L'Italo-Americano

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L'Italo-Americano PAGINA  10  GIOVEDÌ  8  AGOS TO  2013 Obiettivo Serie A, ecco le cinque pretendenti allo scudetto 2014 sTeFANo CARNeVAlI Mancano circa 20 giorni alla ripresa della Serie A e, per quanto il mercato sia aperto fino alla fine di agosto, è già possibile farsi un'idea di quelle che, sulla carta, saranno le principali pretendenti al titolo. In prima fila ci sono di diritto i campioni in carica della Juventus. Vincere per la terza volta consecutiva – anche a livello statistico – sarebbe una grande impresa, ma Conte sembra avere le idee chiare. Nessuna traslazione Consapevoli del dispendio di energie che il gioco di Conte richiede, i dirigenti bianconeri stanno completando un organico numericamente importante. La vera incognita restano le gerarchie (e la composizione) dell'attacco in attesa della consacrazione di Pogba. A fianco della Juventus, troviamo sicuramente il Napoli. Archiviato con meno sofferenze del previsto l'addio di Cavani e Mazzarri, i partenopei hanno affidato la squadra a un maestro come Riuscirà Antonio Conte a portare la Juventus al terzo scudetto di fila? verso un maggiormente offensivo 4-3-3: si resterà ancorati al pragmatismo di un 3-5-2 che strizza l'occhio alla difesa a 5. Benitez (unico dubbio su di lui: avrà la grinta per gestire una piazza vulcanica come quella campana?) e rivoluzionato l'or- ganico con innesti di caratura internazionale e funzionali a un progetto a lungo termine. Higuain è un finalizzatore affidabile (anche se non attaccante 'totale' come era Cavani), Callejon attende di esplodere, Mertens ha fatto vedere di che pasta sia fatto in Olanda. Reina tra i pali è una garanzia. Il confermato centrocampo ha grinta e qualità. Subito dietro c'è la Fiorentina. Montella è un tecnico di talento comprovato. La partenza di Jovetic è un brutto colpo, ma sono arrivati pezzi in grado di non farlo rimpiangere: Ambrosini è un gentile omaggio del Milan, Ilicic un eclettico trequartista, Joaquin un'ala esperta e di qualità, Iakovenko un giocatore molto intelligente. Chi fa sognare, però, è Mario Gomez: bomber spietato in cerca di riscatto. E si attende il ritorno 'a pieno regime' di Rossi. La vera incognita, che pongono i viola, 'solo' in seconda fila, è quella tattica: Montella avrà a disposizione un organico molto talentuoso e offensivo (Cuadrado, Ljajic, Aquilani, Pizarro, Borja Valero!): far quadrare il cerchio potrebbe non essere facile. Per quanto non manchino tensioni societarie e persista qualche dubbio su Garcia, guardando la possibile formazione della Roma, non si può evitare di considerarla quarta forza del torneo. Se rimarranno tutti, un centrocampo formato da De Rossi, Pja- Vincenzo Montella avrà in campo una Fiorentina rinnovata dagli innesti nic e soprattutto Strootman farebbe gola anche alle big d'Europa. In difesa è arrivato l'irreprensibile Benatia e si è scommesso su Maicon. Il tridente Totti, Lamela, Destro non ha niente da invidiare a nessuno. Insomma: se la Roma 'tenesse' a livello societario e ambientale, ci sarebbero le basi per un'annata davvero accattivante. Infine la quinta 'sorella': il Milan. La solidità della struttura rossonera e l'apporto di Balotelli sono garanzie. Ma sarebbero bastati pochi ritocchi per rendere il Milan la squadra da battere, almeno in Italia. Invece, in via Turati, perdura un inquietante im- mobilismo. I tifosi sperano nel 'classico' colpo di fine mercato, in grado di riaccendere l'entusiasmo. Ma mai come quest'anno, i nomi che circolano difficilmente potrebbero far compiere ai rossoneri il salto di qualità. Il Milan attualmente è 'prigioniero' di giocatori che non sono più all'altezza della situazione (per lacune tattiche o caratteriali), ma di cui è difficile sbarazzarsi. In più tiene banco il desiderio di un ritorno al 4-3-1-2, anche in assenza di un