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GIOVEDÌ 11 LUGLIO 2024 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT N essuno - specie dopo aver fallito la qualifica- zione al secondo Mondiale consecutivo - si aspet- tava che l'Italia avrebbe potuto difendere con successo il titolo conquistato ad Euro 2020 (vitto- ria che, dopo questi continui fal- limenti, comincia ad assumere i contorni di un vero miracolo sportivo), ma era lecito aspettarsi un torneo di buon livello. L'obiettivo dei quarti di finale sembrava soddisfacente e credi- bile (al netto di un girone non semplice). Invece l'Europeo azzurro è stato un completo falli- mento, sia dal punto di vista dei risultati, sia da quello del gioco: l'Italia si è arenata agli ottavi di finale, dopo essere passata in svantaggio in tutte le partite disputate ed aver passato il primo turno solo all'ultimo minuto dell'ultima gara, grazie al miracoloso gol di Zaccagni contro la Croazia. Se si eccettua il primo tempo del match contro l'Albania - poi -, gli Azzurri sono stati sempre messi sotto - tecnicamente, tatticamente e soprattutto atleticamente - da tutti gli avversari: sia che si trat- tasse della 'super' Spagna, della 'vecchia' Croazia o dell'organiz- zata Svizzera. QUESTIONE DI UOMINI - Che questa Nazionale non fosse tra le pretendenti alla vittoria finale pareva evidente a partire dalla composizione della sua rosa. In questo momento - se si eccettua Donnarumma - non ci sono campioni assoluti che pos- sano vestire l'azzurro. Eppure questa Italia sembrava avere le risorse tecniche per disputare un buon torneo. Per fare qualche esempio: Scamacca, nella parte finale di stagione (e anche in Europa) è stato dominante; il 'blocco Inter' viene da stagioni importantissime, di costante cre- scita; Jorginho ha disputato una bella stagione in Premier. L'ottimismo era anche gene- rato dai buoni risultati che i nostri club, nelle ultime stagioni, stanno ottenendo a livello euro- peo: nelle loro fila militano numerosi stranieri, ma anche gli italiani sono stati protagonisti di questa 'riscossa'. Invece - Donnarumma a parte - tutti hanno pesantemente deluso e - al netto di una condizione atletica drammaticamente deficitaria - è sembrato mancassero mordente e personalità, quelle qualità che hanno spesso consentito all'Italia di colmare il divario anche con- tro gli avversari più blasonati. QUESTIONE DI CT - Il gruppo squadra non è esente da Alle radici del fallimento: squadra atleticamente giù, zero personalità, grinta, entusiasmo. Ma anche il Ct fa pensare effettuato carichi di lavoro per essere brillanti fino a maggio). Non ha convinto per nulla anche la gestione tattica della squadra: i 10 difensori - e le ulti- me amichevoli - lasciavano pre- sagire che l'Italia si sarebbe schierata a con un 3-4-2-1, inve- ce Spalletti ha più spesso optato per un 4-3-3 sfilacciato e con tanti interpreti fuori ruolo, non riuscendo a rinunciare alla pro- pria vocazione 'giochista' (una pretesa esagerata, visto il poco tempo a disposizione per lavora- re sul campo, che si ha quando si gestisce una Nazionale). I tanti cambiamenti di siste- ma, effettuati durante il torneo, non hanno certamente aiutato a trovare il bandolo della matassa, colpe, ma le responsabilità del Ct, in questo fallimento, sembra- no persino essere superiori. Già nelle convocazioni, Spalletti ha operato scelte discutibili: la chia- mata di Fagioli (fermo da un anno per squalifica) e le esclu- sioni - tra gli altri - di Orsolini, Bonaventura e Locatelli, così come la decisione di portare in Germania 10 difensori, hanno destato perplessità. È poi risulta- to palese come qualcosa sia andato storto nella preparazione atletica della squadra: l'Italia ha annaspato contro ogni avversario e il Ct, dopo l'eliminazione, ha dichiarato di aver pagato la pesantezza della stagione dei club (con i calciatori che sono stati spremuti e che avevano Mattia Zaccagni ha segnato il gol salvifico con la Croazia (Ph © Marco Iacobucci | Dreamstime.com) Il commissario tecnico della Nazionale Italiana Luciano Spalletti e il presidente della Figc Gabriele Gravina (Ph © Marco Iacobucci | Dreamstime.com) anche perché la squadra ha dimostrato di mancare assoluta- mente di personalità, priva come si è rivelata di veri leader. L'intera gestione del gruppo, operata dal Ct, non ha convinto: più tensione che sorrisi, più cupezza che entusiasmo. Questa Italia, da subito, è parsa schiac- ciata dalle responsabilità. QUALE FUTURO? Spalletti e il presidente Gravina, dopo il crollo con la Svizzera, sono finiti nel mirino della critica. Il Commissario tecnico ha chiesto più tempo e ha annunciato di dover compiere una rivoluzione del gruppo dei calciatori, lasciando intendere di aver inten- zione di rimanere alla guida della Nazionale. Il presidente STEFANO CARNEVALI federale ha rimandato ogni ver- detto alle elezioni di novembre (anticipate alla prima data possi- bile, visto che potevano essere indette fino a marzo). Essendo a scadenza, Gravina non è stato costretto a dimissioni immediate, preferendo 'giocarsela fino in fondo', per garantire una scelta interna al mondo del calcio e non frutto delle contingenze o dettata dalla politica (prosegue il 'gelo' con il ministro dello Sport Abodi). Le elezioni federali - visto l'appoggio diffuso di cui comun- que gode nei livelli inferiori del calcio - potrebbero rafforzare la posizione del presidente uscente, che si presenterebbe forte delle riforme varate - già tra febbraio e marzo - per dare risposte all'annunciata crisi del calcio ita- liano (tra queste le nuove regole del settore primavera, il potenzia- mento del sistema delle seconde squadre, i riconoscimenti econo- mici a favore di chi investe nei vivai). A completamento dei progetti di rilancio, nei giorni dopo il ko con la Svizzera, Gravina ha anche annunciato l'imminente creazione di una Commissione di raccordo tra club e Figc, in cui i principali dirigenti delle squadre di Serie A saranno chiamati a fare da tramite tra le società pri- vate e la Nazionale, sostenendo le esigenze di quest'ultima. È anche vero che Gravina potrebbe non presentarsi affatto alle ele- zioni, uscendo di scena dopo aver lasciato in dote al sistema calcio questi pesanti provvedi- menti e risultando comunque 'arbitro' del proprio destino.