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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 1 AGOS TO 2013 PAGINA 13 Alessandro Palmerini, talento aquilano per il grande cinema. Il prestigioso David di Donatello dedicato alla sua città DOMENIcO LOgOZZO Dall'Accademia dell'Immagine dell'Aquila ai vertici del grande cinema e della tv, in Italia e all'estero. Alessandro Palmerini, 36 anni, ha vinto il David di Donatello con Remo Ugolinelli per il suono in presa diretta del film "Diaz", dopo il Ciak d'oro e il Nastro d'Argento dello scorso anno. Riconosciuto, ancora una volta, il merito. Una carriera che si sta rivelando luminosa per il talento abruzzese che nel 2008 ha vinto il primo Ciak d'oro con il film "La ragazza del lago" di Andrea Molaioli e il Premio Aits per il film Tv "Maria Montessori" di Gianluca Tavarelli. Un cammino ricco di giusti apprezzamenti. Un lavoro difficile ci sentiamo di condividere i riconoscimenti che ci sono stati tributati. Dopo il Ciak d'oro e il Nastro d'Argento a Taormina di un anno fa, c'era una speranza fondata che ce la potessimo fare a conquistare anche il David per "Diaz", avendo pure avuto la nomination per "Io e te" di Bernardo Bertolucci. Ma il regolamento del premio consente solo una candidatura, quella sul film più votato dalla Giuria dell'Accademia del Cinema che fa le nomination". Cosa ha provato quando ha sentito il suo nome tra i premiati? Una bella emozione e una grande gioia, com'è naturale. Ho pensato di dedicare alla mia città, L'Aquila, questo riconoscimento, grato a Gabriele Lucci e Il 36enne aquilano Alessandro Palmerini con Remo Ugolinelli svolto con grande passione e professionalità. Ad Alessandro Palmerini chiediamo se si aspettava questo prestigioso riconoscimento. Con la serietà e l'onestà intellettuale di sempre, ci risponde: "Con Remo Ugolinelli, uno dei più grandi maestri del suono in presa diretta, al suo quinto David di Donatello, abbiamo fatto un lavoro scrupoloso sul set di 'Diaz', dove davvero il suono ha una rilevanza primaria per un soggetto d'azione che aveva la responsabilità di tradurre sul grande schermo non una finzione, ma il dramma degli ospiti della scuola Diaz di Genova, durante il G8 del luglio 2001, e le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate nella caserma di Bolzaneto. Lì dove alcuni dirigenti e alcuni agenti della Polizia di Stato hanno scritto una pagina nera della nostra democrazia, come ha sancito la magistratura con la sentenza definitiva che ha condannato alcuni di loro. Daniele Vicari, un regista straordinario anche per il coraggio e l'impegno civile riversato nel film, è un autore cui va riconosciuto molto di più del suo valore professionale, proprio per questo servizio reso alla conoscenza di quei gravi fatti e alla loro sanzione morale. C'è stata una grande attenzione al disegno sonoro del film da parte di Vicari, del montatore Benni Atria e di tutti coloro che hanno poi svolto un ruolo fondamentale nella post-produzione e nel missaggio del film. Con loro all'Accademia dell'Immagine per la formazione che vi ho ricevuto, avendo poi avuto anche l'onore di potervi insegnare per qualche anno "Suono in presa diretta", fino al tragico 6 aprile 2009. Naturalmente ho pensato ai miei cari, a mia moglie Margherita, a mia figlia Chiara che ha pazientemente atteso il termine delle riprese di "Diaz" prima di venire alla luce. Mentre scendevate le scale per raggiungere il palcoscenico, cosa vi siete detti con Remo Ugolinelli? Con Remo ho un rapporto di forte complicità, dove la differenza d'età si annulla. È una persona magnifica, un maestro, di professione e di vita, a cui devo davvero moltissimo. Ci siamo guardati negli occhi, dicendoci tutto. Il prestigioso David di Donatello Magica serata nello Studio 5 della Dear di Roma, con tutti i più grandi del cinema e dello spettacolo italiano. Cosa l'ha maggiormente impressionata? È l'atmosfera che si avverte in queste manifestazioni festose ma dov'è palpabile una certa ansietà sebbene tutti si tenti di dissimularla. È vero comunque che già l'essere candidati al David di Donatello è un grande riconoscimento per il lavoro svolto. Quanto ha influito nelle sue scelte e nella sua formazione il fatto di essere