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www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2023 SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI La strage annunciata del Vajont, 60 anni dopo. Mattarella sui luoghi della memoria: rispettare l'ambiente I disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artifi- ciale del torrente Vajont nell'o- monima valle (al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto), quando una frana precipitò dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino alpi- no realizzato con la diga; la tra- cimazione dell'acqua coinvolse prima Erto e Casso, paesi vicini alla riva del lago dopo la costru- zione della diga, mentre il supe- ramento della diga da parte del- l'onda generata provocò l'inonda- zione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.910 persone, tra cui 487 bambini. «Siamo qui a rendere memo- ria di persone. Le persone che hanno abitato queste vallate. Quelle che sono morte il 9 otto- b r e 1 9 6 3 . Q u e l l e c h e s o n o sopravvissute. Quelle che hanno dovuto lasciare le loro case e quelle che hanno lottato strenua- mente per ricostruirle, per rima- nervi». Nella cerimonia di com- memorazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto: «Storie di luoghi che non vi sono più, storie di luoghi che la tenacia degli abitanti ha voluto far rivivere dopo la tragedia. Insieme con Longarone, Pirago, M a è , V i l l a n o v a e R i v a l t a , Frasèin, Col delle Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, Faè, Erto e Casso. Oggi ci troviamo in un Parco, quello delle Dolomiti Friulane che, nella bellezza di questi luoghi, doverosamente, dedica percorsi alla memoria. Siamo di fronte a due quadri: quello delle Prealpi Carniche. E la diga, creazione artificiale. Entrambi, oggi, silenti monu- menti alle vittime, a quelle inu- mate nei cimiteri, a quelle sepol- te per sempre nei greti dei tor- renti, sulle pendici: donne, uomi- ni, bambini. Quasi cinquecento bambini. Immenso sacrario a cielo aperto che si accompagna al Cimitero di Fortogna, mauso- leo nazionale, dove è stato signi- ficativo, poc'anzi, vedere 487 b a m b i n i i n r i c o r d o d i q u e l l i m o r t i a l l o r a . R i f l e t t i a m o : l a frana, la sparizione, nel nulla, di un ambiente, di un territorio, di tante persone. La cancellazione della vita. Sono tormenti che, tuttora - sessant'anni dopo - tur- bano e interrogano le coscienze. I l g e n e r a l e G i a m p a o l o Agosto, allora giovane ufficiale del 6° Reggimento artiglieria da montagna, intervenuto con gli uomini al suo comando, nelle ore immediatamente successive alla tragedia, ha ricordato, in queste settimane, che i suoi soldati, di fronte a tanto orrore, avevano gli occhi fissi nel vuoto. Vogliamo, oggi, sforzarci di immaginare di specchiarci anzitutto negli occhi di coloro che non vi sono più; che, quando giunsero gli alpini, non c'erano più. Negli occhi dei soccorritori. Negli sguardi severi dei sopravvissuti. Negli occhi di chi oggi è, qui, depositario di questi territori. Per poter dire che la Repubblica non ha dimentica- to. Per poter dire che riuscire ad assicurare condizioni di sicurezza e garanzia di giustizia - come richiede il buon governo - rimane obiettivo attuale e doveroso nella nostra società. Perché occuparsi d e l l ' a m b i e n t e , r i s p e t t a r l o , è garanzia di vita. Per non capitola- re al "desiderio cieco dell'uomo di piegare a proprio piacimento la natura per guadagnarne il massi- mo profitto". A un intervento del- l'uomo che si traduca in prevari- cazione, corrisponde la violenza della natura. Quella violenza che la sapienza delle popolazioni locali, sa temere e da cui cerca riparo, sapendo come va rispetta- ta la natura. Il disastro del Vajont, come sappiamo venne paragonato a quello determinato dallo sposta- mento d'aria derivante dall'e- splosione di un ordigno nucleare. Le Nazioni Unite hanno classifi- cato il Vajont come uno dei più gravi disastri ambientali della storia provocato dall'uomo. Per questa ragione, il 9 ottobre, è stato indicato dal Parlamento "Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambien- tali e industriali causati dall'uo- mo". La tragedia che qui si è consu- mata reca il peso di gravi respon- sabilità umane, di scelte che veni- vano denunziate, da parte di per- sone attente, prima che avvenisse il disastro. Assicurare una corni- ce di sicurezza alla nostra comu- nità significa saper apprendere la lezione dei fatti e saper fare passi avanti. L'interazione dell'uomo con la natura è parte dell'evolu- zione della natura . Perché l'uo- mo fa parte della natura, ma non deve diventarne nemico. Non si tratta di un tema di esclusivo carattere ecologico. Ce lo ha ram- mentato Papa Francesco con la sua ultima esortazione». Nel suo lungo discorso il capo dello Stato ha anche detto: «Un altro impegno si avverte, irrinun- ziabile. Quello della memoria. Ritengo opportuno e doveroso che la documentazione del pro- cesso celebrato a suo tempo sulle responsabilità rimanga in questo territorio. Oggi riveste una fina- lità di memoria. Appunto per q u e s t o , è s t a t a i n s e r i t a d a l l ' Unesco nel suo Registro della Memoria per rendere onore alle vittime del Vajont e per riceverne u n a m m o n i m e n t o p e r e v i t a r e nuove tragedie». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai 60 anni della tragedia del Vajont (Ph Quirinale.it) I lutti mediorientali sul 41°ricordo dell'attentato alla Sinagoga di Roma I 9 ottobre del 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, la Comunità ebraica di Roma fu colpita da un terribile attacco ter- roristico: 40 feriti e una vittima, il piccolo Stefano Gaj Taché, un bimbo italiano di soli due anni. «Una giornata buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata. Nessuno ha pagato per le bombe e le raffiche di mitra che quel giorno hanno spezzato la vita di Stefano, deva- stato una famiglia, provocato dolore in tante altre e sconvolto un'intera comunità. Rinnoviamo l'impegno per non dimenticare ciò che è successo e per conti- nuare a chiedere che sui fatti di quella terribile giornata sia fatta verità storica e processuale. Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il Governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d'Israele e alle comu- nità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai». Così la presi- denza del Consiglio in occasione del 41° attentato alla Sinagoga di Roma, dove la sicurezza è stata innalzata a causa dei drammatici scontri in medioriente. La Sinagoga di Roma (© Lucamato - Dreamstime.com)