L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-15-2023

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21 GIOVEDÌ 15 GIUGNO 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LIFE PERSONAGGI RECENSIONI ARTE MODA BENESSERE T ra gli uliveti e i vigneti dell'asso- lato Sud Italia si p u ò t r o v a r e u n t o c c o d i N u o v o Mondo e, no, non sto parlan- do di pomodori... Tra terreni caldi e rocciosi, adornati dal tocco brillante del sole, si trova una pianta che sembra stranamente fuori posto: il fico d'india. Questo intri- gante trapianto botanico ci f a p e n s a r e a i T r o p i c i n e l cuore del Mediterraneo. Ori- ginario delle regioni aride del Centro e Sud America, il fico d'india ha trovato in Italia un'inaspettata seconda casa. Il suo nome botanico, opuntia ficus-indica, potreb- be non essere sulla bocca di tutti gli italiani, ma il frutto che produce è una caratteri- stica familiare e amata del panorama culinario italiano. O l t r e 7 . 0 0 0 a n n i f a , i popoli dell'antico Messico coltivavano il fico d'india, una pianta che sarebbe stata profondamente legata alla loro cultura: i cuscinetti car- nosi del cactus, noti come nopales, e il frutto dolce e succulento, chiamato tunas, erano elementi pregiati della loro dieta. Crudi o cotti, i nopales si sono fatti strada in una varietà di piatti, spes- so preparati con verdure o incorporati negli stufati. I tunas, gustati freschi o tra- sformati in bevande, conser- ve o addirittura in una spe- c i e d i c a r a m e l l a , costituivano insieme sosten- tamento e piacere. Ma il fico d'india era più che cibo per le civiltà precolombiane: gli A z t e c h i , i n p a r t i c o l a r e , vedevano in questa pianta u n o s c r i g n o d i b e n e f i c i medicinali: era usato come cura per le ferite, rimedio per le infezioni e soluzione per i guai dell'apparato dige- rente. Anche i minuscoli insetti cocciniglia che vivevano sui cactus del fico d'india v e n i v a n o u s a t i : q u a n d o s c h i a c c i a t i , q u e s t i i n s e t t i producevano una vivida tin- tura rossa che gli Aztechi usavano per colorare i loro tessuti e come cosmetici. I fichi d'india, infatti, vengono coltivati ancora oggi per rac- cogliere gli insetti cocciniglia e produrre questa preziosa colorazione naturale. Forse, p e r ò , i l s i g n i f i c a t o p i ù profondo del fico d'india era la sua importanza simbo- lica e religiosa: gli Aztechi credevano che la loro capita- le, Tenochtitlán (l'odierna C i t t à d e l M e s s i c o ) , f o s s e stata stabilita in un luogo stabilito dal dio Huitzilopo- chtli: il segno divino della divinità era un'aquila appol- l a i a t a s u u n f i c o d ' i n d i a , un'immagine potente che rimane immortalata ancora oggi sulla bandiera messica- na. Il fico d'india iniziò il suo viaggio transatlantico alla fine del XV secolo, probabil- m e n t e p o r t a t o i n E u r o p a dallo stesso Cristoforo Colombo dopo il suo primo v i a g g i o n e l l e A m e r i c h e . Trovò nel bacino del Medi- terraneo un ambiente note- volmente affine al suo habi- t a t o r i g i n a r i o : c o n l a s u a capacità di prosperare nei terreni poveri e la sua resi- s t e n z a a l l a s i c c i t à , i l f i c o d'india si diffuse rapidamen- te nelle regioni aride d'Italia, d i v e n t a n d o u n a p r e s e n z a comune, in particolare in Sicilia e Calabria, entro il XVI secolo. Il nome italiano, fico d'India, riflette l'epoca del suo arrivo nella penisola: al tempo di Colombo si chia- m a v a " i n d i a n o " q u a l s i a s i c o s a f o s s e o r i g i n a r i a d e l Nuovo Mondo, sulla base della convinzione iniziale che l'esploratore avesse, in effetti, raggiunto le Indie. Il soprannome inglese "prickly pear" è più descrittivo, in quanto si riferisce alle spine ("pungente") che custodisco- no il frutto e alla forma simi- le a una pera del frutto stes- so ("pera"). Da allora i fichi d'India sono diventati una pietra miliare del paesaggio agricolo italiano, soprattutto nelle regioni meridionali, poiché i climi caldi e aridi di queste aree riecheggiano gli habitat originari del cactus centroamericano. In Sicilia, vasti campi di fichi d'india si e r g o n o a l t i , i l o r o f r u t t i vibranti offrono un contra- sto colorato sullo sfondo dei p a e s a g g i r u p e s t r i d e l l a r e g i o n e , m a s o n o d i f f u s i anche in Calabria, Puglia e Sardegna. Nel corso del tempo, gli i t a l i a n i n o n s o l o h a n n o accettato questo cactus del Nuovo Mondo nei loro pae- saggi, ma lo hanno anche integrato nelle loro pratiche culinarie. Consumato fresco dopo aver rimosso con cura il suo strato esterno spinoso, il fico d'india offre un sapore dolce e leggermente pungen- te. Fornisce una rinfrescante esplosione di gusto tropica- le, spesso paragonata a una combinazione di anguria e pera, particolarmente gradi- ta durante le calde estati ita- liane. Ma il ruolo del fico d'india nella cucina italiana va ben oltre l'essere un sem- plice frutto fresco: trasfor- mato in marmellate, gelatine e dessert, dona un tocco di sapore esotico alla tavola ita- liana. E' protagonista anche nei liquori, come il siciliano Ficodì, rinomato per il suo gusto spiccatamente dolce. I cuochi creativi di tutta I t a l i a h a n n o t r o v a t o u n a miriade di modi per portare l e q u a l i t à u n i c h e d e l f i c o d'india nei loro piatti: taglia- t o a d a d i n i , p u ò d a r e u n tocco sorprendente sia alla frutta che alle macedonie salate. La polpa, incorporata in torte, crostate o pasticci- ni, può offrire un tocco tro- picale ai classici dolci italia- ni. In Sicilia il frutto viene utilizzato per aromatizzare gelati e granite. Il fico d'in- dia si trova anche nella cuci- na salata italiana: anche se meno diffuso, può fare da c o n t r a p p u n t o d o l c e a l l e carni in umido o agli arrosti. Agli italiani piacciono anche i nopales, i cuscinetti di cac- tus del fico d'india: una volta tolte le spine, vengono cotti e mangiati come un ortag- gio, anche se questa moda- lità è meno comune in Italia che nella patria originaria delle piante, il Messico. Il viaggio del fico d'india, dal Nuovo Mondo all'Italia, è una straordinaria storia di esplorazione e adattamento culinario e oggi il fico d'In- dia non è solo un alimento base della cucina del sud Ita- lia, ma anche un simbolo della bellezza resiliente del paesaggio mediterraneo. I fichi d'India sono conosciuti in Inglese come prickly pears (Photo: Giuseppe Anello/Dreamstime) Il fico d'india, un dolce regalo del Nuovo Mondo

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