L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE 2022 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Interno della Cattedrale di Santa Maria ad Atri (Ph © Arkantostock | Dreamstime.com) U n volo fino a Pescara, poi pochi chilometri sul litorale adriatico prima di iniziare il dolce declivio che porta a uno dei borghi più iconici dell'Abruzzo. Arrivare ad Atri è facile dal punto di vista automo- bilistico ma di grande effetto dal punto di vista emotivo: un vero tuffo in un'area di grande valen- za ambientale e naturalistica e una cittadina immersa con le fon- damenta nella storia della nostra Penisola. Con i suoi oltre 10mila abitanti, Atri è una dei borghi tipici della provincia di Teramo pur essendo collocata a pochi chilometri dalla città di Pescara, punto di riferimento per tutta la regione Abruzzo. Adagiata su una collina a oltre 440 metri di altitudine, è situata nel comprensorio delle Terre del Cerrano, perfettamente inserita tra il Mare Adriatico e il massic- cio del Gran Sasso. Secondo alcune fonti storiche la città fu fondata dagli Illiri durante il le migrazioni tra il X e IX secolo a.C., con il nome della città deri- vante probabilmente dalla divi- nità illirico-sicula Hatranus o Hadranus. Dopo il 290 a.C. Atri divenne un centro della coloniz- zazione romana e alla caduta del- l'impero romano finì sotto il dominio longobardo e franco, inglobata nel ducato di Spoleto. La città visse i turbolenti anni dell'Alto medioevo venendo coinvolta nella lotta tra Federico Barbarossa e i re normalli e passò poi sotto il controllo svevo e papale. Nel 1251-1252 ottenne il diritto di darsi un proprio statu- to comunale e il grado di città vescovile. Verso la fine del XIV secolo, divenne proprietà del conte di San Flaviano Antonio Acquaviva e capitale del famoso Ducato di Atri. La famiglia degli Acquaviva dominò su queste terre fino alla metà del Settecento quando la città rientrò sotto il controllo del Regno di Napoli. La straordinaria ricchezza sto- rica di Atri salta agli occhi avvi- cinandosi alla città proveniente dalla zona litoranea di Silvi Marina. L'insediamento medie- vale è ancora chiaramente visibi- le ma il fulcro del tessuto urbano è rappresentato dalla basilica di Santa Maria Assunta, concatte- drale della diocesi di Teramo- Atri nella quale ogni anno, nel- l'ambito della settimana dedicata all'Assunta (a metà agosto) si ripete la sacra cerimonia dell'a- pertura della Porta Santa della Basilica della Cattedrale. La Perdonanza della Porta Santa sarebbe stata concessa da Papa Celestino V, il Papa eremita, compagno di Beato Francesco Ronci di Atri. La cattedrale fu realizzata da Raimondo di Poggio e Rainaldo d'Atri, che la iniziarono verso il 1264, in sostituzione dell'Ecclesia de Atri, una chiesa romanica a cinque navate, eretta nel IX sec. La cattedrale fu ter- minata nel 1305, mentre l'ottago- no superiore del campanile venne apposto da Antonio da Lodi forse nel 1502: il portale e lo stupendo rosone furono invece realizzati da Rainaldo Atriano agli inizi del XIV secolo. Il capolavoro archi- tettonico comprende anche il Coro dei Canonici, con alle pareti il ciclo pittorico di Andrea de Litio (1465-1471), la più vasta opera pittorica del primo rinasci- mento in Abruzzo. Andrea de Litio, nato a Lecce dei Marsi intorno al 1420, si formò a Firenze e le sue opere su tavola sono oggi sparse in alcuni musei degli Stati Uniti (Baltimora, Pensilvania). Sul retro della Cattedrale trova ospitalità il Museo Capitolare con una galle- ria di opere di grande interesse storico e artistico. Nel dedalo di vicoli, viuzze e piazzette disseminate di antichi palazzi nobiliari è possibile sco- prire le suggestive chiese di Santa Reparata, San Francesco e Santa Chiara, molto vicine tra loro mentre il Palazzo dei Duchi d'Acquaviva si trova nella piazza omonima e ospita attualmente il comune. Costruito nel XIV seco- lo sul sito di una cisterna romana, ospita le antiche scuderie ducali usate per mostre ed eventi. Il Museo Civico Etnografico ospita oltre duemila pezzi, tra reperti, oggetti della vita quoti- diana e contadina della zona mentre a ridosso del centro stori- co si trova la Villa Comunale dei Cappuccini, in prossimità delle grotte sotterranee risalenti al periodo sannitico che gli appas- sionati potranno visitare con tour guidati alla scoperta dei cunicoli Sospesa tra mari, monti e storia. Atri rivela tracce romane e medievali che profumano di liquirizia GENEROSO D'AGNESE e delle cisterne dell'età romana. A poca distanza dal centro è situata invece la Riserva Naturale dei Calanchi dove gli amanti delle escursioni possono percor- rere splendidi itinerari e sentieri da soli o partecipando a passeg- giate guidate. Non prima di aver però assaggiato alcune specialità di questo splendido borgo affac- ciato sull'Adriatico. Nella degustazione dei piatti tipici non possono mancare il pecorino e la ventricina senza dimenticare i fusilli al sugo di lepre e lo stoccafisso all'abruzze- se. Una prelibatezza locale è il Pan Ducale, una torta di mandor- le che prende questo nome per- ché molto apprezzata dagli anti- chi Duchi di Acquaviva. Il pro- dotto per il quale è però storica- mente nota la città di Atri è la liquirizia. Produrla è un vero e proprio mestiere che risale al Medioevo e forse anche all'epo- ca romana. La si può acquistare in uno dei tanti negozi che ven- dono questo prodotto in tutte le forme e preparazioni. Ogni città ha i suoi eroi e anche Atri vanta numerose per- sonalità ma il nome più impor- tante della storia cittadina è quel- lo degli Acquaviva che possono vantare due figure straordinarie. Claudio Acquaviva, nacque ad Atri nel 154, figlio del duca d'Atri, Giovanni Antonio ed entrò nell'ordine dei Gesuiti dal 1567. Fu per 34 anni generale dell'ordine (dal 1581 alla morte), e diede impulso alle missioni in Inghilterra e in Asia; promosse l'attività scientifica e scolastica, promulgando la celebre Ratio studiorum, esercitando efficace influsso sulla ricca produzione dottrinaria e spirituale dei grandi gesuiti post-tridentini, sulla pre- parazione (1598) della storia generale della Compagnia; rav- vivò la vita spirituale stessa del- l'ordine, promovendo l'uso degli esercizî spirituali, redigendo il Directorium o guida per i diretto- ri di essi, e le Industriae pro superioribus ad curandos animae morbos (1600). Seppe abilmente salvaguardare la Compagnia dagli attacchi esterni e interni. L'altro protagonista della sto- ria locale è Rodolfo Acquaviva, figlio del duca Giovan Girolamo I e Margherita Pio di Carpi, fra- tello tra gli altri del cardinale Giulio, amico di Cervantes e del cardinale Ottavio arcivescovo di Napoli, seguì le orme dello zio padre Claudio ed entrò nella stes- sa Compagnia nel 1568, sce- gliendo la vocazione missionaria in India dove s'incontrò con l'imperatore Moghul Akbar, tro- vando poi il martirio il 15 luglio 1583. Il 6 gennaio 1893 Papa Leone XIII lo proclamò Beato.

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