L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-9-2025

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33 GIOVEDÌ 9 GENNAIO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l dibattito sull'auten- t i c i t à d e l l a c u c i n a italiana è tornato di recente al centro del- l'attenzione, alimen- tato dai commenti di due storici, Alessandro Bar- bero e Alberto Grandi. La controversia è iniziata nel 2023, quando Alberto Grandi, professore di storia dell'alimentazione all'Uni- versità di Parma, è apparso in un articolo sul Financial Times, sostenendo che molti piatti italiani iconici sono stati creati o resi popolari all'estero, spesso da immi- g r a t i i t a l i a n i i n A m e r i c a . Forse conoscete il dibattito, dato che ne abbiamo parlato sulle nostre pagine circa un anno fa. Nella sua critica, Grandi afferma che piatti iconici come la carbonara o la pizza sono molto più gio- v a n i d i q u a n t o s i c r e d a e sono diventati "famosi" in tutto il Paese solo negli ulti- m i d e c e n n i . A d e s e m p i o , G r a n d i s u g g e r i s c e c h e l a carbonara si è probabil- mente sviluppata nell'Italia d e l s e c o n d o d o p o g u e r r a , quando i soldati americani introdussero il bacon come sostituto degli ingredienti tradizionali italiani. In effet- ti, la ricerca di Grandi indica che le ricette per la carbona- ra non sono apparse nei libri di cucina italiani fino alla metà del XX secolo. Sfidan- do ulteriormente l'ortodos- sia culinaria italiana, Grandi spiega anche che il parmi- giano del Wisconsin potreb- b e e s s e r e u n ' a l t e r n a t i v a accettabile al famoso Par- migiano-Reggiano, dato il suo sapore e i suoi processi di produzione simili; sostie- ne che la sacralità data agli ingredienti culinari italiani a volte trascura i sostituti di qualità sviluppati all'estero. Questa posizione ha attirato critiche significative da parte dei puristi del cibo italiano e delle organizzazioni agricole, tra cui Coldiretti, che hanno accusato Grandi di sminuire l'importanza culturale ed economica delle esportazio- ni alimentari italiane. Entra qui in scena Ales- sandro Barbero, un noto storico e personaggio dei media in Italia, che, solo una m a n c i a t a d i g i o r n i f a , h a scritto un'altra pagina della diatriba, suggerendo che la cucina italiana non è un'en- t i t à n a z i o n a l e c o e s a , m a piuttosto una serie di tra- dizioni regionali e che la c u c i n a i t a l o a m e r i c a n a p o t r e b b e e s s e r e l ' u n i c a "cucina italiana" unificata che abbiamo. Barbero sostie- ne che l'identità culinaria italiana è definita più dalla diversità che da una cucina singolare e unita. Ma ciò che è ancora più interessante è che egli pone la cucina ita- loamericana in prima linea rispetto a ciò che molti all'e- stero considerano "cibo ita- liano", una prospettiva che è diventata particolarmente rilevante poiché sempre più persone in Italia mettono in dubbio l'impatto degli adat- tamenti italoamericani sulla percezione globale della cul- tura italiana. Le intuizioni di Barbero sottolineano come, in effetti, il cibo italoamericano possa essere la cosa più vicina a una cucina italiana "naziona- le", almeno per le persone all'estero: sviluppata dagli immigrati che adattavano le ricette a nuovi ingredienti e gusti, la cucina italoamerica- na ha contribuito a plasmare la percezione internazionale del cibo italiano più di qual- siasi singola cucina regionale italiana. Piatti come gli spa- ghetti con le polpette, il pollo alla parmigiana e la pasta condita generosamente, che sono i capisaldi della cucina italoamericana, riflettono un'identità culinaria italiana adattata alle preferenze ame- ricane e, per Barbero, questi cibi sono il vero ponte culi- nario tra l'Italia e le altre cul- ture. Egli suggerisce