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GIOVEDÌ 1 GIUGNO 2023 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT STEFANO CARNEVALI L 'Inter vince la seconda Coppa Italia consecutiva e mette in bacheca, dopo la Supercoppa, un altro trofeo sta- gionale. In questo momento - escludendo solo il super Napoli 2022/23 - i nerazzurri sono indubbiamente la squadra più forte della Serie A. Troppe le alternative di valo- re ai titolari (comunque di alto livello), tanta l'esperienza in campo, enorme la qualità di alcuni interpreti: tutti elementi che, specie nella gara secca, pos- sono davvero fare la differenza. Questo finale di stagione è dav- vero ricco di soddisfazioni per i tifosi interisti (potrebbe addirittu- ra diventare memorabile, in caso di vittoria nella finale di Champions) ma, inevitabilmente, fa crescere i rimpianti per il brut- to rendimento che la squadra ha avuto per larghi tratti del Campionato: aver abdicato così presto dalla corsa al titolo è asso- lutamente inaccettabile. FINALE INELUTTABILE - La bella finale di Coppa Italia - giocata contro una Fiorentina davvero convincente - ha restitui- to tutto il peso della forza dei nerazzurri. Paradossalmente, la squadra di Simone Inzaghi ha giocato meno bene degli avversa- ri, ma il risultato finale è sempre parso ineluttabile: l'Inter non ha mai dato l'impressione di potersi davvero lasciar sfuggire il titolo. LO SPECIALISTA - Simone Inzaghi si è confermato specialista nelle Coppe: siamo alla quarta finale vinta in due sta- gioni a Milano (due Coppe Italia, due Supercoppe), che si aggiun- gono ai tre trofei centrati con la Lazio (una Coppa Italia, due Supercoppe). In attesa del responso di Champions, va comunque riconosciuto all'ex attaccante una grande abilità nel gestire questi appuntamenti 'senza ritorno'. LO SFORZO VIOLA NON BASTA - Eppure, come detto, la Fiorentina ha giocato una gran bella partita, risultando a tratti addirittura più convincente dell'Inter. I viola hanno comin- ciato benissimo e, dopo solo 3', sono andati in vantaggio: Ikoné, dalla sinistra, ha effettuato un cross rasoterra che ha attraversa- to tutta l'area. Bastoni, sul secon- do palo, si è fatto sorprendere e ha concesso a Gonzalez di fina- lizzare in modo vincente il pro- prio inserimento. L'idea di Italiano, di schierare le ali a piede invertito (supportate da un centrocampo molto tecnico), ha dimostrato subito di pagare. Guidata da un sontuoso Bonaventura (abilissimo sia a schermare Brozovic, sia a sup- portare le azioni d'attacco dei suoi), la Fiorentina ha giocato un grande primo quarto di gara, mettendo a dura prova la tenuta della retroguardia avversaria e - soprattutto - frustrando costante- mente le operazioni di costruzio- ne dei nerazzurri). Eppure questo grande sforzo non è bastato: l'Inter, nonostante qualche sban- data, non ha mai dato la sensa- zione di poter realmente capitola- re e, con il passare dei minuti (complice l'ingresso in partita delle sue stelle) ha raddrizzato la partita, giovandosi anche dell'at- teggiamento spregiudicato dei viola. ATTACCHI DECISIVI - Il rendimento dei reparti offensivi delle due squadre è stato deter- minante: Cabral è stato molto negativo (per quanto ben suppor- tato dalle ali e dalla mediana tec- nica voluta da Italiano, non è mai riuscito ad essere pericoloso), mentre Lautaro è stato semplice- mente perfetto. L'argentino - ancora una volta poco aiutato da uno Dzeko impallato e 'sciupo- ne' - ha concretizzato d'autorità il 'ritorno' dell'Inter. Non appena la Fiorentina ha rallentato un po' (dopo i ritmi 'd'assalto' a lungo tenuti), i crea- tivi dell'Inter hanno preso in mano il pallino del gioco, trovan- do nel 'Toro' un finalizzatore letale. La gara si è ribaltata in otto minuti: il primo gol di Martinez (abile a sfruttare un'in- tuizione di Brozovic), al 29', ha segnato la fine del predominio viola; il raddoppio, sempre