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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 15 AGOS TO 2013 Letto elastico Letto funerario. Bronzo della metà del VII sec. avanti Cristo. trovata a Cerveteri, nella Tomba Regolini Galassi. Costituito da sei piedi di bronzo a fusione cava, legati tra loro da un robusto telaio di barre di bronzo fuso, al quale sono fissate con ribattini una fitta serie di strisce in lamina che si intrecciano a formare un reticolato obliquo dalle ottime proprietà elastiche. La parte lavorata a sbalzo, osservabile sulla testiera a mo' di origliere, è stato con probabilità assemblato arbitrariamente nel corso del restauro ottocentesco, essendo verosimilmente riferibile alla biga rinvenuta nella stessa tomba. Il letto rappresenta un rarissimo esemplare integro di un tipo altrimenti prodotto in pietra nelle tombe coeve. Il letto fu trasportato su un carro funebre, provvisto di ruote con cerchioni in ferro, costruito appositamente. Dolce carezza Madonna dei denti. Proveniente dall'altare maggiore del piccolo oratorio di Santa Apollonia presso Mezzaratta, la tavola (firmata e datata 1345) è uno dei più noti dipinti di Vitale di Aimo de' Cavalli (o de Equis). Oggi si trova a Bologna nel Museo Civico Davia Bargellini. La galleria dei dipinti, uno dei rari esempi ancora integri di collezionismo storico cittadino, proveniente in gran parte dalla famiglia Bargellini, introduce con opere come la tavola della Madonna dei Denti, la Pietà di Simone dei Crocefissi e la Madonna con Bambino di Cristoforo da Bologna, alla grande stagione del Trecento bolognese che giocò un ruolo di primaria importanza nell'Europa tardomedievale. Ai piedi della Madonna, assisa in trono e affettuosamente accarezzata dal Bambino, compaiono le figure di due donatori raccolti in preghiera. Disperazione teatrale Madonna con Cristo morto. L'autore dell'olio su tela (post 1575 e ante 1599) è Pietro Maria Bagnatore ed è esposta nei Musei Civici di Arte e Storia, Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. Al centro dell'opera, in piedi e con le braccia aperte è la Madonna, che volge lo sguardo allo spettatore. Steso per terra ai suoi piedi su un lenzuolo è Gesù Cristo morto. Vicino sono la corona di spine e tre chiodi. A sinistra è la croce sotto la quale ci sono un teschio ed altre ossa. Il paesaggio sullo sfondo presenta a destra, in secondo piano, rocce con alberi; in basso una lapide interrata con iscrizione. Come pittore, povero di inventiva anche se ricco di mestiere, ha sicurezza di segno, corretto colore, la varietà talvolta audace nei partiti di lume e ombra lo fanno giungere a vera poesia. PAGINA 9 Respiro classico Natività di Maria. Opera di Luca Ferrati realizzata per la chiesa parrocchiale di Mantova. Nella sua pittura si possono riscontrare ascendenze naturalistiche emiliane combinate con il colorismo veneto. La sua attività pittorica si svolse nella nativa Emilia (contribuì alla decorazione pittorica della Basilica della Ghiara a Reggio Emilia dove realizzò le prime prove indipendenti) e, prevalentemente, a Padova e zone limitrofe. La Natività della Vergine, più chiaramente che la scena analoga con la Morte, mostra il pittore ormai in pieno possesso dei suoi mezzi espressivi, nella felice pienezza formale delle figure, di un respiro grandiosamente classico e nella composizione calibrata e ampliata in profondità. Nel gruppo di figure, queste sono cadenzate con un gusto naturalistico attento e preciso. Sinuosa odalisca Nuda. Olio su tela di Domenico Cantatore del 1966. Iniziò come decoratore di stanze poi iniziò a frequentare il gruppo di artisti legati al movimento artistico Corrente e nel 1930 tiene la sua prima personale alla Galleria d'arte moderna. Nel 1932 si trasferì a Parigi, dove conobbe gli impressionisti, Picasso, Modigliani e Matisse, la corrente dei fauves. Diventato famoso a livello europeo, nel 1940 gli fu assegnata, la cattedra di Figura presso l'Accademia di belle arti di Brera. Nel 1948 conobbe Morandi, dal quale assimilò il realismo. Nel 1956 fu in Spagna dove scoprì i colori caldi e luminosi. Da questo momento fino agli anni '80 si concentrò su paesaggi e figure umane: il protagonista indiscusso delle opere fu il Sud, con tramonti, paesaggi, uomini e donne, a volte vestite in nero, a volte sinuose odalische.