L'Italo-Americano

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33 GIOVEDÌ 24 FEBBRAIO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a c i t t à d i L o s Angeles celebra i l c e n t e n a r i o della nascita del regista italiano P i e r p a o l o P a s o l i n i ( 5 marzo 1922) con una retro- spettiva integrale dal titolo Conoscenza carnale: i film di Pierpaolo Pasoli- ni. Nata dalla collaborazione tra Cinecittà e l'Academy M u s e u m o f M o t i o n Picture, la retrospettiva si svolgerà fino al 12 marzo all'interno dell'edificio pro- g e t t a t o d a R e n z o P i a n o e inaugurato lo scorso anno. Il programma prevede l'u- t i l i z z o d i c o p i e i n 3 5 m m r e s t a u r a t e d a C i n e c i t t à e pone le basi per un accordo che prevede la programma- zione stabile di rassegne, mostre e attività dedicate al cinema italiano per i prossi- mi cinque anni. La retro- s p e t t i v a a b b r a c c i a i t r e p e r i o d i p r i n c i p a l i d i Pasolini: la sua reinvenzione d e l n e o r e a l i s m o i t a l i a n o come veicolo potentemente lirico per ritratti devastanti d e l l a v i t a m o d e r n a (Accattone, Mamma Roma); i suoi ritratti cruenti della depravazione della società europea (Teorema, Porcile); la sua sconvolgente Trilogia della vita, una celebrazione dei piaceri primari del sesso ambientata nell'antichità, e la sua antitesi, il devastante e c u p o s p e t t a c o l o h o r r o r della seconda guerra mon- diale, Salò. La serata inaugurale si è svolta alla presenza del pre- mio Oscar Dante Ferretti, scenografo e costumista, che ha inaugurato la retrospetti- va ricordando Pasolini, di cui è stato a lungo collabora- tore: "Devo a lui la mia car- riera, ho iniziato come assi- stente scenografo in tre film, a p a r t i r e d a I l V a n g e l o secondo Matteo, prima di firmare la mia prima sceno- g r a f i a p e r M e d e a , c o n Maria Callas. Fu un rapporto di fiducia che durò fino al suo ultimo film, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Ho saputo della sua morte mentre passeggiavo con Elio Petri, è stato un colpo duris- simo". Ferretti, che è volato a p p o s i t a m e n t e a L o s Angeles per celebrare l'ami- c o a r t i s t a , h a a g g i u n t o : "Vent'anni fa, Cinecittà e l ' A c c a d e m i a r e a l i z z a r o n o una bellissima mostra dei miei disegni. Stasera cele- b r i a m o u n a l t r o g r a n d e momento di amicizia tra due istituzioni così attente alla salvaguardia del patrimonio del cinema mondiale". Dante, questa sera ha detto al pubblico in sala c h e d e v e t u t t o a P i e r p a o l o P a s o l i n i . C o m e è n a t a l a v o s t r a collaborazione? Devo tutto a Pasolini per- ché ho iniziato il mio secon- do film, Il Vangelo secondo Matteo, a 18 anni come aiuto scenografo. Ricordo che lui mi stimava molto anche se ero solo un assistente. Il mio capo, Luigi Scaccianoce, non veniva spesso sul set perché lavorava a due film contem- p o r a n e a m e n t e , q u i n d i Pasolini si rivolgeva spesso a me. Durante gli anni della nostra collaborazione e ami- cizia ci siamo sempre rela- zionati formalmente. Era molto gentile e molto dolce. Ogni volta che mi chiedeva le cose di cui aveva bisogno, io facevo di tutto per farle c o m e v o l e v a l u i , a v o l t e addirittura inventavo, sug- gerivo e consigliavo cose dal punto di vista scenografico, che è quello che dà l'atmo- s f e r a a l l a s t o r i a . E ' s t a t o sempre soddisfatto. Quanto era importan- t e l a s c e n o g r a f i a p e r Pasolini nei suoi film? P a s o l i n i d a v a m o l t a importanza alla scenografia perché la parte visiva è la n a r r a z i o n e d e l l a s t o r i a . Anche se spesso le cose sem- brano essere girate sempli- cemente, sono progettate per esserlo, in modo che la narrazione sia percepita in un modo specifico. Il con- trollo del set e della location era quindi molto importante per lui perché era legato alla