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G li Etruschi sono conside- rati la prima grande poten- za culturale e militare della penisola. Avevano una società svi- luppata, buone conoscenze tecnologiche, una lingua complessa e un sistema spi- rituale articolato. La loro estetica raffinata è stata abbastanza potente da influenzare i loro vicini più famosi: i Romani. Ancora oggi, l'eleganza della loro arte rimane simbolo della grandezza della loro civiltà. I Romani, orientati alla guerra, causarono la loro caduta, ma l'influenza etru- sca sulla loro società e cul- tura rimase forte. In effetti, quando noi italiani pensia- mo ai nostri antichi antenati e alle grandi cose che hanno fatto per la civiltà occidentale, dovremmo dare agli Etruschi molto più credito di quanto non fac- ciamo. Ma chi erano? Gli Etruschi abitavano l'odierna Toscana e il Lazio settentrionale, oltre a parti dell'Emilia e dell'Umbria; la loro civiltà si sviluppò tra il 1000 a.C. e il 100 a.C., quando furono con- quistati da Roma. La loro società era probabilmente governata da un'aristocra- zia militare, ma la stragran- de maggioranza della popo- lazione era costituita da agricoltori. Molto probabil- mente utilizzarono abil- mente le numerose risorse naturali della terra, tra cui il rame e l'oro, che contribui- rono allo sviluppo di una nota tradizione metallurgi- ca. Gli Etruschi erano anche esperti navigatori e probabilmente viaggiavano attraverso il Mediterraneo per il commercio. Con l'ascesa di Roma, fu solo questione di tempo prima che le due civiltà si scontrassero: i Romani ave- vano un chiaro piano di espansione da portare avan- ti, ma anche gli Etruschi erano attratti da Roma. La città si trovava in una posi- zione strategica nel Lazio e avrebbe garantito un più facile accesso all'Italia meridionale. Sebbene gli Etruschi non abbiano mai conquistato Roma in senso letterale, la dominarono per un bel po' di tempo, se si pensa che due dei suoi sette re furono, di fatto, etruschi e uno - Servio Tullio - aveva radici etrusche. Servio Tullio è in realtà una figura importante nella storia di Roma: sotto il suo governo si svolse il primo censimento romano e ven- nero attuate riforme sociali e militari fondamentali, che costituirono il nucleo di quella che sarebbe diventa- ta la società romana come la conosciamo. Ma il primo re di Roma, pienamente etrusco, fu Tar- quinio Prisco: come re numero sei, fu il penultimo, seguito da un altro etrusco, Tarquinio il Superbo, sotto il quale il regno roma- no crollò. Nonostante il carattere esuberante, Prisco fu un sovrano importante per la città, che guidò il suo esercito alla conquista di ampie porzioni di territorio nell'Italia centrale. Il suo successore, tuttavia, non lasciò affatto una grande impressione. Tarquinio il Superbo governò da dittato- re e i Romani non erano proprio favorevoli ai ditta- tori: si ribellarono, rove- sciarono la monarchia e istituirono una repubblica. Che si consideri il dominio dei re etruschi su Roma in modo positivo o negativo dal punto di vista sociale e politico, la loro importanza per lo sviluppo della città è innegabile. Fu grazie a loro che quella che nel comples- so era ancora una piccola città divenne una vera e propria città-stato. Gli Etruschi erano anche grandi ingegneri ed è grazie al loro ingegno che Roma si è sviluppata anche dal punto di vista urbanistico, se è vero che da loro hanno imparato un elemento architettonico fondamenta- le: l'arco. Anche il primo sistema fognario della città fu costruito sotto i Tarquini. E se non sappiamo molto della religione etrusca - a parte che avevano un mondo ultraterreno simile a quello di altre civiltà anti- che, dove i morti vivevano nell'eternità in modo spe- culare a come vivevano sulla Terra - sappiamo cer- tamente che i Romani hanno ereditato da loro le tradizioni di divinazione e di interpretazione dei segni divini. Alcune figure essen- ziali della religione romana, come quella dell'aruspice, sono state ereditate dagli Etruschi. L'aruspice era un sacerdote specializzato nel- l'individuare e interpretare i segni divini e la volontà degli dei attraverso l'analisi degli organi degli animali sacrificali, il volo degli uccelli e il modo in cui gli animali sacri... mangiavano il loro cibo! E c'è di più perché, mentre era sul trono romano, Tarquinio Prisco ottenne dalla famosa Sibilla Cumana una serie di libri di divinazione e profezia, i Libri Sibillini, che divenne- ro fondamentali nella reli- gione romana e furono con- sultati fino alla fine dell'Impero Romano d'Oc- cidente. In realtà, la cultura e i costumi etruschi rimasero radicati nella società roma- na fino al periodo repubbli- cano, anche perché Etruschi e Romani... si mescolarono molto tra loro. Quando già facevano parte del Regno di Roma, i soldati etruschi, ad esempio, diedero un grande contributo all'esercito romano, soprattutto durante la Seconda Guerra Punica. La grandezza dei Roma- ni e il contributo che hanno dato alla nostra civiltà sono immensi, ma sarebbe sba- gliato considerare tutto ciò che ci hanno dato esclusi- vamente come farina del loro sacco: non hanno fatto tutto da soli. Gli Etruschi, insieme naturalmente ai Greci e alle altre grandi civiltà del Mediterraneo antico con cui i Romani entrarono in contatto, con- tribuirono pesantemente allo sviluppo della loro società, diventando parte attiva della nostra eredità. Tarquinio Prisco consulta un aruspice, in un dipinto del XVII secolo di Sebastiano Ricci (Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Gallerix. Public Domain) Etruschi a Roma: come hanno reso eterna... la Città Eterna! 33 GIOVEDÌ 14 LUGLIO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI