L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-23-2025

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29 GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L o scorso autun- no, l'artista Ste- f a n o C i o l e i l M u s e o I t a l o - Americano di San Francisco hanno col- l a b o r a t o a u n a m o s t r a unica intitolata "Into the L i g h t " , c h e c e l e b r a i l talento della famiglia Ciol. Il duo padre-figlio del Friuli Venezia Giulia, Elio e Stefano, ha realizzato una selezione di opere che met- t e v a n o i n r i s a l t o i l l o r o magistrale uso della luce e la comune passione per la composizione geometrica. L e l o r o f o t o g r a f i e s o n o caratterizzate da un perfet- t o e q u i l i b r i o d i l i n e e e angoli, che danno vita a opere visivamente sorpren- denti e altamente struttu- rate. Rinomato per l'uso ecce- zionale del bianco e nero, il lavoro di Elio è stato cele- brato in oltre cento mostre personali in tutto il mondo. Nella fotografia paesaggi- stica, ha curato una retro- s p e t t i v a c h e r i p e r c o r r e oltre sessant'anni della sua straordinaria carriera. La mostra presentava immagi- ni del paesaggio friulano, musa ispiratrice di tutta la vita; ritratti intimi di Pier P a o l o P a s o l i n i , c e l e b r e poeta e regista; e un sentito omaggio ad Assisi, città che ha un profondo significato personale per l'artista e che ha un legame speciale con S a n F r a n c e s c o . L ' a m p i o archivio fotografico di Elio raccoglie l'arte, l'architettu- ra e i siti archeologici ita- liani, con particolare atten- zione al ricco patrimonio culturale del territorio friu- lano. Q u a n t o a S t e f a n o , i suoi paesaggi si dispiegano come sogni, velati di luce, nebbia e neve. Il suo per- corso artistico è in conti- nua evoluzione, fonde tec- n i c h e t r a d i z i o n a l i c o n metodi innovativi per rag- g i u n g e r e u n a p e r f e t t a armonia tra la visione e l'immagine finale. Questa dedizione al suo mestiere si traduce in opere meravi- g l i o s e d a g u a r d a r e e p r o f o n d a m e n t e c o m m o - venti. A b b i a m o p a r l a t o c o n S t e f a n o C i o l m e n t r e l a m o s t r a a l M u s e o I t a l o - Americano stava per chiu- dere, e abbiamo scoperto di più sull'eredità della fami- g l i a , c o s ì c o m e s u i s u o i piani per il prossimo futu- ro. "Rappresento la terza generazione di fotografi nella mia famiglia, dopo m i o n o n n o e m i o p a d r e . L'attività fu avviata da mio nonno e suo fratello e, dopo la prima e la seconda guer- r a m o n d i a l e , c o n t i n u ò a funzionare. Nel mio caso, tuttavia, ho scelto libera- mente di continuare sulle orme di mio padre". Stefa- no è determinato a mante- nere un forte legame con la sua famiglia e l'arte, intro- ducendo allo stesso tempo un tocco di novità o qualco- s a c h e l a d i s t i n g u a , o m e g l i o a n c o r a , q u a l c o s a che sia simile ma diverso. "Cerco di portare avanti l'archivio ereditato da mio padre. Abbiamo avuto l'o- nore di fotografare Chagall, Giotto, Lorenzetti e abbia- m o l a v o r a t o a d e c i n e d i libri. Mio padre ne ha fir- mate più di 200, per questo cer chiamo di mantener e questa collezione digitale aggiornata per il futuro. Ci impegniamo a mostrare i dettagli sia nella mostra che n e i c a t a l o g h i . C i ò v a l e a n c h e p e r l a m o s t r a a l Museo, dove è stato condot- to uno studio approfondito s u c o m e c o m b i n a r e l e immagini sulle pareti, le dimensioni e la disposizio- ne delle opere". Cosa ritiene renda il suo lavoro più vicino a quello di suo padre e cosa lo renda diverso? Mio padre e io abbiamo stili fotografici distinti. Ciò che ci unisce, ed è il motivo per cui ho scelto la stessa carriera a 15 anni, è il desi- derio di creare immagini visivamente interessanti che richiamino l'attenzione. Questa passione mi ha ali- m