L'Italo-Americano

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www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GIOVEDÌ 2 MAGGIO 2024 SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Dai patrioti della Resistenza civile ai 350mila caduti alleati per cui 'l'Italia s'inchina con riconoscenza' C ontinua Mattarella: "L'8 settembre, con i vertici del Regno in fuga, fece precipitare il Paese nello sconforto e nel caos assoluto. Ma molti italiani non si piegarono al disonore. Scelsero la via del riscatto. Un riscatto morale, prima ancora che politico, che recuperava i valori occultati e calpestati dalla dittatura. La libertà, al posto dell'imposizio- ne. La fraternità, al posto dell'o- dio razzista. La democrazia, al posto della sopraffazione. L'umanità, al posto della bruta- lità. La giustizia, al posto dell'ar- bitrio. La speranza, al posto della paura. Nasceva la Resistenza, un movimento che, nella sua plura- lità di persone, motivazioni, pro- venienze e spinte ideali, trovò la sua unità nella necessità di porre termine al dominio nazifascista sul nostro territorio, per instaura- re una convivenza nuova, fonda- ta sul diritto e sulla pace. Scrisse Padre Davide Maria Turoldo: «Tra i morti della Resistenza vi erano seguaci di tutte le fedi. Ognuno aveva il suo Dio, ognuno aveva il suo credo, e parlavano lingue diverse, e avevano pelle di colore diverso, eppure nella libertà e nella umana dignità si sentivano fratel- li». Fu così che reduci dalla guer- ra e giovani appassionati, conta- dini e intellettuali, monarchici e repubblicani, si unirono per lotta- re, con le armi, contro l'oppres- sore e l'invasore. Tra di loro uomini, donne, ragazzi, di ogni provenienza, di ogni età. Combatterono a viso aperto, con coraggio, contro un nemico fero- ce e soverchiante per numero, per armi e per addestramento. Vi fu l'eroica Resistenza dei circa sei- centomila militari italiani che, dopo l'8 settembre, rifiutarono di servire la Repubblica di Salò, quel regime fantoccio instaurato da Mussolini sotto il totale con- trollo di Hitler. Furono passati per le armi, come a Cefalonia e a Corfù, o deportati nei lager tede- schi. Furono definiti "internati militari", per negare loro in que- sto modo persino lo status di pri- gionieri di guerra. Ben cinquanta- mila di loro morirono nei campi di detenzione in Germania, a causa degli stenti e delle violen- ze. Vi fu la Resistenza della popolazione, ribellatasi sponta- neamente di fronte a episodi di brutalità e alle violenze, scriven- do pagine di eroismo splendido di natura civile. Vi furono le coraggiose lotte operaie, culmi- nate nei grandi scioperi nelle industrie settentrionali". Mattarella ha quindi parlato della Resistenza: "A migliaia, uomini, donne, religiosi, funzio- nari dello Stato, operai, borghesi, rischiando la propria vita e quella dei loro familiari, si opposero alla dittatura e alle violenze sistemati- che, nascondendo soldati alleati, sostenendo la lotta partigiana, falsificando documenti per salva- re ebrei dalla deportazione, stam- pando e diffondendo volantini di propaganda. Fu la Resistenza civile, la Resistenza senza armi, un movi- mento largo e diffuso, che vide anche la rinascita del protagoni- smo delle donne, sottratte final- mente al ruolo subalterno cui le destinava l'ideologia fascista. Scrive, riguardo a questo impe- gno, Claudio Pavone: «Essere pietosi verso altri esseri umani era di per sé una manifestazione di antifascismo e di resistenza, quale che ne fosse l'ispirazione, laica o religiosa. Il fascismo aveva insita l'ideologia della vio- lenza, la pietà non era prevista».La Resistenza, nelle sue forme così diverse, contribuì, in misura notevole, all'avanzata degli Alleati e alla sconfitta del nazifascismo". Dopo Mattarella ha ringrazia- to gli Alleati: "Ai circa trecento- cinquantamila soldati, venuti da Paesi lontani, morti per liberare l'Italia e il mondo dall'incubo del nazifascismo, l'Italia si inchina doverosamente, con commozione e con riconoscenza. Quei ragazzi, che riposano sotto le lapidi bian- che dei cimiteri alleati che costel- lano la nostra Penisola, li sentia- mo come nostri caduti, come nostri figli. Liberazione, dunque, dall'oc- cupante nazista, liberazione da una terribile guerra, ma anche da una dittatura spietata che, lungo l'arco di un ventennio, aveva co". A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse final- mente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia. Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo, costantemente e con- vintamente, in quella speranza. E per questo - ha concluso il presi- dente della Repubblica Sergio Mattarella - va ripetuto: Viva la Liberazione, viva la libertà, viva la Repubblica!". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79° anniversario della Liberazione (Ph Quirinale.it) Corona al Monumento ai Caduti a Civitella in Val di Chiana per il 25 aprile (Ph Quirinale.it) un popolo contro la barbarie nazifascista - hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democra- zia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di auto- ritarismo o di totalitarismo. Aggiungo - utilizzando parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975 - che "intorno all'antifasci- smo è possibile e doverosa l'u- nità popolare, senza compromet- tere d'altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazio- nale, il pluralismo sociale e poli- tico, la libera e mutevole articola- zione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democrati- soffocato i diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali, perseguitato gli ebrei e le mino- ranze, educato i giovani alla sacrilega religione della violenza e del sopruso. L'entrata in guerra, accanto a Hitler, fu la diretta e inevitabile conseguenza di questa fanatica esaltazione". Nella parte conclusiva del suo discorso il capo dello Stato ha quindi spiegato il senso della ricorrenza: "Il 25 aprile è, per l'Italia, una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà, che - trovando radici nella resistenza di

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