L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-8-2013

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/148922

Contents of this Issue

Navigation

Page 10 of 23

L'Italo-Americano GIOVEDÌ  8  AGOS TO  2013 PAGINA  11 Dalle piscine della Catalogna due medaglie inattese. Anche (o soprattutto) dallo staff tecnico. Oro nel fondo alla Grimaldi ANDReA TeDesChI Due medaglie in più del 2012. Può sembrare poco, ma dal momento che il nuoto azzurro alle Olimpiadi di Londra non aveva visto neanche l'ombra del podio, tutto sommato potrebbe anche essere un risultato accettabile. E forse lo è, se pensiamo che fino al 2000 l'intera storia del nuoto azzurro era racchiusa in due, tre nomi, da Novella Calligaris a Stefano Battistelli a Giorgio Lamberti. Poi arrivò la generazione dei Brembilla, dei Rosolino e dei Fioravanti, e l'Italia sembrò diventare l'Australia. Proprio a Sydney, tra l'altro, nelle Olimpiadi del Nuovo Millennio. E dopo la generazione dei fenomeni arrivò quella dei giovani: Filippo Magnini, Fabio Scozzoli, e la "divina" (noblesse oblige, ma lei sicuramente ci crede molto) Federica Pellegrini. I Mondiali di Roma 2009 furono l'apoteosi: due ori per Fede nei 200 e 400 stile libero, da mettere insieme ai 1500 stile di Alessia Filippi. E poi, come spesso capita, il lento declino. C'è chi ha dato la colpa dell'affondamento del nuoto azzurro alla scomparsa prematura di Pierluigi Castagnetti, il tecnico dei record, chi alle decisioni della federazione internazionale sui costumi-jet con i quali gli azzurri avevano raggiunto le vette più alte dell'Olimpo natatorio. Nessuno lo sa, e nessuno soprattutto vuole gettare la croce addosso a chicchessia. È sport, e nello sport una volta si vince e l'altra si perde. Ma non si può nascondere un certo Argento mondiale nei 200 stile per Federica Pellegrini (Ph. c: infophoto) Bronzo nei 1500 stile libero ai Mondiali di Barcellona per Gregorio Paltrinieri e nuovo record italiano: 14'45"37 spaesamento rispetto a come sono maturate le due medaglie azzurre ai Mondiali di Barcellona. La prima. Federica Pellegrini era arrivata in Catalogna in pieno "anno sabbatico", come lo definisce lei, per ritrovare la concentrazione e la condizione persa nella piscina olimpica di Londra. Per questo avrebbe dovuto nuotare solo i 200 dorso e le tre staffette (4x100 e 4x200 stile libero e 4x100 misti, frazione a dorso). Risultato: nel dorso e in due staffette su tre non è entrata in finale, nella 4x200 è arrivata settima insieme a De Memme, Mizzau e Carli. Però ha vinto un argento, nella "sua" gara, i 200 stile libero, in cui non avrebbe dovuto gareggiare. Abile tattica o confusione tecnica? La seconda. Gregorio Paltrinieri, in arte Greg, 19 anni da Carpi, casa dissestata dal terremoto 2012 e allenamento dimezzato per mancanza di strutture a disposizione, nell'ultima giornata dei Campionati conquista il bronzo nei 1500 stile libero dietro all'inavvicinabile cinese Sun Yang e al canadese Cochrane. Di Paltrinieri e del suo staff pare che negli ultimi mesi si sia detto di tutto nelle stanze della Federazione italiana: che non sa nuotare, che non sa virare, che il suo allenatore è un despota. Però lui sul podio c'è andato. E il resto della squadra è andato a fondo, se si esclude l'oro di Martina Grimaldi nella 25 km di fondo in acque libere. Ma quel- lo è un altro sport. Detto questo, e riconosciuto il valore assoluto in campo sportivo della Pellegrini, la sensazione che se ne ricava è che quello che manca al movimento italiano del nuoto, fenomeni a parte, sia un vero programma a lungo termine. Magari non così rigido come quello cinese nè si pretendono i livelli di efficienza a stelle e strisce, non fosse altro per la differenza abissale di budget. Però i talenti in Italia non mancano, e nella maggior parte dei casi vengono abbandonati a loro stessi, o ai gruppi sportivi delle forze armate o delle forze dell'Ordine. Guarda caso, Pellegrini e Paltrinieri fanno entrambi parte della Polizia. Settebello, niente podio dopo 4 gare internazionali di water polo. In semifinale si spegne la luce sul bis mondiale a Barcellona Giù dal podio, per la prima volta negli ultimi quattro appuntamenti internazionali. Il Settebello non riesce a fare poker nella piscina Bernat i Picornell di Barcellona, teatro della 15° edizione dei campionati mondiali di pallanuoto. molto prossimo (e necessario) per rimanere nell'olimpo internazionale del water polo. Un black out (anzi due) che vanificano il buon cammino degli azzurri che avevano dominato il pur semplice girone di qualificazione contro Romania e Ger- Il commissario tecnico Sandro Campagna chiama a raccolta il suo Settebello Colpa della deconcentrazione, dell'appagamento, o forse semplicemente della stanchezza. Può capitare, anche se i due black out patiti dalla nazionale italiana nella semifinale contro il Montenegro e nella finalina per il terzo posto contro la Croazia, sono tanto simili quanto preoccupanti per il futuro prossimo di una squadra per cui il ricambio generazionale potrebbe essere mania (pur battuta con difficoltà), ottimo viatico per l'ottavo di finale contro la Cina, che nella pallanuoto ha ancora molto da imparare. Undici reti rifilate ai Dragoni per affrontare di nuovo la Spagna, nella stessa piscina della finale olimpica del 1992 che vide la rinascita del Settebello: 9-8 per l'Italia contro le Furie Rosse in quella partita, conclusa al se- sto tempo supplementare con la rete di Gandolfi che fece piangere anche il re Juan Carlos. La storia, qualche volta, si ripete. E per una partita si rivede l'Italia campione del mondo in carica: 4-3 agli spagnoli con grande difesa nell'ultimo quarto, e semifinale contro il Montenegro. Una nazione che fino al 2007 non esisteva, ma che unita alla Serbia aveva dominato il mondiale del 2005 nelle piscine di Montreal. Il mondo della pallanuoto a cavallo di un mare: all'ultimo atto giungono Italia, Montenegro, Croazia e Ungheria, tutte in qualche modo figlie dell'Adriatico, geograficamente o storicamente. E qui la luce si spegne sugli azzurri. Un parziale di 10-4 nei primi tre tempi contro i montenegrini ricaccia indietro il sogno del bis mondiale, tanto accarezzato da Tempesti e compagni. Niente finale contro l'Ungheria, solo il match di consolazione contro la Croazia che "copia" i non troppo amati cugini e ci surclassa in velocità e voglia di vincere. Medaglia di legno per il Settebello e arrivederci a Kazan 2015. Dove a difendere il titolo, per la cronaca, sarà l'Ungheria: 8-7 al Montenegro in finale. Il commissario tecnico Sandro Campagna. "Essere tra le prime 4 squadre al mondo è un buon risultato. Trarrò indicazioni da campionato e coppe europee per allargare eventualmente la rosa". Nella finale per il terzo posto a Barcellona il Settebello perde 10-8 con la Croazia. (Ph. c B.Minafra)

Articles in this issue

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-8-8-2013