Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1536421
GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2025 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Champions League fallimentare per l'Inter, travolto dal Psg in una finale senza storia. Inzaghi lascia e finisce un'era Simone Inzaghi lascia la panchina dell'Inter (Ph© Agenzia LiveMedia | Dreamstime.com) STEFANO CARNEVALI Il tecnico del Psg Luis Enrique (Ph© Fabio Diena | Dreamstime.com) S enza storia. Finisce 5-0, questo il pesantissimo pas- sivo (il peggiore di sempre n e l l e c o m p e t i z i o n i e u r o p e e ) d e l l a f i n a l e d i C h a m p i o n s League 2025: l'Inter, in una gara senza storia, è stata travolta dal Paris Saint-Germain e, nel modo più doloroso possibile, termina la stagione senza alzare alcun trofeo. SENZA RIFERIMENTI - La partita è stata una lezione di calcio che i 'ragazzini terribili' guidati da Luis Enrique hanno impartito a un'Inter che, improv- visamente, è parsa vecchia, stan- ca e disorganizzata. A nulla sono valse esperienza e alchimie tatti- che: a Monaco di Baviera si è vista una sola squadra in campo. I Nerazzurri, infatti, sono da subito parsi in balia di un avver- sario che ha messo in mostra, oltre a tanta qualità e rapidità, anche un enorme spirito di squa- dra e un ottimo piano-gara. Luis Enrique ha dimostrato di aver ben studiato l'Inter, dotando i suoi ragazzi di tutti gli strumenti necessari per mettere a nudo le fragilità nerazzurre. Difensivamente, il PSG si è cautelato con chiusure preventi- ve che hanno sempre impedito le proverbiali ripartenze interiste (Marquinhos stazionava stabil- mente sulla trequarti, agendo da primo filtro; Pacho restava in scia di Thuram, impedendo al Francese di attaccare la profon- dità; a turno uno dei centrocam- pisti si metteva sulle tracce di Lautaro, impedendo che l'argen- tino ricevesse palle 'pulite' o riuscisse a 'cucire il gioco' come è solito fare), ma è in fase offen- siva che i Transalpini hanno dato il meglio di sé: per scardi- n a r e i l ' b u n k e r ' n e r a z z u r r o , infatti, Luis Enrique ha scelto la via del movimento continuo dei suoi calciatori d'attacco. Gli incessanti scambi di posi- zione del tridente (a cui spesso si aggiungeva Fabian Ruiz, nel ruolo di rifinitore) hanno così mandato 'fuori giri' i difensori dell'Inter che, privati di ogni riferimento preciso, si sono tro- vati costretti a dover proteggere g l i s p a z i , i n c u i p e r ò i l o r o avversari si riversavano conti- nuamente e con grande coordi- n a z i o n e , r e n d e n d o i l r i d o t t o dinamismo di Acerbi e compa- gni ancora più evidente. SENZA SOLUZIONI - È vero: il calcio è strano e - come la maggior parte degli sport a basso punteggio - può essere deciso anche da un singolo epi- sodio, rendendo possibili anche risultati inaspettati. Però un'ana- lisi a mente fredda delle caratte- dall'inizio, ha infatti consentito al PSG di giocare sempre con estrema sicurezza. SENZA APPELLO - Il 5-0 finale è un risultato senza appel- lo (e sta persino stretto al PSG, che ha sprecato almeno 3 occa- sioni molto ghiotte con Barcola e Kvaratskhelia). Hakimi - dopo solo 12', sfruttando una azione fatta di tanti movimenti coordi- nati e di pochi tocchi - ha aperto le marcature. Poi è arrivata la doppietta di Doué - un gol in contropiede, uno scaturito da un'azione di pura verticalità - a c u i s o n o s e g u i t i i g o l d i K v a r a t s k h e l i a ( i m p r e n d i b i l e sulla sinistra) e del giovanissi- mo Mayulu (in mischia, durante i l