inoltre che, a differenza della diver- sità regionale interna dell'I- talia, in cui i piatti della Sici- l i a , d e l l a T o s c a n a e d e l Piemonte si distinguono net- tamente, la cucina italoame- r i c a n a o f f r e u n ' i m m a g i n e unificata del cibo italiano all'estero. Mentre alcuni potrebbero considerare la cucina italoa- mericana come "inautenti- ca", Barbero la vede invece come un'evoluzione culi- naria unica che parla del- l'adattabilità delle tradizioni italiane ed è diventata un'e- sportazione di successo che ha consolidato l'influenza culturale dell'Italia a livello globale, creando un'identità alimentare italiana condivisa che non esiste all'interno dell'Italia stessa. A n c h e A l b e r t o G r a n d i , i s p i r a t o d a l l ' a t t e n z i o n e e dall'interesse suscitati dalla sua intervista con il Finan- c i a l T i m e s , è t o r n a t o d i recente sull'argomento, con la pubblicazione di un libro scritto in collaborazione con Daniele Soffiati, intitolato La Cucina Italiana non Esi- ste ("Italian Cuisine Does Not Exist"), pubblicato all'i- nizio di quest'anno. Il libro amplia molto il contenuto p r e s e n t a t o n e l l ' a r t i c o l o dell'anno scorso e delinea la storia dei piatti italiani in un m o d o c h e s f i d a l a l o r o autenticità percepita. Grandi e Soffiati sostengono che la forza della cucina italiana risieda nella sua adattabilità, sottolineando che ricette e ingredienti si siano evoluti in base a influenze esterne nel corso dei secoli. Anche l o r o a t t r i b u i s c o n o a g l i immigrati italiani negli Stati Uniti il merito di aver modi- ficato i piatti per adattarli agli ingredienti disponibili localmente e ai gusti ameri- cani, una scelta che ha avuto un impatto duraturo sulla percezione globale del cibo italiano. Questo adattamen- to ha portato Grandi a soste- nere che la cucina italiana, vista dall'estero, riguarda meno la tradizione e più un'interazione continua tra l'Italia e le culture delle comunità della diaspora ita- liana. Le opinioni di Barbero e G r a n d i r i f l e t t o n o u n a discussione più ampia sull'i- dentità e l'evoluzione della cucina italiana: l'affermazio- ne di Grandi secondo cui m o l t i p i a t t i i t a l i a n i s o n o costruzioni moderne o inno- vazioni italoamericane sfida le nozioni tradizionali di autenticità culinaria, mentre la sua affermazione che la candidatura dell'UNESCO per la cucina italiana "non regge", evidenzia la sua con- vinzione che il cibo italiano sia in continuo cambiamen- t o e s i a s t a t o f o r t e m e n t e influenzato dalle tendenze globali. Barbero, nel frattempo, fornisce un contrappunto evidenziando la diversità all'interno delle regioni ita- l i a n e , p u r r i c o n o s c e n d o l'impatto della cucina italoa- mericana sulle percezioni g l o b a l i . I n s i e m e , l e l o r o argomentazioni incoraggia- no una rivalutazione di cosa significhi "autentica" cucina italiana. Mentre il lavoro di Grandi richiede una com- prensione del cibo italiano come pratica flessibile e in e v o l u z i o n e p l a s m a t a d a influenze esterne, le opinio- ni di Barbero si concentrano sull'importanza delle iden- t i t à r e g i o n a l i d e l l ' I t a l i a come parte integrante del patrimonio culinario italia- no, insieme all'accettazione che la cucina italoamericana è, forse, ciò che la maggior p a r t e d e l l e p e r s o n e a l d i fuori del Belpaese considera "cibo italiano". L'autenticità della cucina italiana: cosa dice Alessandro Barbero? "Chicken parmesan," un piatto tipico della cucina italoamericana, considerata dallo storico Alessandro Barbero la "vera" cucina nazionale italiana (Photo: Igor Dutina/Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO

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