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GIOVEDÌ 10 MARZO 2022 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Da Venezia 'No alla guerra'. Cortei e manifestazioni per il cessate il fuoco in molte città italiane Sopra Ph Comune di Venezia. Sotto © Yurasova | Dreamstime.com " Faremo tutto quello che si può" ha detto il presidente della Re- pubblica Sergio Mattarella a don Marco Yaroslav Semehen, sa- cerdote e presidente dell'Associa- zione religiosa Santa Sofia per i cattolici ucraini di Roma, dopo aver partecipato alla messa presso la Basilica di Santa Sofia, nel quar- tiere di Boccea della capitale. Il Capo dello Stato ha visitato la chiesa ricevendo in regalo da una bambina una bandiera ucraina, che ha tenuto con sé mentre in- contrava fedeli e volontari che sta- vano raccogliendo aiuti per la po- polazione ucraina. "Non ci sentiamo abbandonati e vediamo nel popolo italiano i no- stri fratelli. Non ci saremmo mai aspettati una risposta così fraterna e forte. Noi possiamo solo pregare per il governo, per i militari. Per la pace", ha detto il sacerdote ucraino. Dall'inizio della guerra, la chiesa è il punto di raccolta e stoc- caggio degli aiuti per la popola- zione ucraina: già una quindicina di camion sono partiti per l'Ucraina con la collaborazione di diversi volontari. La vicinanza del Quirinale alla comunità ucraina di Roma U na voce unanime e decisa: No alla Guerra! A Venezia, da Piazza San Marco, si è levato un messaggio di pace. Quattromila e forse più, hanno camminato insieme. Quattromila e forse più si sono ritrovati in Piazza San Marco per dire basta alla guerra e all'aggres- sione all'Ucraina, già costata la vita a migliaia di civili, incluse parecchie centinaia di bambini. Due anni fa, proprio a cavallo della fine del carnevale iniziò l'i- nimmaginabile, un lockdown causa virus che si diffuse in tutto il mondo. Adesso la pandemia è in retromarcia ma un nuovo e tra- gico spettro sta minacciando la serenità delle genti, e questa volta tocca a noi europei. La Russia è entrata in Ucraina e non si sa ancora quali siano le intenzioni definitive. L'ultima volta che la guerra era arrivata nel Vecchio Continente, era successo nella fratricida guerra dei Balcani (1991-96) e ancora prima era al tempo della II Guerra Mondiale. Dopo un'escalation di tensioni durate anni tra le due nazioni con tanti di presa della Crimea da parte della Russia, la guerra è esplosa in tutta l'Ucraina, culla dell'ex Unione Sovietica, aggre- dita da quella Russia che ha sem- pre mal tollerato qualsiasi aderen- za/ingerenza occidentale, temen- do una presenza militare più mas- siccia della Nato. Così il presi- dente Vladimir Putin ha comin- ciato un'escalation, passando da esercitazioni lungo il confine al riconoscimento delle Repubbliche filorusse del Don, per marciare spedito verso Kiev. Intanto, tra diplomazie inefficaci e sanzioni economiche la cui utilità si vedrà forse nel lungo periodo, a cadere sotto le esplosioni, sono come sempre i civili, la gente della porta accanto. Migliaia le persone traumatizzate e in fuga. La macchina della solidarietà si è subito messa in moto, a Venezia, come nel resto d'Italia e in Europa ma la guerra, quella col sangue e i morti, prosegue. All'indomani della fine di un Carnevale molto ridimensionato per eventi e presenze rispetto al periodo pre-pandemia, mercoledì 2 marzo, la società civile venezia- na si è data appuntamento per scandire un deciso NO alla guer- ra, senza dimenticare che l'ag- gressione all'Ucraina "costituisce una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, della carta delle Nazioni Unite e dei fondamentali valori europei". Alla marcia hanno partecipato tutti: collettivi studenteschi, l'am- ministrazione comunale, l'autorià religiosa del Patriarcaro, varie associazioni locali e Ong tra cui Emergency. Il corteo ha preso il via dal monumento alla Partigiana, per proseguire lungo Riva dei Sette Martiri e Riva degli Schiavoni, fino a raggiunge- re Piazza San Marco, dove i manifestanti si sono radunati davanti alla sede del Patriarcato di Venezia. Da venti anni nessuno aveva potuto manifestare in Piazza San Marco per ragioni di sicurezza. Ma i bombardamenti, le immagi- ni che stanno arrivando dall'Ucraina hanno interrotto la tradizione. L'autorizzazione al corteo è stata concesso in via del tutto eccezionale dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicu- rezza pubblica proprio per la straordinarietà del momento che il mondo sta vivendo a causa del conflitto. L'autorizzazione era stata concessa soltanto in occasio- ne della manifestazione di solida- rietà all'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 e dei funerali di Valeria Solesin, uccisa dai terroristi al Bataclan di Parigi nel novembre 2015. In quell'occasione davanti al feretro della ricercatrice veneziana morta in Francia si riunirono i rappre- sentanti delle tre religioni: Il Patriarca di Venezia, il Rabbino e il Mullah della comunità islami- ca. In mezzo alla folla, anche ucraini e russi, insieme contro questa vile aggressione. Ucraini e russi, insieme come dovrebbero sempre essere. Due popoli amici che oggi le sconsiderate azioni politiche stanno mettendo l'un contro l'altro. Tantissimi i giovani con ban- diere e fiaccole. Numerose le famiglie con bambini piccoli, alcuni ancora in passeggino. "Da ragazza sono scesa in piazza per protestare contro le guerre in Iraq e nella ex Jugoslavia, oggi sono qui con mio figlio, perché non ci può essere altra strada se non il dialogo e la pace" ci dice una mamma. Una mano sventola la bandie- ra dell'arcobaleno, l'altra tiene quella del suo figlioletto. Che futuro lo attende? Nel 2022 sem- bra di essere tornati indietro di decenni con lo spauracchio della minaccia nucleare. Ma l'umanità non dovrebbe aver imparato dai propri errori? Guardando Venezia, la spe- ranza per la nascita di un mondo diverso non può che essere la sola via da percorrere. Vago su e giù per piazza San Marco. Era da tanto che non la vedevo così piena. La gente parla, si confron- ta, ma per una volta le polemiche sembrano lontane: la guerra è un errore e va fermata. Sfoglio nervosamente le noti- zie online. Leggo di bambini nati in rifugi sotterranei. Leggo di famiglie che cercano disperata- mente di raggiungere il confine verso la Polonia, e magari trovare alloggio da parenti o amici, in qualche nazione lontana dalle bombe. Guardo negli occhi ado- lescenti e riconosco in loro quel sacro fuoco di chi crede ancora che il mondo possa cambiare in meglio. Sento le loro parole, infervorate e piene di passione umana. E poi guardo i più picco- lini. Vista l'ora serale, hanno lo sguardo un po' assonnato ma una cosa è certa, andranno a nanna al sicuro, e la loro unica preoccupa- zione sarà sperare che mamma e papà gli facciano vedere il carto- ne animato che tanto gli piace, e magari che i nonni gli comperino una pasta. Così dovrebbe essere per tutti i bambini del mondo. Così dovrebbe essere anche per i bambini ucraini, quelle creaturine che oggi sono vive, ma non sanno se lo saranno anche doma- ni, così come i loro genitori. Da Venezia, NO WAR! Passo e chiudo. Il presidente Sergio Mattarella a Santa Sofia a Roma (Ph Quirinale.it) LUCA FERRARI