L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-16-2024

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21 GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2024 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l 2024 segna il cente- nario della morte di G i a c o m o P u c c i n i , ricorrenza che verrà celebrata in tutto il mondo con eventi dedicati a uno dei più grandi composi- tori dell'opera italiana. L'Isti- tuto Italiano di Cultura di Los Angeles lo ha fatto con un concerto in omaggio al lascito di Puccini e dedicato alle sue arie più amate e ad altri classici dell'opera, por- tati sul palco dalle voci delle soprano Yeajin Jeon e Sara Cortelezzis, insieme al tenore Ivan Magrì. Altri ospiti spe- ciali della serata sono stati il direttore musicale della LA O p e r a J a m e s C o n l o n , l a direttrice artistica e sovrin- tendente della Fondazione A r e n a d i V e r o n a C e c i l i a Gasdia e il portavoce dell'A- genzia Nazionale del Turi- smo Italiano Fabrizio Lanza- fame. "Siamo orgogliosi di offri- re un momento celebrativo d e l c a n t o l i r i c o i t a l i a n o , recentemente riconosciuto come forma di Patrimonio Culturale Immateriale dal- l'Unesco, e di commemorare il centenario della scomparsa di uno dei compositori più venerati al mondo, Giacomo Puccini, insieme a due part- ner straordinari, la Fonda- zione Arena di Verona e la L A O p e r a " , h a a f f e r m a t o Emanuele Amendola, diret- tore dell'Istituto Italiano di C u l t u r a a L o s A n g e l e s . "Come Istituto dedicato alla promozione della cultura ita- liana e alla promozione dello scambio culturale, questa c o l l a b o r a z i o n e n o n s o l o incarna la nostra missione di connettere le comunità attra- verso il linguaggio universale dell'arte, ma sottolinea anche la rilevanza duratura dell'o- pera. Dall'uso della lingua italiana alle ricche tradizioni della regia, dalla maestria della scenografia all'espe- rienza vocale dei cantanti sul p a l c o , l ' o p e r a l i r i c a è u n potente veicolo per promuo- vere il patrimonio culturale del nostro Paese. Ma soprat- tutto, l'opera supera i confi- ni, parlando alle profondità dell'esperienza umana, evo- cando emozioni e suscitando pensieri", ha spiegato Amen- dola. In Italia le celebrazioni in onore di Giacomo Puccini prenderanno il via all'inizio dell'estate all'Arena di Vero- na con un concerto dell'or- chestra diretta dal maestro Riccardo Muti e composta da 1 5 4 m u s i c i s t i e c i r c a 3 0 0 coristi di tutte le Fondazioni dell'Opera Italiana prove- nienti dalle più importanti Orchestre d'Opera. La serata darà il via a un ampio pro- gramma di spettacoli che si protrarrà fino al 7 settembre ( t u t t e l e i n f o r m a z i o n i qui: www.arena.it). La vita. Giacomo Puccini nacque a Lucca il 22 dicem- bre 1858, ultimo di una dina- stia di compositori che per più di un secolo ha avuto il monopolio sulla gestione musicale della città. Ricevet- te le prime lezioni di musica dal padre Michele, prima della sua prematura scom- parsa nel 1864. Poiché la f a m i g l i a g e s t i v a a n c h e i l ruolo di maestro di cappella da 124 anni, ci si aspettava c h e P u c c i n i p r e n d e s s e i l p o s t o a p p e n a f o s s e s t a t o abbastanza grande. Tuttavia, avendo solo sei anni quando suo padre morì, non prese il comando dell'orchestra e la sua carriera musicale ebbe inizio solo quando si unì al coro giovanile presso la Cat- tedrale di San Martino. Le sue prime composizioni pre- sero vita proprio a Lucca, inclusa la Messa per 4 voci, il suo pezzo di laurea scritto nel 1880. Dal 1880 al 1883 Puccini frequentò il Conser- vatorio di Milano. La musica. Puccini rag- g i u n s e i l s u c c