L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-31-2024

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GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2024 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO S t o r i e d i g u e r r a i n t e m p o d i p a c e s u l l ' i s o l a d i Pellestrina e a Mestre, che ricorda la Madonna del Don V enezia, Seconda Guerra Mondiale. Le sorti del conflitto sembravano ormai scritte ma prima del defi- nitivo "cessate il fuoco", molto sangue fu ancora versato in Europa come in gran parte del pianeta. Il 13 settembre 1944 è una giornata apparentemente tranquilla sulla laguna di Venezia. La motonave Giudecca, con a bordo oltre 200 passeggeri, è diretta a Venezia. Neanche mezz'ora dopo, appena superata la fermata di Ca' Roman, viene mitragliata da tre velivoli alleati anglo-americani, a cui seguono un lancio di bombe e ulteriori incursioni aeree. Il bilancio alla fine è di 67 morti con superstiti che furono tratti in salvo grazie al pronto intervento dei residenti e della stessa flotta di navigazio- ne Acnil (oggi Actv). Un attacco inspiegato che, presumibilmente, nacque dalla errata convinzione che sull'im- barcazione ci fossero nemici. Sono passati 80 anni ma il ricor- do è ancora molto forte. Ogni anno Pellestrina rievoca l'accaduto con una cerimonia solenne e molto sentita, a cui partecipano cittadinanza e auto- rità locali. Sull'isola, un'opera in bronzo dello scultore Giuseppe Vio ricorda la tragedia mentre un'altra, ancor più evocativa, è posta su di un cippo in mezzo alla laguna. Insieme al Lido di Venezia, Pellestrina e le rispettive impo- nenti dighe dei murazzi in pietra d'Istria, rappresentano una bar- riera per proteggere l'antica Repubblica Marinara dal mare. Durante la recente acqua granda del 12 novembre 2019, prima che il sistema di difesa del Mose entrasse in funzione, fu una delle realtà lagunari ad aver subito la peggio. Mare da una parta, lagu- na dall'altra, Pellestrina si esten- de per 12 km, ed è facilmente raggiungibile da Caorle. Più complesso e lungo l'iter da Venezia, con battello, autobus e ferryboat. L'isoletta è suddivisa in più centri abitati. Partendo dall'estremità meridionale: San Pietro in Volta, Portosecco, Pellestrina paese, Ca' Roma e Santa Maria del Mare all'estre- mità settentrionale. Meno turistica rispetto ad altre isole, è capace di regalare scorci e panorami degni degli atolli tropicali, il tutto condito da un vivere popolare e autentico. E' un'isola dove c'è ancora molto da scoprire e dove una semplice passeggiata, si può tra- sformare in un'esperienza senso- riale degna di un viaggio impres- sionista. Sebbene le spiagge di cielo non ci sono aerei da com- battimento, tuttalpiù qualche pic- colo velivolo in fase di atterrag- gio nel vicino aeroporto Nicelli del Lido di Venezia. Progettato nel 1926 dall'ingegnere Renato Morandi, questo fu il più impor- tante scalo italiano durante gli anni Trenta, secondo solo all'Aeroporto del Littorio di Roma. E restando in tema belli- co, l'aeroporto del Lido vide il primo incontro tra il duce Benito Mussolini e il dittatore nazista Adolf Hitler, il 14 giugno 1934, agli albori dell'ecatombe di morte e orrore in cui l'Asse avrebbe presso scaraventato il mondo intero. L'isola di Pellestrina, il più meridionale e il più stretto dei litorali che dividono la laguna dal mare Adriatico (Ph courtesy Luca Ferrari) Pellestrina non siano note come quelle del Lido e non abbiano stabilimenti con capanne come i vari Des Bains ed Excelsior, è proprio il lato selvaggio e appar- tato dell'isola che attrae i resi- denti che possono usufruire di un'ampia porzione di battigia. Dalla pagina storica della II Guerra Mondiale passiamo a un'altra epopea bellica, questa volta ambientata non più tra le acque lagunari ma nel gelo del fronte russo, quando gli alpini iniziarono la ritirata. Dal 1966 il gruppo di Mestre della sezione di Venezia dell'Associazione Nazionale Alpini organizza la "Festa della Madonna del Don", la cui icona viene onorata nella chiesa dei Cappuccini in ricordo di tutti i caduti delle Campagne di Russia, richiamandosi, poi, nel tempo anche a un messaggio di pace ed ecumenismo. La storia affonda le radici proprio durante la campagna di Russia quando l'icona della Vergine Addolorata, con il cuore trafitto da sette spade, venne recuperata tra le macerie di un'a- bitazione di Belegorije. Dopo un periglioso viaggio, fu portata in Italia da un alpino in licenza, al quale era stata affidata da un frate cappuccino, il cappellano militare Narciso Crosara (insi- gnito di due Croci di Guerra al valor militare), che faceva parte di un reparto di alpini impegnato sul fronte russo. Oggi l'Italia e Venezia stanno vivendo un periodo di pace, non certo paragonabile all'orrore del secondo conflitto mondiale che dilaniò l'Europa e il mondo inte- ro. I veneziani passeggiano per piazza Ferretto e le tante aree verdi della città metropolitana. Anche i turisti che arrivano su Pellestrina, sanno che l'unico problema che potranno affronta- re, sarà la possibile coda all'im- barcadero e l'eventuale perdita di una corsa. Sono ben lontani i tempi funesti della guerra. In LUCA FERRARI Veduta aerea della laguna di Venezia, che si sviluppa su 118 isolette collegate da 435 ponti (Ph© Angelo Giampiccolo | Dreamstime.com)

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