Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1511714
GIOVEDÌ 16 NOVEMBRE 2023 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Rara scoperta nel Parco archeologico di Vulci: riemerge una tomba etrusca 'intatta' di 2600 anni fa Le monete recuperate (Ph© Ufficio Stampa e Comunicazione MiC) Sul fondo del mare blu della Sardegna recuperato un tesoro di 30-50mila monete romane del IV secolo d.C. L a necropoli di Vulci conti- nua a regalare scoperte ine- stimabili. Gli scavi archeo- logici hanno appena restituito una tomba a doppia camera intat- ta e risalente a 2600 anni fa. Apparteneva a una donna di rango agiato come si deduce dalla presenza, nel corredo fune- rario, di una fuseruola, oggetto tipico della tessitura, e dalla ric- chezza del vasellame. Databile alla fine del VII secolo avanti Cristo, quando la città aveva raggiunto il suo mas- simo splendore, la Tomba n. 58 ha restituito anfore da trasporto etrusche, olle e pithoi in impasto, vasi in bucchero e in ceramica etrusco-corinzia, oltre a manufat- ti in bronzo, come un calderone. È stata inoltre notata la presenza di chiodi in ferro sulle pareti, anticamente utilizzati per appen- dere festoni o piccoli oggetti. E' preceduta da una camera che invece è stata saccheggiata in antichità, in cui sono state rin- venute due anfore da trasporto della Grecia dell'Est, ceramiche ioniche, corinzie ed etrusco- corinzie, oltre a buccheri e impa- sti locali. Dopo una prima fase di inda- gini che aveva portato alla luce la tomba delle Mani d'argento nel 2012, e durata fino al 2015, gli scavi nella zona all'Osteria sono stati ampliati a partire dal 2018 e hanno condotto al rinve- nimento di altre tombe monu- mentali, tra cui la tomba 31 o del Pittore delle Rondini e, più recentemente, di una serie di sepolcri lungo una strada, resa monumentale da un alto muro. Particolare l'architettura della nuova tomba, caratterizzata da un setto risparmiato nella roccia che crea un arco di passaggio tra il dromos, ossia il corridoio breve con degli scalini, e il vesti- bolo, da cui si accedeva alle due camere, quella frontale e quella di sinistra: manca quella, consue- ta, di destra, evidentemente per- ché lo spazio era già stato occu- pato da altre tombe. All'interno sono stati ritrovati anche i resti dell'ultimo pasto rituale, cosa insolita e rara. Su un braciere in bronzo, con ancora all'interno i Carboni, è stato rinvenuto uno spiedo dove erano infilate le carni da arrostire per l'ultimo pasto mai consumato. L'ambiente sepolcrale consen- tirà anche di aggiungere un altro tassello nello studio dei legami tra le famiglie sepolte. È stato scoperto nel mare della costa nord orientale della Sardegna, nel territo- rio di Arzachena, un ricco depo- sito di follis risalente alla prima metà del IV secolo d.C. Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso del ritrovamento, il numero delle grandi monete di bronzo si aggirerebbe tra i 30.000 e i 50.000 esemplari. Molte di più, quindi, di quelle rinvenute nel 2013 nel Regno Unito, a Seaton, quando riemer- sero 22.888 follis. Oltre a quest'ultime sono state indivi- duate anche pareti di anfore di produzione africana e, in minor numero, di produzione orientale. A scoprire i reperti è stato un cittadino che, nel corso di un'im- mersione, ha notato dei resti metallici a poca profondità, non distante dalla costa. Il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro insieme con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna e del Nucleo Carabinieri Subacquei della Sardegna hanno eseguito una prima ricognizione, con la colla- borazione del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Cagliari e di quello dei Vigili del Fuoco di Sassari, insieme alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza e alle Capitanerie di Porto. Le immersioni hanno rive- lato l'esistenza di due macro- aree di dispersione dei follis in un grande spiazzo di sabbia che si apre tra la spiaggia e la posi- donia: quest'ultima, per posizio- ne e morfologia del fondale potrebbe conservare resti cospi- cui di un relitto. Tutte le monete prelevate sono in uno stato eccezionale e raro di conservazione. Solo 4 pezzi risultano danneggiati, anche se comunque leggibili. Il contesto cronologico delle mone- te è riscontrabile in un arco tem- porale tra il 324 (monetazione di Licinio) e il 340 d.C. Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia pre- senti come cesari ma soprattutto dall'assenza di centenionales, coniati a partire d al 346 d.C. Il gruppo dei follis recuperato pro- Ph Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria meridionale viene da quasi tutte le zecche dell'impero attive in quel perio- do ad eccezione di Antiochia, Alessandria e Cartagine. Il restauro delle monete e dei mate- riali rinvenuti permetteranno di approfondire la conoscenza del contesto dei reperti. Secondo il direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Luigi La Rocca: "Il tesoro rinvenuto nelle acque di Arzachena rappresenta una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni ed evidenzia ancora una volta la ric- chezza e l'importanza del patri- monio archeologico che i fondali dei nostri mari, attraversati da uomini e merci fin dalle epoche più antiche, ancora custodisce e conserva. Un patrimonio straor- dinario ma anche molto fragile, costantemente minacciato da fenomeni naturali e dall'azione dell'uomo, sulla cui tutela il ministero, attraverso le sue strut- ture centrali e periferiche, ha svi- luppato metodologie e tecniche di recupero e di conservazione di straordinaria efficacia e messo in campo innovative strategie di valorizzazione".