t r a m a , e l a t r a m a m o l t o spesso si adattava ai luoghi c h e e r a n o i n t e r e s s a n t i e adatti a quello che voleva raccontare. Ho fatto 9 film con lui, film diversi ma tutti d ' e p o c a . L ' u n i c o f i l m p i ù attuale è Salò o le 120 gior- nate di Sodoma, attuale per il periodo in cui è stato gira- to, l'epoca fascista, altrimen- ti gli altri erano film storici. Con lui ho fatto un sacco di storia. C h e r i c o r d o h a d e l vostro incontro? R i c o r d o c h e i l p r i m o i n c o n t r o è s t a t o p e r I l Vangelo secondo Matteo, q u a n d o c o n L u i g i Scaccianoce abbiamo con- trollato le location. Li ho seguiti per cercare di capire cosa avremmo dovuto cerca- re. Succedeva che Pasolini andava da solo a vedere i luoghi e quando aveva indi- viduato quello che gli inte- ressava, chiamava lo sceno- g r a f o e g l i s p i e g a v a c o s a voleva trasmettere nel film. Questo era molto importan- te per lui: non solo scoprire quei luoghi ma anche il sen- timento che gli suggerivano. L u o g h i c h e s p e s s o e r a n o totalmente diversi da come erano stati scritti originaria- mente nella sceneggiatura. Quali film che ha gira- to con Pasolini le sono rimasti particolarmente nel cuore? L'Edipo Re è stato quello che mi ha dato più soddisfa- zione perché Scaccianoce veniva raramente sul set e io mi accollavo tutto. Ricordo c h e P a s o l i n i m i m a n d ò a R o m a d a D e L a u r e n t i i s , dove erano stati costruiti due set interni che servivano per il film e mi disse: "Vai a vedere quello che ha fatto Scaccianoce perché secondo me non va bene con quello che abbiamo fatto noi". Sono andato e siccome in effetti non andava bene, ho cam- biato tutto; Pasolini ha com- mentato: " Or a va bene, è come volevo io". A l t r i a n e d d o t i d e l l a vostra collaborazione? Quando abbiamo fatto Il Vangelo abbiamo girato una p a r t e d e l f i l m v i c i n o a Viterbo, in un posto dove c'era la Torre Chia, i resti di un vecchio castello, e dove c ' e r a i l f i u m e d o v e G e s ù Cristo viene battezzato nel film. Questo castello gli pia- ceva molto e un giorno mi d i s s e : " C h e n e d i c i s e l o p r e n d o e l o s i s t e m o p e r f a r n e l a m i a c a s a ? " C ' e r a solo un muro, una torre e una grande porta. Così mi occupai di progettare una casa, ai piedi della torre, una casa di pietra e vetro mime- tizzata tra le rocce e il verde. Utilizzando il vetro, l'am- biente divenne completa- mente trasparente e il valore storico della rovina rimasta intatta non andò perso. In seguito visse in quel luogo dove, dall'esterno, si vedeva l'interno e si vedeva tutto ciò c h e c ' e r a f u o r i . D o r m i v a come se fosse all'aperto. Ha anche assistito a una partita di calcio, la s f i d a c o n i l r e g i s t a B e r n a r d o B e r t o l u c c i . Che ricordo ha di quel- l'episodio? Ricordo che mentre noi giravamo Salò o le 120 gior- n a t e d i S o d o m a v i c i n o a Bologna, Bertolucci stava girando un altro film vicino a Parma. Siccome Pasolini era molto appassionato di calcio e gli piaceva giocare, una domenica venne orga- nizzata una partita tra la squadra della nostra troupe e q u e l l a d i B e r n a r d o Bertolucci. I due erano amici d i v e c c h i a d a t a m a c ' e r a stato un momento in cui non andavano molto d'accordo, avevano litigato. Mi ricordo c h e a b b i a m o g i o c a t o , i n realtà tutti tranne me che n o n g i o c a v o a c a l c i o , e abbiamo perso. Quella parti- ta però li riavvicinò perché s u b i t o d o p o a n d a m m o a cena tutti insieme e ricordo c h e i n q u e l l ' o c c a s i o n e P a s o l i n i f e c e p a c e c o n Bertolucci. LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES Bernardo Rondeau e Dante Ferretti (Photo courtesy of Academy Museum Foundation) Il premio Oscar Dante Ferretti celebra Pierpaolo Pasolini

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