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GIOVEDÌ 4 APRILE 2024 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Il racconto fotografico da non perdere: in 90 scatti 'Icons' riempie gli occhi di meraviglie lontane S teve McCurry è uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea ed è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico che nelle sue fotografie riconosce un modo unico e diretto di guardare il nostro tempo. A Pisa, nel contesto degli Arsenali Repubblicani, la mostra "Steve McCurry. Icons" presen- ta, in oltre 90 scatti, un efficace riassunto della sua vasta produ- zione. La mostra propone ai visi- tatori un viaggio simbolico nel complesso universo di esperien- ze e di emozioni che da oltre 40 anni caratterizza le sue immagi- ni, a partire dal famoso scatto di Sharbat Gula, la ragazza afghana che McCurry ha fotografato nel 1984 nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che è diventata un'icona assoluta della fotografia mondiale. Dall'India alla Birmania, dalla Mongolia all'Africa, fino in Italia: con le sue fotografie Steve McCurry ci pone a contat- to con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più dispara- te. Scatti che catturano storie di gioia e aggregazione, di solitudi- ne e sofferenza, di resilienza e solidarietà, di famiglia e amici- zia e mettono in evidenza una condizione umana fatta di senti- menti universali, di sguardi la cui fierezza afferma, al di là dei confini geografici e culturali, la medesima dignità. Con la sua fotografia, McCurry attraversa le frontiere e consente a tutti di conoscere da vicino un mondo che sempre più è destinato a grandi cambiamenti. La mostra, organizzata da Artika e curata da Biba Giacchetti con il Team Mostre di Sudest57, ha inizio con una straordinaria sequenza di ritratti e si sviluppa attraverso un per- corso libero che abbraccia diver- si temi e situazioni. "Icons" è inoltre il titolo di una pubblica- zione che costituisce il catalogo della mostra, un dialogo esclusi- vo nel quale Steve svela le storie e i retroscena delle sue immagini più amate. Attraverso il suo particolare stile fotografico, Steve McCurry pone la propria attenzione sull'u- manità del soggetto. Con i suoi scatti ci trasmette il volto umano che si cela in ogni angolo della terra, anche nei più drammatici. Se Henri Cartier-Bresson è stato "l'occhio del suo secolo" (il Novecento), McCurry è proba- bilmente il fotografo contempo- raneo più incline a raccoglierne l'eredità. Grazie alla sua spiccata sensibilità, è capace infatti di penetrare in profondità dei sog- getti scelti, svelando la profonda somiglianza di tutti gli individui sulla terra, al di là delle difficoltà socio-culturali. Il fotografo cerca sempre di attribuire un volto alle situazioni in cui si trova immer- so da reporter, soprattutto se tali circostanze si presentano estre- mamente tragiche. La curiosità è il motore della sua ricerca, capace di spingerlo, fin da adolescente, ad attraversa- re ogni confine, fosse esso fisico, linguistico e culturale. In ogni sua foto Steve McCurry ci rac- conta una storia che, una volta svelata, è in grado di comunicare la complessità di un intero conte- sto. Queste le parole di McCurry: "La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente. Cerco il momento in cui si affaccia l'ani- ma più genuina, in cui l'espe- rienza s'imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizio- ne umana. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa del- l'essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità". Il percorso espositivo permet- te di ammirare alcuni tra i più grandi progetti fotografici di McCurry proponendosi come un affascinante viaggio attraverso le sue straordinarie esperienze foto- grafiche in diversi angoli del mondo. Immagini che, anziché seguire coordinate limitanti, invitano gli spettatori a immer- gersi in un viaggio onirico tra le icone del celebre fotografo, offrendo la libertà di esplorare in modo autonomo. L'itinerario espositivo inizia "I funanmboli della pesca, Weligama, Sri Lanka, 1995" e "Beirut, Libano, 1982" Ph courtesy ©Steve McCurry