c r o l l o f i n a l e d e l l ' I n t e r ) . L'Inter - sempre costretta a rin- correre gli avversari e incapace d i i n n e s c a r e l e d u e p u n t e , costantemente abbandonate e sé stesse - ha creato pochissimo (due tiri nello specchio, con le uniche 2 occasioni pericolose costruite da corner) e non ha mai dato la sensazione di poter rientrare in partita. S E N Z A F U T U R O ? - L a p e s a n t i s s i m a s c o n f i t t a d i Monaco - unita all'aver chiuso la stagione senza aver alzato a l c u n t r o f e o - p o n e p e s a n t i i n t e r r o g a t i v i s u l f u t u r o d e i Nerazzurri. La squadra (indica- tivamente con l'età media più elevata di questa Champions) sembra effettivamente 'a fine corsa' e l'addio di Inzaghi (che h a f i r m a t o p e r l ' A l H i l a l ) è parso inevitabile. Una rifonda- zione - che pure pare necessaria - potrebbe essere tutt'altro che facile (considerando che, nelle u l t i m e s t a g i o n i , M a r o t t a h a potuto operare sul mercato tes- serando quasi solo svincolati) e l'aver (quasi certamente) affida- to la panchina a Christian Chivu (allenatore giovane, con poca esperienza e, inevitabilmente, con poche pretese) potrebbe essere un ulteriore segnale di ridimensionamento. La garanzia resta sempre Marotta: solo un dirigente della sua esperienza e con la sua scaltrezza potrebbe riuscire a risollevare - in una sola estate - questa stanca Inter. ristiche di PSG ed Inter lasciava poche speranze ai Nerazzurri. Il calcio che ha fatto la fortu- n a d e l l ' I n t e r i n q u e s t a Champions - improntato su una difesa bassa, stretta e spesso a uomo, capace poi di favorire ripartenze immediate - difficil- mente sarebbe stato adottabile c o n t r o g l i u o m i n i d i L u i s Enrique: i parigini, 'epuratisi' delle tante stelle blasonate che hanno vestito la loro maglia, si sono trasformati in una vera squadra (in cui tutti giocano coralmente, tenendo ben presen- t e q u e l l o c h e f a n n o - o n o n fanno - i compagni), giovane (5 a n n i d i m e d i a i n m e n o dell'Inter), veloce ma anche tec- nica (Dembelé, Barcola, Doué, Kvaratskhelia sono il prototipo del calciatore moderno: fantasio- si, abili palla al piede, ma dotati anche di polmoni d'acciaio) e votata al sacrifico (qui, con ogni probabilità, sta il merito più grande di Luis Enrique: l'aver convinto tutto il gruppo a lottare su qualsiasi pallone, anche in fase di recupero). L'Inter, di fronte a un avversario con que- ste caratteristiche, si è presto scoperta senza soluzioni: il suo calcio abituale si è rivelato asso- lutamente inefficace. SENZA CUORE? - Contro un avversario superiore e più b r i l l a n t e , i l c a l c i o c o n s e n t e comunque di giocarsi la partita con le armi dell'organizzazione tattica e della grinta. Inzaghi, però, non è stato in grado di variare il proprio piano di gioco (nemmeno a gara in corso, anzi: i s u o i c a m b i h a n n o d e s t a t o parecchie perplessità) e i calcia- tori dell'Inter non sono riusciti a limitare gli avversari nemmeno sul piano dell'agonismo. Lautaro e compagni, infatti, hanno dispu- tato una partita 'senza cuore', come se - nonostante l'importan- za della posta in palio - non avessero abbastanza motivazioni per provare ad arginare la supe- riorità tecnico-tattica ed atletica dei Parigini. O forse, semplice- mente, non ce l'hanno fatta. Con q u e s t i p r e s u p p o s t i , a n c h e l a maggior esperienza del gruppo nerazzurro è risultata non aver alcun impatto sulla partita: la grande superiorità dimostrata sin