- ro in una riflessione generale sui compiti più complessi che appartenevano ai politici", d i c e . " S i a M a c h i a v e l l i nell'Arte della guerra che Guicciardini nella Storia d'Italia hanno fissato una data per i cambiamenti nella guerra. La svolta fu l'invasio- ne dell'esercito francese in Italia nel 1494". Machiavelli e Guicciardini videro l'invasio- ne dell'Italia da parte del re f r a n c e s e C a r l o V I I I ( c h e portò alla prima guerra ita- liana e all'avvio delle guerre italiane) come uno spartiac- que sociale e politico nella penisola. Quell'invasione portò un mondo di novità in cui la lingua italiana perse, come disse Guicciardini, "le v e r e p a r o l e p e r l e c o s e " . L'esercito francese arrivò in Italia con artiglieria mai vista prima: "molto sanguinosa", s c r i s s e G u i c c i a r d i n i . "Durante le guerre italiane, la modernità militare e politica esplose in Europa, come evi- denziato nel capolavoro di G u i c c i a r d i n i L a s t o r i a d ' I t a l i a , e a n c h e n e i s u o i Ricordi Politici e Civili, com- p o s t i d a 2 2 0 m a s s i m e s u temi politici, sociali e religio- si. Lo statista fiorentino e scrittore politico si riferiva alle Guerre italiane come a "guerre molto violente", dove "la conquista velocissima delle città non avveniva in mesi ma in giorni e ore". A rendere tutto ciò possibile fu nuovo tipo di cannone, un cannone di grosso calibro, mortale ma maneggevole perché trasportabile. N e l l e g u e r r e d ' I t a l i a , Leonardo da Vinci lavorò per alcuni dei massimi diri- genti militari e politici: gli Sforza, i duchi Borgia, e più tardi nella sua vita il re di Francia Francesco I Valois. Il genio della curio- sità inestinguibile rese ambi- gua la sua vita. Era vegetaria- n o - o g g i è r i c o n o s c i u t o anche come il padre del pen- siero ecologico - ma affasci- nato dall'ingegneria militare e dalla guerra. Commentando la compo- sizione di una scena di batta- glia, nel suo Trattato della Pittura, il genio descrisse la g u e r r a c o m e u n a f o l l i a bestiale (pazzia bestialissi- m a , C o d e x U r b i n a s f o l i o 59v). In seguito, però, motivò le sue intenzioni di ingegnere militare "per il mantenimen- to del principale dono della natura, cioè la libertà, tro- verò il modo di offendere e difendere mentre sono asse- diato da tiranni ambiziosi" (Manoscritto B folio 100r). Si legge anche il suo curri- culum del 1482 e la domanda d i a s s u n z i o n e i n v i a t a a L u d o v i c o S f o r z a , d u c a d i Milano, uno dei più potenti leader italiani: "Farò canno- ni, mortai e ordigni leggeri di forme belle e utili che non sono in uso. Costruirò cata- pulte, mangani, trabuchi e altri strumenti di ammirevo- le efficacia non di uso comu- ne" (Codex Atlanticus folio 1082r). I suoi disegni e i suoi s c r i t t i s u l l e m a c c h i n e d a g u e r r a f a n n o p a r t e d e l Codice Atlantico conservato p r e s s o l a B i b l i o t e c a Ambrosiana di Milano. "Leonardo fu ingegnere militare per soldi", sottolinea Merlo. Denaro e arte andava- n o d i p a r i p a s s o n e l Rinascimento. "Gli artisti erano interessati ad avere il portafoglio pieno di soldi e i mecenati pagavano in con- tanti", dice Merlo. "Leonardo era un grande imprenditore e un genio del marketing". All'epoca, un altro grande c o n s u l e n t e b e l l i c o e r a Vannoccio Biringuccio (1480-1539), maestro senese della fusione dei metalli e costruttore di armamenti. Il suo trattato in 10 libri sui metalli e la metallurgia ebbe una grande