L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-7-2023

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LA COMUNITÀ DI SEATTLE 33 GIOVEDÌ 7 SETTEMBRE 2023 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | S usan Gaylard è affascinata dai ve- stiti da anni, ma non nel modo in cui potresti pen- sare. Gaylard, professore as- sociato di studi italiani all'U- niversità di Washington, studia la cultura e l'abbiglia- mento italiani e come si sono evoluti nel corso dei secoli. È un argomento che la interessa da diversi decenni. Da giovane studentessa in Sud Africa, Gaylard era affa- scinata dalla storia, in parti- colare da quella dell'antica Roma. Ha iniziato gli studi di lingua italiana al college. "Avevo intenzione di specia- lizzarmi in chimica o inge- gneria chimica", ha detto, "e ho seguito un corso di italia- no per bilanciare le lezioni di scienze. Ma più studiavo l'italiano, più diventava inte- ressante e stimolante, fino a prendere completamente il sopravvento". Gaylard ha conseguito il d o t t o r a t o i n I t a l i a n i s t i c a p r e s s o l ' U n i v e r s i t à d e l l a C a l i f o r n i a B e r k e l e y . U n capitolo della sua tesi di dot- torato analizzava il modo in cui alcuni autori del Rinasci- mento come Pietro Aretino e Baldassarre Castiglione – entrambi vissuti nel 1500 – si preoccupavano di ciò che indossavano e di come lo indossavano. "Questi e altri autori italiani parlavano di v e s t i t i i n u n m o d o m o l t o intenso e coinvolgente", ha detto Gaylard. "Ho trovato così tanti trattati sulle buone m a n i e r e e s u l c o m p o r t a - mento che ho pensato che sarebbe stato un argomento interessante per un futuro corso sulla cultura italiana". N e l 2 0 0 5 , G a y l a r d è e n t r a t a a f a r p a r t e d e l l a f a c o l t à d e l l ' U n i v e r s i t à d i Washington. È stata felice di scoprire che la UW aveva un'insolita collezione di vec- chie riviste di moda, alcune risalenti al 1700, oltre a una collezione storica di costumi e t e s s u t i o s p i t a t a n e l - l'Henry Art Museum nel campus della UW. Queste risorse non solo hanno aiutato Gaylard nella ricerca, ma l'hanno anche aiutata a creare un corso popolare offerto dal Diparti- mento di studi italiani della UW chiamato "Moda, natu- ra e cultura". Il corso forni- sce una panoramica della cultura italiana concentran- dosi sulla moda e sui costu- mi dal periodo tardo medie- v a l e a d o g g i . A v o l t e , l a classe ha attirato fino a 120 studenti, non solo laureati i n l i n g u e m a s t u d e n t i d i diverse discipline, dal desi- gn alla psicologia. Il corso inizia a metà del 1300, un periodo di grandi cambiamenti nell'abbiglia- mento dell'Europa occiden- tale. All'inizio del XIV seco- l o , s i a g l i u o m i n i c h e l e donne indossavano tuniche lunghe e di genere neutro, larghe e fluenti. Ma verso la metà del secolo, gli orli degli u o m i n i c o m i n c i a r o n o a d accorciarsi e sia gli uomini che le donne iniziarono a indossare abiti più aderenti e specifici per il loro genere. Nella letteratura dell'epoca, questo importante cambia- mento fu molto discusso. "Mentre alcuni elogiavano i tessuti pregiati e gli splendi- di ricami, altri scrittori si sono sfogati sui peccati di vanità e su tutta l'attenzione per le gambe maschili", ha detto Gaylord. Nel 1600, la moda maschile si era orien- tata verso un nuovo stile di abbigliamento dal look più sobrio: l'abito a tre pezzi. "A quel tempo, c'era un orgo- glio per la moderna modera- zione maschile", ha detto Gaylard. "Gli uomini voleva- no ancora apparire squisiti, ma non avevano più gioielli cuciti sui loro vestiti. Gli a b i t i f e m m i n i l i , t u t t a v i a , rimanevano altamente deco- rativi". Gli interessi di ricerca di Gaylard ruotano non solo attorno all'abbigliamento ma anche al modo in cui la politica influenza la moda e viceversa. "Lo stilista Paul Poiret ha introdotto i panta- loni harem nel 1911 proprio mentre l'Italia stava cercan- do di colonizzare la Libia", h a s o t t o l i n e a t o G a y l a r d . "Allo stesso modo, il tailleur pantalone da donna disegna- to negli anni '70 da Giorgio Armani è stato introdotto sullo sfondo degli "anni di p i o m b o " i t a l i a n i ( a n n i d i disordini sociali), una rea- zione alla cultura hippie e a l l a n o s t a l g i a p e r i p r i m i anni del fascismo. Questi fatti lasciano sempre gli stu- denti un po' sbalorditi". Durante le visite annuali in Italia, Gaylard si gode il tempo a Roma, non solo per la sua storia, il cibo e la cul- t u r a , m a a n c h e p e r l a B i b l i o t e c a A n g e l i c a . Situata di fronte a Piazza Sant'Agostino, vicino a Piaz- za Navona, questa biblioteca custodisce uno straordinario archivio di circa 130.000 libri rari e manoscritti. "Questa biblioteca è aper- ta al pubblico dal 1609 ed è probabilmente la più antica biblioteca pubblica d'Euro- pa", ha affermato Gaylard. "È uno spazio bellissimo e stimolante: ci sono studenti universitari che studiano per gli esami, persone come me che sbirciano vecchi libri e bibliotecari estremamente gentili e disponibili, il tutto circondato da diversi piani di libri rari". Un'altra delle sue città italiane preferite è Urbino, situata ai piedi dell'Appen- nino settentrionale. "È una città in gran parte trascurata dal turismo di massa", ha detto Gaylard. "Ha un palaz- zo straordinario, bellissime m o n t a g n e , o t t i m o c i b o e persone affascinanti. Inoltre è la città di Raffaello e lo sfondo del Cortegiano, il lungo discorso di Castiglione su ciò che rende ideale un cortigiano. Gaylord ha pubblicato il suo primo libro, Hollow Men: Writing, Objects, and Public Identity in R e n a i s s a n c e I t a l y , nel 2013. Il suo secondo libro, B e a u t i f u l M o n s t e r s , e s p l o r a l o s v i l u p p o d e l l e immagini delle donne nei libri stampati del XVI seco- lo. Ha un terzo libro in pre- parazione intitolato Cene- r e n t o l a ' s F a s h i o n , un'analisi dell'intersezione t r a m o d a e r a z z a d a l Medioevo all'Italia moder- na. Come insegnante, Gay- lard spera che i suoi studenti non solo acquisiscano una v i s i o n e a p p r o f o n d i t a d e i cambiamenti culturali nel corso dei secoli, ma diano a n c h e u n o s g u a r d o approfondito al proprio rap- porto con la moda e l'abbi- g l i a m e n t o . C o s a s t a n n o indossando? Cosa indosso dice qualcosa e cosa? La moda è, dopo tutto, una forma di espressione di sé. E come ha dimostrato S u s a n G a y l a r d , c i ò c h e indossiamo oggi potrebbe f o r n i r e a g l i s t o r i c i f u t u r i alcune informazioni sulla politica e sugli eventi attuali. Il ritratto di Antea di Parmigianino offre uno sguardo ravvicinato sui tessuti sontuosi e le pellicce lussuose indossate dalle donne benestanti del 1600 (Photo: National Museum of Capodimonte) Il potere dell'abito: l'intersezione tra moda, cultura e politica

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