L'Italo-Americano

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 12 DICEMBRE 2024 GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO PERSONAGGI 8 marzo 2019: data d a r i c o r d a r e , q u e s t a , p e r g l i abitanti di Taor- m i n a , c i t t à i n provincia di Messina, famosa nel mondo perché gode della vicinanza con l'affascinante Isola Bella che le si trova di fronte ma principalmente per il suo meraviglioso Tea- tro Antico posto davanti al mare, scrigno di rara bellezza e luogo di eventi di alto valo- re culturale e internazionale. M a l a d a t a i n q u e s t i o n e riguarda un altro tesoro di questa "perla dello Jonio" come viene definita Taormi- n a e c i o è i l s u o C a s t e l l o . Come ogni luogo da favola, non può mancare il sogno di una principessa, bella e infe- lice, prigioniera nella torre, in attesa di un cavaliere che la liberi. E così anche in que- sto sito, posto sulla costa orientale della Sicilia, a pochi chilometri dal vulcano Etna, grazie alla lungimiranza di Maurizio Scaglione, impren- ditore, giornalista ed editore nonché CEO(amministratore delegato) del Centomedia & l o d e s r l c h e o p e r a n e l campo Marketing territoriale e nella Gestione di Beni cul- turali e dei Servizi aggiuntivi per la Cultura e gestione di Eventi culturali, società tutta siciliana con sedi a Palermo, M e s s i n a e T a o r m i n a , i l Castello è tornato a vivere, a n c h e s e n o n c i s o n o p i ù principesse da salvare, ma beni culturali da difendere dall'incuria del tempo e del- l'abbandono. Infatti, avendo vinto la concessione per la valorizzazione del Castello, fortezza arabo-normanna d e l l ' X I s e c o l o , d a c i r c a trent'anni chiuso alle visite e nel totale abbandono in cui si trovava, in seguito a inter- v e n t i d i m a n u t e n z i o n e , messa in sicurezza e infine restauro, dopo trentacinque anni è stato restituito alla fruizione di chiunque volesse visitarlo. Così, da maggio 2024 è stato riaperto al pub- blico. Facciamo un po' di storia. Nel 403 a.C. i coloni greci sopravvissuti all'eccidio di Naxos decisero di trasferirsi sulle pendici del vicino colle che ricordava nelle sue forme un toro. Da qui nacque il n o m e T a u r o m e n i o n . L a prima costruzione fortificata risalente all'età bizantina, rappresentò per lungo tempo u n e f f i c a c e a v a m p o s t o d i difesa nei confronti degli a t t a c c h i d e g l i a r a b i . N o n mancarono ben tre invasioni da parte dei Saraceni tra il 964 e il 969 finché la cittadi- na capitolò fin quando non fu liberata dal Conte Rugge- r o . E q u a n d o n e l 1 0 7 9 i l c a s t e l l o f u a s s e d i a t o , p e r liberare Taormina, i Nor- manni operarono quello che o g g i s i c h i a m a e m b a r g o , b l o c c a n d o g l i a c c e s s i d a l mare chiudendo il porto e costruendo ventidue torri di legno intorno alla città. La fortezza, oggi definita Arabo Normanna, chiamata a n c h e C a s t e l l o d i M o n t e Tauro o Castello Saraceno, rappresentava- data la sua p o s i z i o n e - u n p u n t o d i osservazione strategico per il controllo delle vie di passag- gio da Catania a Messina e, d u r a n t e l ' e p o c a g r e c a e romana, costituiva l'acropoli della città ed era chiamata rocca del Tauro mentre la seconda acropoli era costitui- ta dal Castello di Mola che si trovava più in alto rispetto alla prima, che prese il nome di "castrum superius" e la seconda "castrum inferior". Fu nel 1134 che la città fu sottoposta al Monastero di San Salvatore della Placa presso Francavilla di Sicilia, mentre sotto il dominio di Federico II di Svevia, "stupor mundi" era soprannominato per le sue qualità politiche, militari e culturali, la fortez- za fu affidata a un nobile c a s t e l l a n o . N e l c o r s o d e i secoli subì le stesse sorti di altre città della Sicilia, pas- sando dagli Aragonesi agli Spagnoli. M a c o m e s i a r r i v a a l Castello che, poiché costruito t r a l ' X I e i l X I I s e c o l o i n pieno Medio Evo e risalente al periodo arabo normanno, è