cresciuto in una famiglia dove fin da bambino ha respirato l'aria della cultura, con suo padre Goffredo molto impegnato anche in una prestigiosa istituzione cinematografica aquilana? Dalla mia famiglia ho ricevuto un grande bagaglio di valori veri, che talvolta sono stridenti con l'andazzo corrente. Più che le parole, però, è stata la testimonianza di vita dei miei genitori ad essermi d'insegnamento. Da mia madre ho ricevuto una forte sensibilità, da mio padre il desiderio di conoscenza. Da entrambi l'etica della responsabilità, la libertà di decisione nel seguire quelle che sentivo come mie propensioni. L'impegno di mio padre nell'Istituto Cinematografico dell'Aquila è stato quello di amministratore delegato e ora di vice presidente. L'Istituto, ente morale, ha oltre trent'anni di attività alle spalle, con iniziative di notevole valore che hanno richiamato da tutto il mondo all'Aquila i più grandi professionisti del cinema. L'Istituto ha poi fondato l'Accademia dell'Immagine, scuola di alta formazione che si è avvalsa di valenti docen- L'annuncio ufficiale della vittoria del David di Donatello nella serata su Rai 1 Premio per il suono in presa diretta nel film di Daniele Vicari "Diaz" ti di discipline umanistiche e della comunicazione, insieme a grandi professionisti dei vari mestieri del cinema. Mentre riflettevo sulla scelta tra ingegneria o un'altra facoltà scientifica per i miei studi universitari, mio padre mi propose di andare a farmi una chiacchierata con Gabriele Lucci. Ci andai ed egli mi illustrò i programmi dell'Accademia dell'Immagine, che aveva appena concluso il suo primo anno di attività. Mi convinsi che quella era la mia strada. Ed eccomi qui. Tanti traguardi tagliati con successo. Prossimi impegni? Ho finito di lavorare a un film di Gianni Amelio, girato a Milano e in Albania. Appena concluse le riprese non ho avuto che tre giorni di riposo per riprendere il lavoro in un film di Carlo Mazzacurati, che ci sta impegnando in Veneto e Trentino. Saranno due belle storie per il grande schermo, sicuramente. Buona fortuna Alessandro, figlio di una città che con orgoglio e grande dignità, dopo la devastazione del terremoto ed il buio della mancata ricostruzione, vuole ritornare ad essere protagonista nel mondo della cultura cinematografica. Sophia 'o core 'e Napule: la Loren gira tra i vicoli della sua città tra applausi e acclamazioni È tornata a girare tra i vicoli della sua Napoli e la sua gente l'ha acconta festante con fischi, applausi, acclamazioni e grida: "Sofia sei 'o cor 'e Napule" (sei il cuore di Napoli). Dai balconi, dai bordi della strada, dai bassi, tante le dimostrazioni d'affetto per la star cresciuta a Pozzuoli e poi divenuta premio Oscar. Sophia Loren ha girato alcune scene per stada in via Solitaria, a due passi da piazza Plebiscito e nel cuore del popolare quartiere San Ferdinando, dopo le prime girate a Posillipo e a Palazzo Reale, dentro set blindatissimi. L'attrice 78enne sta interpretando il cortometraggio 'La voce umana', diretto dal figlio Edoardo Ponti e tratto dalla piece teatrale "La voix humaine" dello scrittore Jean Cocteau che già Roberto Rossellini aveva portato al cinema con Anna Magnani e che ora è stata tradotta in napoletano e adattata da Erri De Luca che firma la sceneggiatura con Ponti. La pellicola, con atmosfere Enrico Lo Verso con Sophia Loren tra i vicoli di Napoli anni '50, durerà 25 minuti ed è girata con tecniche sofisticate e una nuova macchina da presa digitale affidata alla fotografia del messicano Rodrigo Prieto, nomination all'Oscar per "I segreti di Brokeback mountain". Gli interni sono stati realizzati le scorse settimane a Roma allo Studion 7 e qualche esterno è stato realizzato a Ostia nello stabilimento Vecchia Pineta che aveva utilizzato anche Woody Allen per "To Rome with love". Accanto alla Loren, Enrico Lo Verso che aveva lavorato con il figlio della Loren, Edoardo Ponti ed Erri De Luca per un film realizzato in Val di Fassa in Trentino con Nastassia Kinski e Julian Sands. L'ultima produzione con la Loren risale al 2010: lo sceneggiato per la tv "La mia casa è piena di specchi" di Romilda Villani nel quale interpretava sua madre mentre il suo film precedente è "Nine" di Rob Marshall.