L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-3-2022

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GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2022 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO La cerimonia della cittadinanza onoraria a Jean Farinelli consegnata dal sindaco di Controguerra (Ph courtesy Comune di Controguerra-D'Agnese) le scuole con il piglio sicuro e iniziando la sua carriera impren- ditoriale a soli 11 anni con un servizio di autolavaggio specia- lizzato che le ha fatto guadagna- re abbastanza denaro da permet- terle, a soli 17 anni, di acquistare la sua Chevrolet decappottabile. Diplomatasi all'American University e ottenuto il master nell'Ohio State University, Farinelli aveva trovato la strada professionale con i corsi post laurea in business management, seguiti alla Wharton School, alla Columbia Business School e alla New York University e nel 1969 ha cominciato a lavorare per il Wall Street Journal. Nel 1987 è divenuta presiden- te e amministratore delegato di una società francese di comuni- cazioni per il marketing interna- zionale che fornisce consulenza ai maggiori dirigenti di società censite da "Fortune 500". Jean Farinelli ha collaborato alla crea- zione di WebDiagnostics, un ser- vizio di valutazione di siti web, all'elaborazione dell'Hidden Value Index per lo studio del- l'immagine dei consorzi azienda- li, e condotto indagini riservate sul livello di soddisfazione dei clienti per conto di diversi mar- chi. È autrice di dozzine di arti- coli nei quali si è occupata di gestione dell'immagine azienda- le, della formulazione di strate- gie efficaci per il marketing e di procedure per l'ottimizzazione delle prestazioni del personale. Farinelli è stata direttrice della "Cologne Life Reinsurance", dell'International Women's Forum" di New York e della "Skin Cancer Foundation" ente fiduciario della Fondazione nazionale per le malattie infetti- ve; è stata presidente della Fondazione della Società di Pubbliche Relazioni d'America, fiduciario e tesoriere della Arthur Page Society e presidente del consiglio e direttore della "20 Sutton Place South Corporation". Attualmente è direttrice di Itanj, l'Associazione di Insegnanti di Italiano del New Jersey. Ha rice- vuto numerosi premi, tra cui il Matrix Award per le Donne nella Comunicazione (Women in Communications) e il premio dell'Associazione degli Insegnanti di Italiano in America (Association of Italian American Educators) per la promozione della lingua italiana. Jean Farinelli è fondatrice ed editrice delle Edizioni Farinelli, create nel 2003 per pubblicare esclusivamente materiale didatti- co di lingua italiana per univer- sità, scuole superiori, scuole medie e studi privati negli Stati Uniti. L'azienda è frutto anche della drammatica esperienza dell'at- tentato alle torri gemelle di New York vissuta personalmente da Farinelli l'11 settembre del 2001. A seguito di quell'evento ha inteso riallacciare i rapporti con le sue origini italiane, riprenden- do lo studio della lingua della sua famiglia di origine emigrata negli Stati Uniti nel 1916 dal paese di Controguerra, in Abruzzo. Tutto quel che resta della famiglia Farinelli è lo sbiadito baule collocato nello studio di Jean. Ma rappresenta molto più del semplice involucro di cartone e tessuto. Per Jean rappresenta la svolta epocale della sua vita. Scoprendo la sua storia l'impren- ditrice di Manhattan ha deciso di tornare sui passi dei suoi avi. "Oggi porto dentro di me un grande rimpianto: quello di aver scoperto solo da adulta la ric- chezza della mia cultura e il pia- cere di parlare italiano. Mio padre ha voluto americanizzarmi GENEROSO D'AGNESE a tutti i costi e non lo biasimo: penso che anche per lui sia stato difficile soffocare le sue origini e che abbia cercato di proteggermi da discriminazioni e umiliazioni. Tuttavia sarebbe stato molto bello se mia nonna avesse potuto raccontarmi la sua storia: magari l'avrei vissuta come una favola a lieto fine. A me piace conoscere l'Italia e con essa le mie radici. Mi sono svegliata da un sonno imposto e mi sono riap- propriata di una fetta del mio cuore che era rimasto nascosto. Tutto quanto ottenuto finora mi fa piacere perché rappresenta il mio percorso professionale. La riscoperta della mia parte italiana ha però cambiato il ritmo della mia esistenza. Ora conto con piacere le ore che mi separa- no dai miei viaggi in Italia, e - dice Jean - godo ogni secondo del sole che prendo sulle bellissi- me spiagge abruzzesi. Se tutto questo è possibile, lo devo dav- vero a quell'unico cimelio tra- mandatomi da un padre troppo impegnato a nascondere le sue radici e vissuto con la rabbia di aver trascorso il suo primo Natale in una fredda stanza a Ellis Island, con il terrore di essere rispedito in Italia". Dall'America a Controguerra per scoprire le radici italiane dei nonni, chiuse dentro un vecchio baule dei sogni I l piccolo comune teramano di Controguerra, Cundrauè o Cundrùuèrrë in abruzzese) conta poco più di duemila abi- tanti. Il sindaco Franco Carlotta ha recentemente consegnato l'at- testato di Cittadinanza Onoraria a Jean Farinelli, residente a New York ma nipote di un corropole- se che tentò la fortuna in America senza poterla toccare. Venne fermato da una polmonite che rese la moglie vedova e il figlio orfano a 3 anni. Saranno proprio i racconti di quel bambi- no nato a Controguerra nel 1910 a regalare il biglietto di ritorno in Abruzzo a Jean. "Quel che conosco della mia famiglia - racconta Jean - mi è arrivato da mio padre perché mia nonna l'ho vista poco e l'ho persa quando io avevo solo 9 anni. So per certo che il grande miraggio americano lo portò in famiglia nonno Pasquale, conta- dino di Controguerra. Nel 1913 nonno Pasquale stava facendo il servizio di leva e aveva ottenuto una piccola licenza. Camminò per giorni sotto la pioggia inces- sante e con il freddo pungente per tornare a casa e rivedere la giovane moglie. La polmonite non lo perdonò e se lo portò via in pochi giorni. Pochi giorni dopo arrivarono le tanto attese carte per l'espatrio". Nella casa di Manhattan, Jean Farinelli conserva uno sbiadito baule da viaggio. E' tutto quel che rimane del sogno originario di nonno Pasquale e nonna Filomena. Ma è anche la chiave di volta per Jean, che attraverso quel baule e le sue reminiscenze ha deciso di dedicarsi al recupe- ro della sua identità italiana. "Rimasta vedova e con due figli piccoli, Umberto e Grazia, mia nonna dovette prendere la più difficile delle decisioni e alla fine decise di mantenere fede al sogno del marito. Partì alla volta dell'America, con i suoi figli; aveva 32 anni e per un futuro pieno di incertezze aveva vendu- to tutti i suoi averi inclusa una piccola collana ricevuta come unico dono di nozze. Arrivarono nel 1916 e per tre mesi rimasero nel ghetto di Ellis Island a causa di un improvviso mutismo della stessa nonna, incapace di rispon- dere alle domande degli ispettori di frontiera". La storia americana della famiglia Farinelli prese le pieghe solite. Il trasferimento a Filadelfia presso parenti e l'inse- rimento faticoso nella comunità italiana. E infine la nascita dei nipoti. Jean ha vissuto tutto que- sto con leggerezza, affrontando

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