L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 17 APRILE 2025 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Se una bicicletta cambia la vita. Storia e Fondazione di Giuseppe Olmo, da campione di ciclismo a imprenditore U n a v i l l a d a f a v o l a s u i c o l l i d i T o s c a n a , u n f a m o s o c a m p i o n e d i c i c l i s m o d e g l i a n n i ' 3 0 , i l G r a n d u c a F e r d i n a n d o I d e ' Medici, vini di grandissima qua- lità e una fabbrica di biciclette. C h e c o s a h a n n o i n c o m u n e ? Sono gli elementi di una storia straordinaria di imprenditoria italiana che comincia con un ragazzino cresciuto in una fami- glia povera, che corre da solo in bicicletta sulle strade tra Celle L i g u r e e S a v o n a . U n g i o r n o incontra altri due ciclisti che vanno forte: Olivieri e il famoso Girardengo. Giuseppe Olmo, detto Gepin, si mette alle loro ruote e riesce a tenere il loro passo. A quel punto Olivieri, pure lui ligure, intuisce che quel ragazzino ha un destino nelle due ruote, va dalla sua mamma e le spiega che può diventare un campione migliorando l'alimen- tazione, aggiungendo la carne. La risposta è decisa: in fami- glia ci sono altri cinque fratelli e tutti devono mangiare allo stesso modo. Quindi non se ne parla proprio, al massimo potrà avere qualche uovo in più. Le uova bastano e a vent'anni Olmo è campione italiano e argento ai Mondiali dilettanti, a 21 oro a squadre alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932. Nello stesso anno diventa professionista e v i n c e l a M i l a n o T o r i n o . S e g u i r a n n o d u e M i l a n o S a n r e m o , 2 0 t a p p e d e l G i r o d'Italia, con un secondo posto finale, dietro a Gino Bartali, un Campionato Italiano, un secondo posto ai Mondiali a cronometro. Nel 1935 tenta il record dell'ora e lo centra al primo colpo. Un campione capace di peda- lare, dal 1924 al 1942, accanto ai grandissimi del ciclismo. Smette n e l ' 4 2 i n p i e n a g u e r r a e i l Gepin corridore lascia il posto al Giuseppe Olmo imprenditore. Già dal 1939 Giuseppe ha fondato la Olmo Cicli a Celle Ligure. Poi, mentre tutti con la guerra scappano dalle città, lui si t r a s f e r i s c e a M i l a n o c o n l a moglie e la figlia appena nata, per seguire un'altra strada: le gomme. Dopo la guerra va in Sudamerica per studiare la pro- duzione di caucciù. I tempi sono cambiati e dal caucciù si passa ai materiali sintetici e nel 1955 ecco i primi poliuretani e quello che nel frattempo è diventato il "Gruppo Olmo" sfrutta tutte le potenzialità del nuovo materiale, utilizzando tecnologie produttive all'avanguardia. Negli anni '60 l'azienda diventa il primo pro- duttore in Italia e uno dei più importanti in Europa. Giuseppe Olmo, promossa dalla famiglia Olmo con l'obiettivo di diffondere cultura, sostenere l'innovazione e valorizzare il patrimonio storico, artistico e ambientale. La Fondazione, rico- nosciuta come Ente del Terzo Settore, intende custodire e tra- mandare l'eredità di Giuseppe Olmo, ponendosi come un ponte tra passato e futuro, capace di coniugare tradizione e innova- z i o n e , c u l t u r a e i m p r e s a L a Fondazione si propone come p u n t o d i r i f e r i m e n t o p e r c h i crede nel valore della conoscen- za condivisa come strumento di crescita sociale ed economica. È un passaggio fondamenta- le per la famiglia Olmo che ha l'intento di valorizzare la storia dell'azienda e del fondatore, pro- muovendo iniziative culturali, sociali e di mecenatismo che ne rispecchino i principi e la visio- ne. Vuole creare un progetto tra le generazioni presenti e future della famiglia, attraverso attività di ricerca scientifica e storica, oltre a iniziative culturali, sociali e filantropiche. Un testimone affidato a ognuno dei membri della famiglia per continuare a valorizzare la storia iniziata da Giuseppe Olmo, oggi divenuta una grande eredità valoriale, industriale e culturale italiana. La sua attività si svilupperà in due specifiche aree tematiche: area dell'innovazione industriale e della cultura d'impresa e area dell'innovazione e della cultura del territorio. Ma Giuseppe non si ferma e si affaccia sul mondo del turi- smo, fra ville e vigneti. Negli anni Ottanta ecco l'ac- quisto della Tenuta di Artimino: u n a v i l l a m e d i c e a , u n b o r g o medievale, una distesa di vigneti e uliveti a pochi chilometri da Firenze. La villa era stata bom- bardata e doveva essere ristruttu- rata. Ci sono voluti più di 10 La villa medicea, patrimonio Unesco, costruita nel 1596 come riserva di Caccia del Granduca Ferdinando I de' Medici, proprio sulla stessa altura dove sorgeva l'abitato etrusco, oggi è trasfor- mata in un lussuoso ambiente per grandi eventi, luogo ricco di storia: Galileo Galilei era stato chiamato come precettore per il figlio di Ferdinando proprio in queste sale. Leonardo da Vinci aveva disegnato un girarrosto che si trova ancora nella cucina usata un tempo per la cacciagio- ne e ora per aperitivi e ricevi- menti. I vini prodotti nella tenuta sono espressione di questa storia e di questa terra. La produzione del Carmignano, la Docg più antica d'Italia, era tutelata già da Cosimo III de' Medici. Era l'uni- co vino a contenere una determi- nata percentuale di cabernet, vitigno che è arrivato in Toscana in epoca recente, ma in realtà era già presente nel Cinquecento, con il nome di "uva Francesca", p o r t a t o q u i d a l l a F r a n c i a d a Caterina de' Medici. Nella tenu- ta nascono anche Chianti, Vin Ruspo e Vin Santo. La tenuta è gestita oggi dalla terza generazione, Annabella Pascale, ad e marketing manager e Francesco Spotorno Olmo, pre- sidente. Purtroppo Giuseppe ha goduto poco la bellezza della tenuta, morendo nel '92 ma i valori che ha coltivato nella sua vita non sono perduti. Il 21 marzo è stata presentata ufficialmente la Fondazione anni di lavori per riportare allo splendore un gioiello in cui si incontrano secoli, millenni addi- rittura di storia. Artimino era abitata già in epoca etrusca: d a g l i s c a v i s o n o e m e r s e d u e tombe, che si possono visitare nel passeggiando tra i campi, con il loro corredo funebre, ora espo- sto in un piccolo museo, nel borgo. La villa medicea, patrimonio Unesco, costruita nel 1596 come riserva di caccia del Granduca Ferdinando I de' Medici (Ph courtesy Fondazione Olmo) FABRIZIO DEL BIMBO Ritratto storico di Giuseppe Olmo (Ph courtesy Fondazione Olmo)

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