L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-3-2025

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www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GIOVEDÌ 3 APRILE 2025 SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI In difficoltà il modello produttivo tipicamente italiano basato sulla piccola impresa privata Torna in auge il ruolo guida delle Camere di Commercio (© Phokin Whansad | Dreamstime.com) (© Zagor | Dreamstime.com) rinnovabili 2025" - in cui è con- tenuto l'Osservatorio Aree Idonee e Regioni - con un'analisi puntuale sui ritardi dell'Italia, sui blocchi alle rinnovabili e sulla questione aree idonee. Obiettivo: inviare un chiaro appello ribadendo che i ritardi che sta accumulando l'Italia sul fronte rinnovabili sono inaccetta- bili, se si considera l'accelerazio- ne della crisi climatica nella Penisola (2.098 eventi meteo estremi dal 2015 a oggi, di cui 753 allagamenti e 522 danni da raffiche di vento e trombe d'aria, 1137 i comuni colpiti) e le man- cate occasioni di sviluppo, anche in termini occupazionali, per i territori. Servono diversi interventi strutturali che Legambiente rias- sume in 10 proposte a partire da tre caposaldi: lo snellimento degli iter autorizzativi; velociz- zazione dei progetti e revisione del Decreto Aree Idonee in modo da fornire una maggiore distin- zione tra fotovoltaico e agrivol- taico. I l modello di sviluppo italia- no, basato sulla piccola impresa diffusa è in diffi- coltà. Le piccole imprese, che rappresentano numericamente la grande maggioranza del nostro sistema produttivo (97,4%) e più della metà dell'occupazione pri- vata (53,8), tra hanno perso peso in termini di fatturato a vantag- gio delle medie e grandi aziende. È quanto emerso nel corso della Conferenza nazionale delle Camere di commercio "Verso il futuro", svolto a Brescia nel- l'ambito della fiera FuturaExpo. Nel 2012 le imprese con meno di 49 dipendenti produce- vano il 49% del fatturato mentre nel 2022 il valore era sceso al 42%. Dall'altra parte, le medie imprese pesavano per il 20% nel 2012 e per il 22% nel 2022, men- tre le grandi imprese sono passa- te dal 32% al 37% (dati Censis/Istat). Questa dinamica suggerisce che il Paese si trovi all'interno di un processo di spostamento della produzione di valore dalle impre- se più piccole a quelle più gran- di. In questo nuovo scenario aumenta l'importanza del ruolo delle Camere di commercio che hanno nella platea delle piccole imprese il proprio riferimento principale. "Le complessità di questa fase storica rischiano di penalizzare fortemente le Pmi del nostro Paese e richiedono perciò a tutte le istituzioni di moltiplicare gli sforzi", sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. "Registriamo da diversi anni la difficoltà di reperire le figure professionali più qualificate. Questo colpisce in misura mag- giore le imprese più piccole che fanno fatica ad attirare i talenti necessari. Inoltre, la tecnologia va veloce e per stare al passo occorrono investimenti crescenti che sono difficilmente sostenibili per le Pmi che non fanno parte di reti. Le Camere di commercio, che sono presenti su tutto il terri- torio nazionale, possono aiutare soprattutto le piccole imprese in questo momento di turbolenze internazionali". Censis e Fondazione Magna Carta, hanno presentato due diversi studi. Il Rapporto "La dimensione comunitaria delle Camere di commercio" indica due temi d'interesse per le Camere di commercio. In primo luogo, l'innovazione. L'obiettivo del Sistema camerale può essere rendere l'innovazione accessibile ed efficace per le piccole e medie imprese, permettendo loro di ottimizzare i processi e incre- mentare la produttività. Tra il 2012 e il 2020 gli investimenti in Ricerca e sviluppo sono cresciuti costantemente in rapporto al Pil sia per il totale dell'economia, sia per le imprese, aumentati entrambi dello 0,2%. Dalla pan- demia in poi, tuttavia, mentre quelli delle grandi imprese hanno continuato a crescere sino a superare i 10 miliardi nel 2022 (+8,8% tra il 2019 e il 2022), quelli delle piccole sono scesi a 1,6 miliardi nel 2022 (-41,4% tra il 2019 e il 2022), e le medie li hanno ridotti a 2,2 miliardi (- 27,9% tra il 2019 e il 2022). Il secondo aspetto riguarda il potenziale ruolo delle Camere di commercio come facilitatori nel- l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Rafforzare il ruolo delle Camere di Commercio nella gestione dei fondi pubblici, nella pianificazione degli investi- menti e nel sostegno all'interna- zionalizzazione delle imprese, rendendole un hub strategico per la crescita dei territori, l'attrazio- ne degli investimenti e la "dop- pia transizione" digitale ed eco- logica sono i principali obiettivi della ricerca. Lo studio propone un modello di governance fonda- to sulla sussidiarietà e sull'auto- nomia funzionale degli organi- smi camerali, per rafforzare il legame con le istituzioni europee e i mercati globali, rendendo il sistema economico italiano più dinamico e competitivo. Italia in ritardo sugli impianti rinnovabili ma la strada è in salita rispetto agli obiettivi del 2030 I talia bocciata rispetto al rag- giungimento dell'obiettivo al 2030 sullo sviluppo delle rin- novabili fissato dal Decreto Aree Idonee. Nonostante i risultati par- ziali e positivi di questi ultimi anni - con 17.717 Mw di rinno- vabili installati dal 2021 al 2024 con una media annuale di 4.429 MW l'anno - l'Italia rischia di non rispettare l'obiettivo degli 80.001 Mw di nuova potenza da installare entro il 2030 e di rag- giungere questo obiettivo nel 2038, impiegando 8 anni in più. Ad oggi la Penisola con 17.717 Mw ha raggiunto appena il 22% dell'obiettivo 2030, mancano all'appello 62.284 Mw da realiz- zare nei prossimi sei anni, pari a 10.380,6 Mw all'anno, ma la strada da percorre è tutta in salita, sia a livello nazionale sia a livel- lo regionale e comunale, anche a causa di decreti e leggi sbagliate, ritardi, ostacoli burocratici e opposizioni locali. A scattare questa fotografia è Legambiente, che ha presentato il nuovo report "Scacco matto alle

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