influenza sul c o r s o d e l l a g u e r r a d'Occidente, anche nei tre secoli successivi. Pubblicato postumo a Venezia nel 1540, De la Pirotechnia fu la prima opera a stampa a coprire l'in- tero campo della metallurgia, compresi i processi di ridu- zione dei minerali, le arti metalliche applicate, le fusio- ni di armi e le modalità di produzione della polvere da sparo. Biringuccio è considerato un metallurgista, mineralogi- sta, chimico e tecnico d'epo- ca. Nel suo classico del XVI secolo descrive anche la qua- lità dei metalli e tutte le tec- niche conosciute dall'età del bronzo. "L'opera combina la r i f l e s s i o n e t e o r i c a c o n l a ricerca pratica e l'esperien- za", spiega Merlo. "Biringuccio era cresciuto nel campo dei metalli perché suo padre Paolo era stato uno dei grandi imprenditori metallurgici senesi e anche un politico". Fin da ragazzo aveva girato le miniere di t u t t a I t a l i a e i n E u r o p a , s o p r a t t u t t o G e r m a n i a . "Senza dubbio aveva ispezio- nato le miniere lombarde, in p a r t i c o l a r e q u e l l e d e l l a C a m o n i c a e d e l l a V a l l e Trompia nel territorio bre- s c i a n o , m a a n c h e i n Piemonte e in molte regioni d'Europa, dove aveva acquisi- to un'enorme esperienza pra- tica nel settore", aggiunge Merlo. Il curatore del Museo delle Armi di Brescia osserva che Biringuccio non era solo un intellettuale ma anche un grande imprenditore, "una sorta di Bill Gates del suo tempo, un consulente che veniva pagato profumata- mente". D e l a P i r o t e c h n i a h a segnato l'inizio di un genere: la letteratura tecnologica. Nel secolo scorso è stato tra- d o t t o e c u r a t o d a C y r i l Stanley Smith, metallurgista americano famoso per il suo l a v o r o s u l P r o g e t t o M a n h a t t a n , p e r c u i e r a responsabile della produzio- ne di metalli fissili. N e l s u o f o n d a m e n t a l e libro sulla guerra moderna, il professor Geoffrey Parker afferma che il pilastro della r i v o l u z i o n e m i l i t a r e nell'Europa dell'età moderna era la trace Italienne - traccia italiana della fortificazione - altrimenti nota come fortifi- c a z i o n e a l l a m o d e r n a . All'inizio del 1500 i geni del Rinascimento italiano inizia- rono a creare un nuovo siste- ma di fortificazione per resi- stere efficacemente agli assal- ti dell'artiglieria. Molti archi- tetti e ingegneri italiani crea- rono colossali opere difensive mentre la penisola italiana era sotto attacco da tutti i lati. I loro innovativi bastioni c o m b i n a r o n o p r o g e t t i d i bastioni angolari greci, roma- ni e tardo-bizantini con una nuova disposizione geometri- ca, poligonale, per far fronte alla minaccia crescente nella progressiva potenza del can- none d'assedio. Lo stile di fortificazione italiano (trace Italienne) si diffuse fuori dall'Italia negli anni Trenta e Quaranta del XV secolo, per poi essere adottato in tutta Europa. "Gli ingegneri italia- ni furono chiamati da tutti i sovrani europei per le loro specifiche capacità", dice lo storico Zagli. "Erano molto richiesti per queste nuove fortificazioni". Ad esempio, l'ingegnere militare milanese Giovanni Maria Olgiati (1494-1557) fu al servizio della famiglia genovese dei Doria e di Carlo V, grande imperatore del S a c r o R o m a n o I m p e r o . Qualche decennio prima, F e d e r i c o d a M o n t e f e l t r o (1422-1482), duca di Urbino e condottiero di grande suc- cesso, aveva coltivato una g e n e r a z i o n e d i i n g e g n e r i militari e architetti di spicco. " F r a n c e s c