L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-3-2022

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GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2022 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Piazzoni si può ammirare al M.H. de Young Memorial Museum di S.F. (Ph© Vitalyedush | Dreamstime.com) GENEROSO D'AGNESE E rano anni effervescenti quelli che l'America vive- va sul finire dell'Ottocento e agli inizi del Novecento. Anni carichi di vitalità artistica che trasformarono il grande e "ruvi- do" Paese (sul finire dell'800 erano state sedate le ultime fiam- mate dei nativi americani) in un cantiere aperto della decorazio- ne, della pittura e dell'architettu- ra. Il World's Columbian Exposition del 1893 aveva aper- to una nuova porta nell'immagi- nario popolare americano, che già con la prima Biennale di Venezia (1892) e con l'Esposizione di Parigi (1889) si era avvicinato alle nuove idee artistiche europee fagocitandone gli artisti più rappresentativi. Tra essi non potevano manca- re gli italiani, figli di una scuola artistica millenaria e possessori di una sensibilità particolare che nell'immensa nazione avrebbe avuto il giusto riconoscimento. In quegli anni le arti erano consi- derate "strumenti per migliorare l'ambiente e il loro obiettivo niente di meno che il fasto pub- blico". Nessuna branca veniva sottovalutata nella grande fanta- siosa tavolata americana. Crebbe ad esempio alla gran- de la pittura murale e con essa lo stile classico di cui gli italiani erano indiscussi maestri. L'Italia a ragion veduta può essere defi- nita la maggiore esportatrice di cultura classica negli Stati Uniti ed italiani sono i nomi degli arti- sti più interessanti impegnati nel grande arricchimento artistico della nazione. Nel Campidoglio di Washington ancora echeggiava il nome di Brumidi, quando nac- que la stella di Vincenzo Aderente. Nato a Napoli nel 1880, questo artista crebbe nelle scuole americane e a soli dicias- sette anni vinse l'Art Students infanzia, ma una volta compiuti 14 anni lo raggiunse insieme al resto della famiglia per aiutarlo a gestire una fattoria nella Carmel Valley, Contea di Monterey. Apprese i primi rudimenti artisti- ci nei dintorni di San Francisco e qui incontrò Granville Redmond, celebre paesaggista californiano ma essendo muto, Piazzoni apprese il linguaggio dei segni per comunicare con lui e diventò uno dei suoi migliori amici, al punto di trascorrere insieme un lungo periodo di lavoro e studio a Parigi. Tornato in America nel 1897, acquisì la cittadinanza sta- tunitense un anno più tardi e diede il via alla carriera, realiz- zando nella metropoli california- na le sue principali opere d'arte. Portano la sua firma i murali dipinti tra gli anni Trenta e Quaranta all'interno della San Francisco Public Library, poi spostati al de Young Memorial Museum alla fine degli anni Novanta. Prima di morire in California il primo agosto 1945, l'artista trasmise la passione arti- stica alle figlie Mireille e Romy, nate nei primi anni del '900. Antecedente a loro, il nome Tojetti risuonò con forza nell'o- limpo artistico americano dell'Ottocento. Domenico Tojetti era nato a Rocca di Papa nel 1807 e aveva studiato con artisti di fama, tanto da ottenere ricono- scimenti dal Vaticano: il pittore lavorò per Papa Gregorio XVI e per Papa Pio IX e realizzò affre- schi nelle chiese di Roma, tra cui la Basilica di San Paolo fuori le Mura e di Sant'Agnese fuori le Mura. Nel 1867 decise di abban- donare al città eterna e si imbarcò, con tutta la famiglia, su una nave diretta in Guatemala. Sopravvissuto miracolosa- mente ad un naufragio trascorse qualche anno nel Paese centroa- mericano per poi trasferirsi prima in Messico e infine a San Francisco. Con lui i figli Eduardo e Virgilio, entrambi pit- tori, e tutti e tre dipinsero murali per molte chiese cattoliche californiane. Ma del loro lavoro resta poco. Gli incendi seguiti al terribile terremoto del 1906 spazzarono via gran parte delle loro opere. Divenuto direttore dell'Accademia di Belle Arti ebbe commissioni artistiche dal magnate della ferrovia John Hopkins e da Tiburcio Parrot. Il testamento artistico di Domenico Tojetti (morto a San San Francisco nel 1892) può essere comunque considerato "L'Allegoria dell'America", dipinto conservato nell'Oakland Art Museum, esempio bellissimo dello stile neoclassico italiano del diciannovesimo secolo. League ottenendo il privilegio di partecipare come assistente alla decorazione della sala da ballo del Waldorf Astoria Hotel. La sua carriera non conobbe pause e l'italoamericano continuò sempre a migliorare la propria tecnica, impegnandosi soprattutto nel set- tore degli edifici pubblici. Sua è la decorazione della cattedrale cattolica di St. Matthew a Washington; nella chiesa della capitale americana, a poca distanza dalle ormai leggendarie opere di Brumidi, lavorò per sette anni insieme all'amico Bashfield per poi spostarsi a Boston, dove eseguì le pitture murali del Keith Memorial Theatre, nell'Indiana, nell'Ohio, nel New Jersey. Nel Queens, a New York, Aderente realizzò gli affreschi del Palazzo di Giustizia ma il suo nome meritò fama imperitura con il tema de "La lealtà" realizzato per i Buoni del Tesoro del Governo americano. Vincent Aderente morì a Bayside, Long Island, nel 1941 lasciando idealmente il suo "testimone" a Gottardo Fidele Piazzoni, autore ticinese di un ritratto della California in quat- tordici paesaggi nella più grande Public Library di San Francisco. Piazzoni nacque a Intragna (Ticino, Svizzera) il 12 aprile 1872. Suo padre partì alla volta della California durante la sua Brumidi, Aderente, Piazzoni, Tojetti: i  muralisti raccontano l'arte italoamericana d'inizio '900

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