L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 9 GENNAIO 2025 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Mattarella agli italiani vicini e lontani: pace, rispetto, impegno e comunità nazionale E cco il discorso che tradi- zionalmente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato a reti unificate: "Questo nostro incontro tradi- zionale mi consente di rivolgere l'augurio più sincero a tutti voi, a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all'estero. Stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore. Ore in cui cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti. Nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie. Facciamo i nostri augu- ri e ne riceviamo. Non è soltanto un rito, è la dimostrazione della nostra natura più autentica, quel- la che ci chiama alla relazione con gli altri. Lo facciamo, dob- biamo farlo tanto più in quanto viviamo momenti difficili. Quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tra- gicamente le nostre coscienze. Nella notte di Natale si è dif- fusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell'Ucraina per costringere quella popolazio- ne civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tut- tora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disu- mane. Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite. Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l'Italia ha sempre perseguito, anche con l'importante momento quest'anno della presidenza del G7. La pace di cui l'Unione Europea è storica espressione. La pace che non significa sot- tomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità. Perché è giusto. E - se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente - perché è l'unica garanzia di una vera pace, evitan- do che vengano aggrediti altri Paesi d'Europa. Questo è, quindi, il primo augurio che tutti ci rivol- giamo. Che il nuovo anno porti vera pace ovunque. Interpreto, in queste ore, l'angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia. Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazio- ne. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell'Europa, in Medio Il presidente Sergio Mattarella nel discorso agli italiani (Quirinale.it) da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operato- ri, che meritano di essere soste- nuti. La fine dell'anno è anche tempo di bilancio. Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri. Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà. Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell'orrore per l'inac- cettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere prota- goniste. Ho fatto riferimento ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speran- za collettiva che insieme voglia- mo costruire. È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini. Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rasse- gnazione o indifferenza. Nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini si mani- festa un sentimento vivo, sempre attuale, dell'idea di Patria. Mi ha colpito, di recente, l'en- tusiasmo degli allievi della nostra Marina militare, su nave Trieste, all'avvio del loro servizio per l'Italia e per i suoi valori costitu- zionali. Come stanno facendo in questo momento tanti nostri mili- tari in diversi teatri operativi. A essi rinnovo la riconoscenza della Repubblica. Patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in con- dizioni difficili e talvolta rischio- se. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità socia- le e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si pre- para alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie. risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo. Si intrecciano, quindi, straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro. L'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto, come parola dell'anno, "rispetto".Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la col- laborazione, la solidarietà, ele- menti su cui poggia la nostra civiltà. Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. L'ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte. Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali - tutti - si posso- no e si devono prevenire. Rispetto della dignità di ogni per- sona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. L'alto numero di suicidi è indice di con- dizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osserva- re la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le con- dizioni di lavoro del personale penitenziario. I detenuti devono potere respirare un'aria diversa Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che ren- dono alla comunità. La notte di Natale Papa Francesco - cui invio auguri pieni di riconoscenza - ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza. Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell'anno che viene. Tocca a noi saperla tradurre in realtà. Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti? Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme. In questo periodo sem- bra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontana- re, di radicalizzare le contrappo- sizioni. Sono lacerate le pubbli- che opinioni. Faglie profonde attraversano le nostre società. La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti. La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall'aggressione della Russia all'Ucraina - che costringe anche noi a provvedere alla nostra dife- sa - ha toccato quest'anno la cifra record di 2.443 miliardi di dolla- ri. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambia- mento climatico, esigenza, que- sta, vitale per l'umanità. Una sconfortante sproporzione. Luci e ombre riguardano anche la nostra Italia. La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibi- lità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lun- ghe liste d'attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinuncia- no alle cure e alle medicine per- ché prive dei mezzi necessari. I dati dell'occupazione sono incoraggianti. Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazio- ne. L'export italiano registra dati positivi, e così il turismo. Segno che il Paese esercita una forza di attrazione, che va anche al di là delle sue bellezze naturali, delle sue città d'arte, della sua cultura. Con questo aspetto confortan- te stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all'estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati. Tra Nord e Sud c'è una disu- guale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell'abban- dono delle aree interne e monta- ne. Colmare queste distanze. Assicurare un'effettiva pienezza di diritti è il nostro compito. Il mutamento del clima incide decisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in Italia: ne abbiamo ripetute testimonianze. Le alluvioni non possono più essere considerate fatti straordi- nari. Sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiran- za, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure. Un'attenzione particolare richiede il fenomeno della vio- lenza. Tocca tutto il mondo ma diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragaz- zi. Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i gio- vanissimi. Comportamenti pur- troppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo faci- le, allo sballo. I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entu- siasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigen- ze, alle loro aspirazioni. La precarietà e l'incertezza che avvertono le giovani genera- zioni vanno affrontate con gran- de impegno anche perché vi CONTINUA A PAG 36

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