L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-6-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ  6  GIUGNO  2013 Cleopatra romana? Statua di Venere Esquilina. Scultura ellenistiva in marmo pario della prima età imperiale (I secolo a.C.) proveniente dagli Horti Lamiani dell'Esquilino e oggi conservata nei Musei Capitolini di Roma. Rappresenta una donna nell'atto di legarsi i capelli (le dita della mano sinistra si conservano sui capelli raccolti, mentre le braccia, sollevate, sono perdute) prima di immergersi nel bagno. La figura è nuda ad eccezione dei sandali e la scultura si appoggia ad un sostegno che raffigura un vaso intorno al quale si arrotola un cobra, sul quale è poggiato un panno: la presenza dell'animale ha fatto pensare a una rappresentazione romana di Cleopatra. Evidente è la ricerca di una resa naturalistica e idealizzata del corpo femminile nudo, che all'epoca aveva messo in secondo piano i significati sacrali legati alla figura della dea Afrodite. PAGINA  9 Realismo psicologico Dettagli fiamminghi Bellezza coloristica Il cardinale di Rouen. Opera del 1352 di Tommaso da Modena. Fa parte dei ritratti dei Domenicani conservati a Treviso, nella Sala del Capitolo dell'ex convento di San Niccolò. Il pittore e miniatore recepì il naturalismo della scuola bolognese, ma non fu influenzato dalle esperienze più originali come l'espressionismo. Molto importante è l'attività a Treviso. Alla prima fase risalgono i 40 ritratti in cui dimostrò una pittura realisticamente concreta, che non trova riscontro in artisti coevi. A differenza dei complessi motivi allegorici usati a Firenze, ritrasse i membri illustri dell'ordine, ciascuno seduto al suo scranno, in pose reali e così espressivamente caratterizzate da far pensare che si sia servito di modelli, magari i frati del convento. Crea un campionario di personaggi dove, per la prima volta, viene tentato uno studio psicologico. Ercole in lotta col centauro Nesso. Opera di Sebastiano Ricci del 1706 - 1707, conservata a Palazzo Marucelli Fenzi, a Firenze. Fa parte di un ampio complesso decorativo, il maggiore che ci resti del pittore fiorentino. Gli affreschi si situano in cinque stanze a pianterreno del Palazzo: nelle prime due vengono celebrate la vittoria della Pace sulla Guerra e del Vizio sulla Virtù, nelle due successive, il trionfo della Castità sulla Passione e della Saggezza sull'Ignoranza mentre nella quinta, la Sala d'Ercole, vengono celebrate le fatiche dell'eroe, intese come esempio di virtù morali e civiche. Ricci fece prevalere un nuovo ideale, quello della chiara e ricca bellezza coloristica preparando la via a Tiepolo, offrendo la sintesi del più barocco decorativismo e della più sostanziosa pittura. La Sacra conversazione Del Pugliese. Dipinto a olio su tavola di Piero di Cosimo, databile al 1493 e conservato nella Galleria dello Spedale degli Innocenti di Firenze. È estremamente probabile che sia stata commissionata da Piero Del Pugliese, frequente cliente di Piero di Cosimo e di altri artisti dell'epoca. L'opera è una sacra conversazione di impostazione tradizionale, con al centro la Madonna col Bambino seduta su un trono decorato e ai lati una teoria di angeli e santi, disposti con un motivo piramidale. Sebbene più affollata, l'opera rimanda al Ghirlandaio, con un rigoroso uso della prospettiva (visibile nel pavimento a scacchi), un'attenzione "fiamminga" al dettaglio e nella piacevolezza del paesaggio, che si dispone ad arte con colline ai lati e un'apertura lacustre al centro. Tulipani e vocazione Casa dei Tulipani. Olio su Tela di Eugenio Da Venezia del 1962 oggi al Museo Civico di Treviso. Già all'inizio degli anni trenta, il pittore si rivelò un grande colorista. È un colore, il suo, stemperato in sottili gradazioni, quasi impalpabile, importato sulle intonazioni dolci del pastello, ma con alcuni scatti felici dove riappare la lezione tipicamente veneziana della pittura di tocco. Per il maestro veneziano la definizione di arte consiste in "un dono di pochi e ad essa si arriva soltanto quando un'artista la sente come una vocazione; è una forza che deve nascere dall'Io interiore, è una febbre che brucia e quando si sente questo impulso a esprimere si deve farlo in qualsiasi ora, di giorno, di notte, da sano o malato; si avverte l'impossibilità di sottrarsi al suo influsso: l'Arte è un dono superiore, divino!"

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