L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-24-2020

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GIOVEDÌ 24 DICEMBRE 2020 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Non c'è Natale senza Panettone e Pandoro: dolci tradizioni che hanno conquistato le tavole italiane Il panettone è nato in Lombardia ma oggi è un must nazionale durante le feste di Natale (Ph Décio Guanabarino Silveira Guanabarino da Pixabay) C i sono dilemmi sulla tavo- la di fine anno. Uno di quelli prettamente natalizi, a Milano, è da sempre quello che contrappone panettone e pando- ro? La scelta non è così scontata. Entrambi sono due amati dolci natalizi, nessun dubbio a riguar- do. Non li troverete il resto del- l'anno, se non nella svendita di gennaio, quando tutti i pasticcieri e i supermercati fanno fuori ciò che è rimasto dopo le vendite natalizie. Questo comporta la possibilità di fare un po' di scorta e mangiarli fino quasi a carneva- le, dopo averli comprati a prezzi decisamente più interessanti. Il panettone è un dolce soffice e gustoso e la versione tipica- mente meneghina lo vuole basso. Dentro troverete frutta candita e, sulla sommità, glassa con man- dorle e zuccherini. La sola descrizione è invitante! Dalla versione più classica sono nate alternative per tutti i gusti: panet- tone ripieno di crema, di ciocco- lato, con gocce di cioccolato al posto dei canditi, con farcitura al pistacchio o al limone: interpre- tazioni che hanno reso il panetto- ne non più un singolo prodotto, ma una vera e propria gamma. Il dolce resta fondamental- mente un prodotto artigianale, acquistabile in tutte le pasticcerie e panetterie di Milano, sua città di origine. La scelta non manca (non preoccupatevi!) anche se non abitate a Milano. Se non avete occasione di assaggiare un panettone sfornato da qualche pasticciere, potete optare per un prodotto di qualità seppur indu- striale: uno più rinomati e, conse- LAURA ROSSI guentemente cari, è quello della Venchi. La cura con cui questa ditta realizza il dolce natalizio è nota: prodotti naturali, forno a legna, niente conservanti. Anche la ditta Vergani tenta, pur usando metodi industriali, di mantenere l'artigianalità originaria. La sua esperienza parte dal 1944. Dal 1930 la ditta Cova, sempre mila- nese, realizza anch'essa panetto- ni di qualità rimanendo fedele alla tradizione, con un risultato decisamente piacevole! Secondo vari racconti il panettone nacque da un amore segreto. Ugo, il protagonista maschile di questa storia, si fece assumere nel forno del padre della sua amata come lavorante, per poterle stare vicino. Siccome la situazione della bottega era instabile economicamente, Ugo decise di aiutare la famiglia della sua amata con la creazione di un nuovo "pane dolce" che avesse, al suo interno, anche canditi. Ebbe un grande successo, tanto che il ragazzo creò un vero e proprio fenomeno culinario. Volete sapere se Ugo riuscì a sposare la sua bella dopo tutto questo? Ebbene sì, perchè in ogni storia tra leggenda e fiaba, il lieto fine è d'obbligo! Se comprate il panettone, mi raccomando, conservatene una fetta fino a San Biagio: la tradi- zione non è particolarmente conosciuta fuori da Milano, ma chi vive in città non può sottrar- visi! Il 3 febbraio la chiesa catto- lica festeggia San Biagio, che, secondo i milanesi, protegge il naso e la gola. Quindi il panet- tone, anche se non fresco, è pro- piziatorio per difendersi dall'in- fluenza stagionale. La tradizione vuole che una massaia avesse portato il suo panettone a bene- dire, lasciandolo a frate Desiderio. Nei giorni successivi il frate se lo mangiò. Arrivato il 3 febbraio la donna tornò a riti- rare il suo dolce: il frate era pronto a giustificarsi, ma quando le consegnò l'involucro vi trovò un panettone grosso il doppio. Tra mito e leggenda vi suggeri- sco di conservare una fetta e mangiarvela il 3 febbraio…non si sa mai! Ma se Milano ha il suo sim- bolo gastronomico nel panetto- ne, Verona e il Veneto vantano il pandoro. Soffice e dorato, profu- ma di vaniglia. La forma è a tronco con punte di stella. Fra gli ingredienti principali vi sono farina, zucchero, uova, burro, burro di cacao e lievito. La tecni- ca di preparazione è complessa ma il risultato finale è una squisi- tezza leggera. Lo amano soprat- tutto i bambini per il sapore deli- cato e perchè al suo interno non vi sia niente, nè uvette nè canditi. Il pandoro è un morbido pane dolce che si può anche intingere nel latte la mattina. Quello clas- sico non ha guarnizioni, c'è solo del delicato zucchero a velo sopra la sua sommità. Per i più golosi si affetta e lo si spalma di Nutella. Sì, la scelta è ardua! Chi pre- ferisce il panettone e chi ama fol- lemente il pandoro. Di solito chi mangia l'uno non mangia l'atro, ma questo è un peccato poiché i due prodotti sono fondamental- mente diversi e indubbiamente buonissimi! Il suggerimento? Mangiateli tutti e due, tanto avete un periodo lungo per deci- dere quale preferite tra Natale e la Befana! Ovviamente bisogna conside- rare che durante questo periodo le tentazioni culinarie sono tan- tissime e ogni regione ha la sua specialità ma sia il pandoro che il panettone vanno assolutamente assaggiati altrimenti mancherà uno dei sapori più tipici del Natale italiano.

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