L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-31-2024

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GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2024 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO L'eccidio nazista di Bassano del Grappa e il dovere della memoria storica lungo il Viale dei Martiri " La più sanguinosa azione militare antipartigiana che abbia avuto luogo durante i 20 mesi della guerra di liberazio- ne e la più grave disfatta militare della Resistenza e di tutta la sua storia". Così Sergio Luzzatto, storico e giornalista. Nell'autunno del '44 le sorti della II Guerra Mondiale erano ormai cambiate. Hitler aveva già compromesso gran parte del suo esercito in Russia e gli Stati Uniti erano entrati nel conflitto già da un pezzo. Le truppe naziste tenta- vano le ultime carte, seminando morte e distruzione nei modi più ignobili possibili. Da un anno ormai, l'Italia aveva firmato l'ar- mistizio e ora il nazifascismo era deciso a ripagare il Bel paese nel modo peggiore, in particolare contro tutto il movimento parti- giano e di liberazione. Dopo il brutale eccidio delle Fosse Ardeatine, adesso la scure si stava per abbattere nel modo più barbaro possibile nel vicentino, con la cosiddetta "Operazione Piave", mirata a stroncare le for- mazioni partigiane sul massiccio del Monte Grappa. Lì, il 26 set- tembre 1944, avvenne una delle peggiori pagine della storia belli- ca. Dopo le prime catture, proces- si sommari ed esecuzioni spesso precedute da torture, il vicebriga- diere delle SS, Karl Franz Tausch, già esperto in rastrella- menti antipartigiani, ebbe l'idea di affiggere manifesti prometten- do salva la vita a coloro che si fossero consegnati spontanea- mente, e addirittura un impiego lavorativo. La popolazione loca- civili, militari e religiose, e le associazioni partigiane, combat- tentistiche e d'arma. Tutti insie- me e uniti, "per essere depositari di ricordi, radici e valori da rin- novare nel loro futuro di cittadini liberi". L'eccidio di Bassano è una storia che non può e non dovrà mai essere dimenticata. In loro memoria, viale XX Settembre è stato chiamato Viale dei Martiri. Ciascun albero riporta il nome del condannato a morte con una targa, 31 alberi dove furono impiccate altrettante persone e lasciate lì, per mostrare quello che significava mettersi contro il nazismo. A guardare quell'orro- re, vennero portate di forza anche delle studentesse locali, per "imparare" chi è che comandava. Tra di loro c'era una giovane di nome Tina Anselmi (1927-2016) che sì, la imparò bene quella lezione. Così bene che di lì a poco divenne membro attivo della Resistenza come staffetta partigiana della brigata Cesare Battisti. Anni dopo, a guerra fini- ta, diventò Ministro del lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III, prima donna a ricoprire la carica di ministro della Repubblica Italiana. L'eccidio di Bassano è parte della memoria collettiva. A dispetto della disfatta finale dell'Asse però, i nazisti ritenuti responsabili dell'eccidio di Bassano non furono mai proces- sati dallo Stato Italiano: né Herbert Andorfer, tenente delle SS, processato in Germania per l'uccisione di circa 5000 ebrei nel campo di sterminio di Sajmište (Serbia) del quale era il comandante, né Karl Franz Tausch, noto come il "boia tede- sco". Oggi, guardare quegli alberi dove 31 giovani furono impiccati è qualcosa che toglie il fiato. Su Facebook c'è un ricordo davvero particolare, postato in occasione della recente comme- morazione. Dice così: "80 anni dal terribile eccidio di 31 parti- giani a Bassano del Grappa (poi insignita della Medaglia d'Oro al valor Militare per i meriti nella Guerra di Liberazione, ndr). In quel frangente nostro padre, 16enne, arrivò in bicicletta dalla bassa a trovare i parenti, la nostra famiglia infatti è bassanese. Ovviamente non sapeva. Pedalò nel totale silenzio a lato di quei morti lasciati volutamente appesi. Per tutta la vita, le poche volte che provò a parlare di quello che aveva visto, iniziava, e poi subito si fermava. Le lacrime agli occhi, incapace di raccontare quell'orro- re che per tutta la vita rimase fisso nel suo sguardo e nella sua mente" (A. De R.). Il Sacrario di Bassano del Grappa dedicato ai soldati caduti (Ph© Sebastiano Calanzone | Dreamstime.com) le, forse accecata o terrorizzata dalle possibili ritorsioni, prese per vera la fallace promessa, spingendo gli stessi a presentarsi. La realtà fu ben diversa: 31 gio- vani furono catturati, drogati e poi impiccati a un albero ciascu- no e lasciati lì, sulla strada. Utilizzando un unico lungo cavo tenuto in tensione da un camion, uno dopo l'altro (con le mani legate dietro la schiena e una targa sul petto con scritto "bri- ganti"), il mezzo avanzava impiccando un nuovo sventurato. Chi non moriva subito, veniva finito dai collaborazionisti italia- ni della Repubblica di Salò, il regime di Mussolini nato dopo l'armistizio di Cassibile, prose- guendo lo scempio umano con sputi e insulti sui corpi senza più vita. Un orrore inaudito. Un orrore che non sarebbe certo finito con l'eccidio di Bassano e l'operazione Piave, conclusasi il 29 settembre. Nei giorni successivi, tra la fine di settembre e i primi di ottobre, la brutalità nazista scatenò un altro abominio, questa volta ai danni della popolazione inerme di Marzabotto (Bo) e alcuni comuni limitrofi, dove furono sterminati oltre 1800 civili. Il 2 settembre 2025 saranno 80 dalla fine della II Guerra Mondiale eppure quel mondo così lontano, è ancora molto pre- sente nella memoria collettiva. Da una parte le generazioni degli anni Settanta-Ottanta che ha visto cadere il muro di Berlino e implodere la ex-Jugoslavia, con nelle orecchie i racconti dei nonni sui conflitti mondiali, dall'altra, i giovani contempora- nei che si trovano sotto esame e confronto costante tra neo-fasci- smi e ricordi degli orrori perpe- trati dal nazifascismo. E proprio i giovanissimi delle scuole bassa- nesi, sono stati i protagonisti della cerimonia di questo 26 set- tembre 2024, per celebrare gli 80 anni dall'Eccidio del Grappa e onorare i Caduti. Una cerimonia molto parteci- pata che ha visto oltre agli stu- denti, la presenza delle autorità LUCA FERRARI

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