fir- mato dall'argentino (spettacolare girata al volo, al 37') ha indiriz- zato la finale verso il proprio destino più scontato. CONTROLLO E REAZIO- NE - La Fiorentina ha il merito di non crollare mentalmente - dopo un dispendioso primo tempo chiuso immeritatamente sotto - e, da subito, si getta alla ricerca del pareggio. L'Inter, con la virtù dei forti, predilige un atteggiamento prudente, puntan- do a controllare le folate degli avversari e provando a colpire in contropiede. I cambi aiutano i due allenatori (Jovic è decisa- mente più 'presente' di Cabral ed è ripetutamente pericoloso; Lukaku, in campo aperto, è un vero 'fattore'; de Vrij comanda il reparto con un'autorità assoluta, rimpiazzando lo svagato Bastoni di serata) e un pizzico di fortuna nell'assedio finale premia defini- tivamente Inzaghi. Vincono i più forti - come ci si poteva aspettare e come l'an- damento complessivo della parti- ta ha fatto ipotizzare -, ma la Fiorentina ha certamente tanti rimpianti - per la gara bella e propositiva disputata -. Adesso entrambe le squadre si dovranno concentrare sulle rispettive finali europee da cui sono attese: Champions per i nerazzurri, Conference per i viola. Dalla Supercoppa alla Coppa Italia: l'Inter vince ancora. A una bella Fiorentina non riesce l'impresa Il tecnico dell'Inter Simone Inzaghi (Ph Calcio © Ettoregriffoni | Dreamstime.com) ora punta alla finalissima di Champions contro il Manchester City all'Italia (il mani di Abbalaka sarebbe stato preceduto da un analogo fallo di Zanotti), la seconda (in avvio di ripresa) ha favorito il gol di Salim Fago (imbeccato da Emmanuel, uscito vincitore da un dubbio contrasto ai danni di Guarino). Nunziata ha provato ad aggiungere centi- metri e chili dalla panchina, ma l'Italia ha faticato a ritrovarsi fino ai minuti finali, quando si è riacceso - dopo una lunga pausa - Baldanzi: il talento dell'Empoli prima ha mandato in porta Montevago, poi è stato molto sfortunato con un tiro a botta sicura ribattuto da Fredrick. Al 5' di recupero, con gli azzurri sbilanciati e stanchissimi, è arri- con grande convinzione: i primi 20' sono stati tutti di marca italiana e non sono man- cate le occasioni da gol. La migliore è stata al 21', quando il solito Casadei ha colpito la tra- versa interna con Aniagboso bat- tuto. Il gol sfiorato ha inciso sul morale e la Nigeria è cresciuta. Gli africani l'hanno messa deci- samente sul piano fisico: ci sono superiori per stazza e corsa e, via via, hanno preso il controllo del gioco. Il 'colpo di grazia' sulle spe- ranze azzurre è arrivato per due dubbie decisioni arbitrali: la prima ha negato un rigore Nazionale (forse ancora scossa dal ko contro la Nigeria), ma al 19' il solito Casadei ha dato la scossa agli azzurrini (gol di testa, su azione da corner, dopo un tocco di Ambrosino). Nella ripresa l'Italia si è definitiva- mente sciolta: Ambrosino - favo- rito dagli impacci della difesa avversaria - ha colpito dopo soli 5' e il definitivo 3-0 è stato messo a segno ancora da Casadei (lesto ad approfittare di un erro- raccio del portiere centroameri- cano). Tra le due realizzazioni anche un gol annullato a Montevago (dubbio offside di Baldanzi). Agli ottavi tocca all'Inghilterra, che ha vinto il girone. vato il 2-0 di Sunday. Una puni- zione parecchio severa. RISCOSSA CON MERITO - L'ultima gara del girone ha messo l'Italia davanti alla Repubblica Dominicana, ancora ferma a quota zero e travolta (0- 6) dal Brasile. Passando anche le migliori terze, le possibilità di qualificazione erano elevate ma, per non rischiare nulla, sarebbe occorsa una vittoria con un buon numero di gol di scarto. L'Italia non ha tradito le aspettative, vin- cendo 3-0 e centrando così - complice la vittoria del Brasile sulla Nigeria (2-0) - il secondo posto nel girone. Il match con i dominicani è iniziato con qual- che timore della nostra CONTINUA A PAG. 38