e n t a t o n e l t e m p o . M a sono una persona introver- sa e riservata, il che signifi- ca che non mi piace foto- g r a f a r e l e p e r s o n e . M i o p a d r e , i n v e c e , è s e m p r e s t a t o a f f a s c i n a t o d a l l a ritrattistica e aderisce all'e- stetica neorealista. È q u e s t o u n o d e i motivi per cui i paesag- gi sono il suo soggetto preferito? La bellezza dei paesaggi è una cosa che adoro. Siamo al centro della creazione e di questa bellezza che ci è stata donata. Per catturare questi momenti, bisogna aprire gli occhi ed essere disposti a percepire la bel- lezza che ci circonda. Q u a l i s o n o i s u o i posti preferiti, quelli che la ispirano di più? La maggior parte delle m i e f o t o , i n p a r t i c o l a r e quelle esposte in mostra, sono state scattate nel mio tempo libero, nei fine setti- mana e durante i viaggi con la mia famiglia. Uno dei posti che amo di più e in cui ho trovato tutto il necessa- r i o p e r s c a t t a r e l a f o t o m i g l i o r e è l a V a l c e l l i n a , grazie alle sue montagne e al lago. Mi piace particolar- mente catturare il paesag- gio, soprattutto quando la terra è ricoperta di neve. La Valcellina si trova in Friuli V e n e z i a G i u l i a , a b r e v e distanza da Pordenone. Ma s o n o s e m p r e p r o n t o a cogliere occasioni per cat- turare momenti con la mia macchina fotografica, che si tratti di un viaggio in m a c c h i n a o d i q u a l s i a s i altra occasione che si pre- senti. D a l F r i u l i V e n e z i a Giulia a San Francisco: come è nato il legame? Con la famiglia Lodolo e il Fogolâr Furlan abbiamo p a r l a t o d i u n a p o s s i b i l e mostra sul territorio, dato i l l o r o f o r t e l e g a m e c o n esso. Quando abbiamo ini- ziato a discutere della sede, qualcuno ci ha proposto il Museo e noi eravamo entu- siasti dello spazio a dispo- sizione. Abbiamo ripensato la mostra per collegare i punti tra San Francisco, la regione Friuli Venezia Giu- lia, Assisi, Yosemite e la Toscana. Per quanto riguarda la macchina fotografica, Ste- f a n o C i o l è c o n s a p e v o l e della trasformazione in atto dall'analogico al digitale e dell'importanza di conver- tire tutto il lavoro analogi- co in un'esperienza digita- le. "Siamo stati in grado di sfruttare le nuove tecnolo- gie e di ottenere risultati che riflettono sia la bellezza delle immagini analogiche sia la qualità dei progressi tecnologici. Nel corso del tempo ci siamo adattati, m o d i f i c a n d o l ' u s o d e l l a carta, soprattutto per le immagini in bianco e nero. La fotografia è uno stru- mento importante e tutti noi scattiamo foto tramite i cellulari.Tuttavia, inevita- bilmente, la maggior parte di queste foto andrà persa. L a m o s t r a , i n v e c e , d à a tutti la possibilità di segui- re una narrazione attraver- so immagini stampate: "Le persone hanno bisogno di e s s e r e c a t t u r a t e d a l l e immagini per seguire la storia che c'è dietro la foto. È questo che fa la differen- za", ci racconta Stefano. "È come se i poeti leggessero poesie: di solito raccontano una storia da seguire. Una cosa è parlare tra amici, un'altra è leggere un libro sullo stesso argomento". Parlando del futuro, gli sforzi di Stefano sono ora concentrati nel portare la mostra fuori da San Fran- cisco e in giro per l'Ameri- c a . L e p r o s s i m e t a p p e potrebbero essere Dallas e Vancouver, con la speranza c h e l a m o s t r a r e s t i q u i ancora per un po', prima di tornare in Italia. "Elio e Stefano Ciol – I n t o t h e L i g h t " s a r à i n m o s t r a a l M u s e o I t a l o Americano fino al 2 feb- braio 2025. La mostra "Into the Light" di Elio e Stefano Ciol esplora la luce e la forma attraverso la fotografia "Terre Arse" (2019) di Stefano Ciol (Photo courtesy of Museo Italo Americano, San Francisco) LA COMUNITÀ DI SAN FRANCISCO

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