e s s o c o n l e opere Tosca (1900) e Mada- me Butterfly (1904), che lo resero il compositore più r i c c o e f a m o s o d e l s u o tempo. Tra il 1910 e il 1918, completò La fanciulla del West, La rondine e Il tritti- c o : I l t a b a r r o , S u o r Angelica e Gianni Schicchi. La sua ultima opera, Turan- dot, su cui aveva iniziato a lavorare nel 1920, si rivelò molto problematica e Puccini prese spesso in considerazio- n e l ' i d e a d i a b b a n d o n a r e l'impresa. Gli fu diagnostica- to un cancro alla laringe, e per sottoporsi a un tratta- mento innovativo e speri- m e n t a l e d i r a d i o t e r a p i a , andò in una clinica specializ- zata a Bruxelles. Sopravvisse a l l ' o p e r a z i o n e s o l o p o c h i giorni, e morì il 29 novembre 1924. La Turandot rimase q u i n d i i n c o m p i u t a e f u messa in scena per la prima volta nel 1926 diventando una delle sue opere più ese- guite. "Puccini era un interna- zionalista; era al corrente di t u t t o c i ò a c c a d e v a n e l m o n d o . L a s u a m u s i c a mostra infatti le influenze di Ravel, Debussy, Stravinsky. Assimilava tutte le influenze e le usava per se stesso, per le sue opere", ha commentato il direttore Conlon sulla musi- ca di Giacomo Puccini. "Nella mia mente, Turandot non è affatto la sua ultima opera, bensì rappresenta la diretta conseguenza dei lavori prece- denti che hanno caratterizza- to la vita di questo grande compositore, il cui genio era doppio: sia come composito- r e e m u s i c i s t a , m a a n c h e come persona conoscitrice del teatro. L'istinto di Puccini per il teatro era probabil- mente così forte quanto il suo istinto da compositore. E lo disse lui stesso di non riu- scire a scrivere molta musica finché non poteva concepire come sarebbe stata la scena in tutti i suoi dettagli, quindi è stato un compositore emi- nentemente teatrale nei suoi scritti. La prova è che scrisse pochissima musica che non fosse per il teatro dell'opera, e tra le varie opere passarono molti anni". La sua eredità. "Puccini è uno dei due ultimi massimi esponenti dell'opera melo- drammatica italiana insieme a Giuseppe Verdi. Con loro, l'opera ha raggiunto il suo vertice, il suo zenit, non può essere superata. Anche se ci sono state altre importanti composizioni da parte di suc- cessivi compositori italiani negli ultimi 100 anni, nessu- no ha mai effettivamente raggiunto il suo livello. Il mondo è cambiato troppo dagli agli anni '20. L'influen- za e l'intreccio con la musica tedesca, austriaca e francese, c o n S t r a v i n s k i j e c o n i l modernismo, ha influenzato così tanto la musica che non ci sarà mai più un momento storico in cui qualcuno scri- verà un'altra opera di Pucci- ni". Ha detto James Conlon in chiusura. "Le sue compo- sizioni, dalla fine del XIX secolo fino al primo quarto del XX secolo, rimangono tra le più centrali nei repertori dei teatri d'opera. In conclu- s i o n e , p e r d e s c r i v e r e l a sua Turandot, vorrei usare una famosa citazione che Winston Churchill usò nel 1939 parlando della Russia. La descrisse così: "È un indo- vinello avvolto in un mistero all'interno di un enigma". Giacomo Puccini, la sua vita, la sua musica, la sua eredità Da sinistra, la soprano Yeajin Jeon, il tenore Ivan Magrì, Cecilia Gasdia Direttore Artistico e Sovrintendente Fondazione Arena di Verona, James Conlon, Direttore Musicale di LA Opera, la soprano Sara Cortelezzis, Emanuele Amendola Direttore dell' IIC Los Angeles, la console Lorenza Errighi e Fabrizio Lanzafame di ENIT. In basso a sinistra, Cortellezzis e Magrì sul palco (Photos: Veronica Maffei) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO EVENTI

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