chiamato anche Saraceno? Partendo dalla incantevole c h i e s e t t a d e l l a M a d o n n a della Rocca si giunge, tramite una scalinata intagliata nella roccia, a un avancorpo con- trollato da un camminamen- to di ronda (camminamento rialzato celato dietro le parti merlate del castello) per poi giungere alla porta di ingres- s o . L a c h i e s e t t a d i S a n t a M a r i a d e l l a R o c c a è c o s ì chiamata perché fu costruita - intorno al 1640 per volere dell'Abate Francesco Raineri e l'appoggio dell'arcivescovo di Messina Geronimo Venero - utilizzando la conformazio- ne a grotta della roccia. Infat- ti parte del soffitto è costitui- to dalla roccia viva che viene chiamata "pietra di Taormi- na". Il Castello ha forma trape- zoidale e, adibito sin dalla sua costruzione a postazione di vedetta, vi si trova anche una torre. I muri esterni si a l z a n o t u t t ' o g g i p e r o l t r e quattro metri, quelli interni s o n o q u a s i t u t t i c r o l l a t i . Hanno resistito al tempo e all'incuria una cisterna per la raccolta di acqua piovana, un corridoio sotterraneo che era adibito a deposito di derrate alimentari e armi. Vi si può anche ammirare una scalina- ta a ventaglio che portava al mastio di Monte Venere. Si possono ancora ammirare e visitare due grotte, : l'arme- ria dei Saraceni e la grotta del Progioniero. Racconta la leggenda che la prima di que- ste servisse da deposito di a r m i e c h e , i n c a s o d i improvvisi attacchi nemici, agli uomini di guardia che si trovavano sulla torre venisse- ro distribuite le armi. Un'al- tra leggenda vede la grotta come rifugio e luogo di ripo- so per i soldati. Oggi, vi si trovano collocati due fantocci a grandezza naturale che raf- figurano un guerriero arabo e uno normanno completi di armature originali del tempo che rendono la visita ancor più emozionante. La seconda grotta, quella detta del Pri- gioniero, riporta a storie di d o l o r e , d i p e n i t e n z a e s i pensa fosse utilizzata per imprigionarvi i nemici cattu- rati. Questi vi rimanevano p e r g i o r n i , i n c a t e n a t i a l m u r o , i n a t t e s a d e l l o r o incerto e quanto mai terribile destino. Privare della libertà non era il solo scopo di quel- l a o r r i b i l e p r i g i o n i a m a anche quello di ritenere che alla fine si pentissero delle l o r o a z i o n i , d o p o a v e r a l u n g o r i f l e t t u t o i n a t t e s a della sorte che li attendeva. A n c h e i n q u e s t a s e c o n d a grotta si trova un manichino a rappresentare un uomo in catene. C o n t i n u a n d o l a n o s t r a visita troviamo il pozzo del- l'acqua del Castello di Taor- mina, necessario ristoro in caso di assedio. L'acqua pio- vana veniva convogliata nel pozzo e in altre cisterne che venivano coperte con volte a botte. Non manca il Pozzo della Morte, al centro del grande piazzale centrale; è profondo circa otto metri e contiene una camera sotter- ranea. Ancora una volta la leggenda ci racconta che i prigionieri, dopo essere stati torturati, vi venivano gettati ma un altro mito narra che fosse l'ultima dimora dei nemici più insidiosi che lì venivano lasciati a morire di stenti. Si narra che ancora oggi, i n c e r t e n o t t i , s i p o s s a n o udire i lamenti dei condan- nati e che il sotterraneo colle- gasse, attraverso un tunnel, il castello alla cittadina per assicurare una via di fuga in caso di necessità. Il tunnel non è stato trovato ma la leg- genda resiste. Credo che al di là delle credenze popolari un castello ci porti sempre verso un'aura d i m i s t e r o e c h e c i f a c c i a sognare e, alla fine del sogno, non si sia sicuri di averlo v i s i t a t o . M a i n q u e s t o d i Taormina non ci si può sba- gliare perché all'uscita, ter- minata la visita, una perga- mena che attesti la propria presenza con nome e cogno- me, viene omaggiata a cia- scun visitatore. Il Castello Antico di Taormina e la sua rinascita Antico cavaliere nelle segrete del castello (Photo courtesy of Maurizio Scaglione)

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