vero 'numero 10' e senza contare che le difficoltà, per un El Shaarawy accentrato, non farebbero che aumentare. Scherma, la Vezzali torna in Carlsbad non si tinge d'azzurro: fuori subito pedana ai Mondiali di Schiavone e Pennetta, Vinci si ferma ai quarti Budapest. E promette scintille ANDReA TeDesChI "Non sono al top, ma ci provo". L'ennesima rivincita. Non che ne abbia perse molte di gare nella vita, ma per Valentina Vezzali la sconfitta nella semifinale olimpica di Londra 2012 contro Arianna Errigo brucia sicuramente ancora oggi. La campionessa più medagliata nella storia dello sport italiano, se avesse conquistato l'oro (e sarebbe stato il quarto consecutivo) nel fioretto individuale nei Valentina Vezzali Giochi britannici, probabilmente avrebbe appeso la maschera al chiodo. E invece, sulla soglia dei 40 anni (li compirà nel febbraio del 2014) sarà ancora in pedana ai Mondiali di Budapest, in Ungheria, in programma dal 5 all'11 agosto. Qualcuno potrebbe obiettare che nella vita sarebbe opportuno anche saper perdere, ma evidentemente c'è chi non ci riesce. Meglio per l'Italia, se Valentina saprà mettere a frutto la rabbia agonistica che da sempre caratterizza il suo modo di condurre gli assalti anche nell'appuntamento magiaro. Non ci sarebbe da stupirsi se la partita per l'oro fosse ancora una volta una faccenda tutta tricolore, con in prima fila Vezzali, Errigo e l'oro di Londra Elisa Di Francisca. Una che è cresciuta nella stessa palestra di Valentina Vezzali, nella miniera d'oro dei fioretti di Jesi, ma che con la campionessa e concittadina ha spesso incrociato le armi anche fuori dalla pedana. Eppure la forza del fioretto azzurro è sempre stata questa: donne che cordialmente si odiano, ma che quando gareggiano insieme non falliscono mai. Scaramanzia a parte, dunque, l'oro della gara a squadre non sembra in discussione a Budapest. Per il resto, le armi azzurre, ma in rosa, faranno scintille anche stavolta. Una per turno, fuori con onore. Carlsbad non è amica delle tenniste italiane, né di quelle in gran forma né dei ritorni di coloro che hanno fatto la storia. Si ferma ai quarti l'avventura azzurra nei Southern California Open, 800,000 $ di montepremi e il prestigio di fare da apripista nella strada verso gli US Open che scatteranno il 26 agosto. Carlsbad segnava il ritorno in terra americana di Flavia Pennetta e Francesca Schiavone, che negli ultimi anni, hanno scritto le pagine più belle del tennis azzurro in rosa. Una storia che per la brindisina Pennetta è passata anche dai campi in cemento del- Francesca Schiavone (Ph c. Ray Giubilo) la Ucla, dove nel 2009 ha conquistato il torneo WTA di Los Angeles. Sorteggio avverso per le azzurre, di fronte a Carlsbad fin dal primo turno: una sfida fratricida che ha visto prevalere la potenza della Schiavone dopo quasi tre ore di gioco, un tie-break per parte e un 6-4 "di forza" della milanese. Ma quando il tabellone non ti sorride, purtroppo c'è poco da fare. Superata la Pennetta, per Francesca si presentava l'improbo ostacolo Victoria Azarenka, n°3 mondiale e lanciatissima verso New York. 6-2 6-3 e Schiavone a casa. Un po' meglio per l'altra pu- Roberta Vinci (Ph. robertavinci.com) gliese presente a Carlsbad. Roberta Vinci è in un anno di grazia: vittoria a Palermo a metà luglio, in California è la n° 4 del seeding e il primo turno le era risparmiato. Eliminata facilmente in due set la statunitense Mattek Sands, anche per la Vinci uno scontro difficile con una nobile relativamente decaduta. La serba Ana Ivanovic sta risalendo la china, e si vede: Roberta regge tre set ma poi deve cedere il passo alla slava nel cammino verso le semifinali. I destini delle giustiziere delle azzurre si incontrano in semifinale: Azarenka batte Ivanovic e vola in finale contro l'australiana Samantha Stosur che vince 6-2, 6-3.

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