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GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2023 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO A Castagneto Carducci un simposio etrusco mostra kantharos in lucido bucchero nero BARBARA MINAFRA Il tema della mostra è il rap- porto tra gli Etruschi e il vino raccontato attraverso oggetti di uso quotidiano provenienti dalle antiche Populonia (il toponimo Pupluna/Pufluna/Fufluna, rac- conta che fu città sacra al dio del vino), Volterra e Vetulonia. Ce ne sono di bellissimi, come le lucide coppe che si usa- vano nei banchetti, i kantharos, che mostrano la finezza del bùc- chero, la ceramica sottile e leg- gerissima che una cottura parti- colare rendeva nera ma brillante come il metallo. Altri sono rive- latori del costume come gli affa- scinanti ritratti in pietra di una coppia che richiama il più famo- so Sarcofago degli sposi di Cerveteri: svela come al ban- chetto etrusco potessero parteci- pare anche le mogli, non ammes- se nel rituale greco. Ma la donna, nel mondo etrusco, beneficiava di una considerazione civile e sociale ben diversa dal ruolo subalterno greco-romano. Al banchetto prendevano parte cop- pie sposate, ritratte nei sarcofagi o sugli affreschi, come simbolo di unità familiare. Altri mostrano il «Kottabos», l'antico gioco pra- ticato nei simposi e dedicato al piacere del bere: consisteva nel colpire un bersaglio, un piatto o un vaso, con il vino rimasto sul fondo della coppa. «Possiamo ammirare 16 meravigliose coppe che raccon- tano il rituale sociale di una comunità aristocratica. Le abbia- mo restaurate e ci raccontano che mentre Romolo libava con il latte, Numa Pompilio, il secondo dei 7 re di Roma arrivava da una civiltà che aveva già una svilup- patissima cultura del vino tanto che a lui si deve l'introduzione del vino nei rituali conviviali romani» racconta, ricordando che gli Etruschi abitarono l'area toscana dal IX agli inizi del III secolo a.C., Carolina Megale archeologa dell'Università di Firenze e direttrice del Museo Etrusco di Populonia che ha curato la mostra con Edina Regoli, direttrice del Museo civi- co archeologico di Rosignano Marittimo, e Andrea Zifferero dell'Università di Siena. Per comprendere il senso del- l'esposizione e il racconto che da Fufluns si sposta sulla società etrusca occorre affidarsi ai colo- ri. «L'allestimento è stato pensa- to a partire dalla scelta della location: un'antica cantina nel centro di Castagneto Carducci di proprietà della famiglia che gestisce la casa museo del poeta Giosuè Carducci che qui visse. Negli spazi in cui venivano siste- mate le botti per l'invecchiamen- to, ci sono le teche che conten- gono i reperti, posizionati per raccontare come gli Etruschi pre- D ioniso per i Greci, Bacco per i Romani. Il dio del vino per gli Etruschi era Fufluns: giovane, cinto di pampi- ni, con un'anfora in mano, una coppa (il «kantharos») o un tirso ovvero un lungo bastone nodoso sormontato da un viluppo d'ede- ra. Figlio di Tinia, la più impor- tante divinità etrusca più o meno equivalente a Zeus o Giove, e Samia la madre associata alla terra. Il popolo che per 6 secoli principalmente abitò città-stato nelle odierne Toscana, Lazio e Umbria settentrionali, pose sotto la sua protezione gli alberi, la fecondità, il vino e il delirio mistico. Il suo nome deriva da «puple», germoglio. I suoi sacer- doti e sacerdotesse custodivano i saperi legati alla coltivazione della vite, alla potatura e alle pra- tiche per preservare nel tempo i vigneti. Il suo regno era il simpo- sio, quella parte del banchetto nella quale i commensali, dopo aver mangiato nel banchetto, bevevano insieme, cantavano carmi conviviali, recitavano poe- sie, assistevano a intrattenimenti e conversavano. A Castagneto Carducci, borgo toscano nella costa degli Etruschi con una splendida vista sopra il mare che bagna l'isola d'Elba, la mostra "Nel segno di Fufluns. Il vino degli Etruschi' racconta le origini della storia del vino. Dall'evoluzione delle primiti- ve tecniche di coltivazione alla selezione delle varietà di vite, dalla produzione alla conserva- zione, dalle modalità di consumo al commercio, dai rituali sociali e funerari alle forme di rappresen- tazione individuale o collettiva, l'uva, il vino e il bere insieme, oggi sono un importante indica- tore della cultura, delle credenze, dell'economia e della struttura sociale delle antiche comunità del Mediterraneo. In alto le 16 coppe in bucchero nero rinvenute nella Casa del Re sull'acropoli di Populonia (Ph. B. Minafra) Gli Etruschi legarono al vino molti aspetti della vita quotidia- na: fu elemento di distinzione e deologia funeraria e nella ritua- lità, ingrediente centrale nel costume del convivio. ostentazione della ricchezza da parte dei membri eminenti della società, componente sacra nell'i-