o d i G i o r g i o Martini (1439-1501) da Siena era uno di loro", dice Merlo. Attratto dal campo dell'archi- tettura militare fin dalla gio- vane età, si trovò ad affronta- re nuovi problemi con arti- glierie d'assedio sempre più potenti. "Il duca di Urbino pagava molto i suoi architetti m i l i t a r i . E r a u n u o m o d i guerra", dice Merlo. "Il fio- r e n t i n o F r a n c e s c o d i Giovanni detto Francione, il senese Giacomo Cozzarelli e r a n o a l t r i d u e d e i t a n t i architetti militari impiegati da Federico da Montefeltro". Anche Michelangelo progettò alcuni forti difensivi. Celebri sono i suoi progetti per diver- se fortificazioni di Firenze nel 1529. "A volte questi architet- ti militari erano anche coin- volti in attività di spionag- gio", dice Merlo. N e l 1 4 0 0 e n e l 1 5 0 0 l a produzione di armi ruotava intorno a Milano. "Sappiamo per certo che i primi armaioli bresciani di cui siamo a cono- scenza provenivano dalla vicina Milano. A Brescia, che e r a s o t t o i l d o m i n i o d i Venezia, furono attivi dal 1380 al 1390", spiega Merlo. La città di Brescia ha man- tenuto la tradizione della produzione di armi. In epoca moderna, la città lombarda era nota per forgiare armatu- r e d i f a n t e r i a m a a n c h e armature di lusso. "Fu messo in atto un intero sistema di produzione di armi da fuoco, fucili e pistole, munizioni e relative attrezzature per gli artiglieri, era attiva una vera e propria filiera che coinvol- geva decine di negozi che esportavano in tutta Europa". In città c'erano fonderie di cannoni. "Fin dal 1500, gli armaioli bresciani produssero canne d a c a n n o n e d e n o m i n a t e Lazzarina, dal nome di un antico armaiolo che ne iniziò la produzione a Gardone in Val Trompia", dice Merlo. "La Val Trompia è ancora oggi la numero uno al mondo nella produzione di fucili da caccia". Ancora oggi la Fabbrica d'Armi Pietro Beretta ha sede a Brescia. Fondata nel 1500, Beretta è il più antico produttore attivo di compo- nenti per armi da fuoco al mondo. Oggi l'antica famiglia bresciana di armaioli, arriva- ta alla 17° generazione, è ancora attiva. Le loro armi s o n o a p p a r s e n e l l a s e r i e James Bond e in molti film di Hollywood. Beretta è l'arma scelta dalle forze dell'ordine di tutto il mondo, come i C a r a b i n i e r i i t a l i a n i , i Gendarmi francesi e i Texas Rangers. La sua linea di armi da caccia è la numero uno. Nel 1526, il prodotto inau- gurale di Beretta erano le canne d'archibugio. Beretta fornì 60.000 cannoni alla flotta veneziana nella più grande battaglia navale del Rinascimento, la Battaglia di Lepanto. Combattuta al largo della costa occidentale della Grecia il 7 ottobre 1571, la famosa battaglia arrestò l'e- s p a n s i o n e o t t o m a n a n e l Mediterraneo occidentale. Beretta ha fornito armi per o g n i g u e r r a e u r o p e a d a l 1650. "Una pistola ad avancarica Beretta, una pistola a ruota, è stata recentemente scoperta come appartenente a John Alden, un membro dell'equi- paggio dello storico viaggio nel 1620 della Mayflower che portò i Padri Pellegrini a Plymouth, Massachusetts", dice Merlo. "Uno dei discen- denti di Alden ha trovato una straordinaria pistola Beretta in casa. Oggi l'oggetto storico è c o n s e r v a t o a l N a t i o n a l Firearms Museum vicino a Fairfax, Virginia". Continua da pagina 31 Un quadro del 1500 rappresentante l'antica fucina Beretta (Photo cour- tesy Archivio Beretta) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO

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