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GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2025 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Italia travolta in Norvegia. La crisi della Nazionale finisce con l'esonero del Ct Spalletti. E adesso chi lo sostituirà? STEFANO CARNEVALI I ngiustificabile. Era dal momento del ko nella doppia semifinale di Nations League contro la Germania (quando fu ufficiale che l'Italia sarebbe stata nel girone con Norvegia, Estonia, Moldavia e Israele) che si sapeva: la prima partita delle qualificazioni mondiali - il 6 giu- gno, ad Oslo contro la Norvegia - avrebbe avuto già i connotati di uno spareggio anticipato per il primato nel gruppo I (e vincere il gruppo è importantissimo, per- ché è l'unico modo per evitare i rischiosissimi playoff di spareg- gio). Nonostante le condizioni sfavorevoli - impegno in trasferta contro una Nazionale già nel pieno della competizione (la Norvegia, mentre noi giocavamo le fasi finali di Nations League, aveva già affrontato e battuto Moldavia e Israele), senza parti- colari defezioni (al contrario della falcidiata selezione azzurra) e più riposata (il blocco Inter dell'Italia, solo pochi giorni prima, era stato impegnato nella disastrosa finale di Champions League) - era lecito attendersi una squadra azzurra concentrata e determinata. La si attendeva in grado di far valere la propria esperienza e organizzazione con- tro un avversario pericoloso (molto fisico e con almeno tre individualità di assoluto livello) ma, nel complesso, non superiore agli Azzurri. Invece l'Italia ha disputato una gara terribile, in cui la Norvegia ha dominato dal primo all'ultimo minuto: l'ingiustifica- bile prestazione degli Azzurri ha portato a un pesantissimo 3-0 che rischia già di compromettere il nostro percorso di qualificazione diretta al Mondiale. INGUARDABILI - Contro la Norvegia l'Italia è stata inguardabile. L'approccio alla partita è stato completamente errato, con Haaland e compagni che, da subito, hanno potuto imporre il ritmo alla gara. Fisicamente, poi, non c'è stata storia: la Norvegia è squadra potente, ma l'atteggiamento (timoroso e scostante) dell'Italia ne ha esaltato la prestazione. In balia degli scandinavi, gli Azzurri hanno presto perso anche le distanze tra i reparti, esponendosi così, ad ogni palla persa, a sanguinose ripartenze. La Norvegia, poi, ha giocato con l'evidente consapevolezza di poter indirizzare la qualificazio- ne in soli 90', si è entusiasmata e, guidata dalle proprie stelle - Ødegaard su tutte -, è andata ben oltre i propri limiti. Gli uomini di Spalletti, non trovando alcuna contromisura, consapevoli comunque dell'importanza del match, si sono invece ulterior- mente impauriti. Il resto l'ha fatto l'ambiente, con la pioggia insistente a rendere ancor più drammatica la serata e con i 26mila dell'Ullevaal Stadion ad esaltarsi per i propri beniamini. Alla fine, il 3-0 è persino un risultato stretto per gli uomini di Solbakken. L'inseguimento ai Mondiali del 2026, così, si com- plica terribilmente: oltre a dover battere la Norvegia al ritorno, si dovrà puntare a sommergere di gol le altre - deboli - componenti presto state fugate, anche perché la Nazionale avrebbe giocato, solo 3 giorni dopo, contro la Moldavia. Invece il Ct ha comu- nicato di essere stato sollevato dall'incarico proprio nella confe- renza stampa di presentazione del match contro gli uomini di Clescenco. Un colpo di scena che, per la prima volta nella sto- ria, avrebbe portato l'Italia a disputare una partita ufficiale con in panchina un allenatore già licenziato. Spalletti - visibilmen- te commosso - ha ammesso che si sia trattato di un esonero vero disputate (11 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte), con 38 gol fatti e 29 subiti. Nominato come selezio- natore dopo le improvvise dimis- sioni di Mancini, l'allenatore toscano - reduce dall'impresa trionfale del terzo Scudetto par- tenopeo - rappresentava senza dubbio la scelta più prestigiosa che la Figc avrebbe potuto com- piere: il suo Napoli aveva domi- nato la Serie A, proponendo (anche in ambito europeo) un gioco convincente e spettacolare. La speranza, naturalmente, era che la magia si potesse ripetere dati, ridotte occasioni per prova- re uomini e schemi) e, nel disa- stroso Europeo di Germania (caratterizzato da prestazioni disastrose e da una cocente eli- minazione da parte della Svizzera), ne ha pagato il prezzo. La sua Italia non aveva un'i- dentità ed è sempre parsa 'sulle gambe'. Dopo la disfatta nella competizione continentale, il Ct ha provato ad aggiustare il tiro, riorganizzando il lavoro in nome di un maggior pragmatismo: basta con la volontà di creare un sistema di gioco creativo ed arti- colato e largo al 3-5-2 che - conosciuto e praticato da molti calciatori della Nazionale - avrebbe dovuto esaltare i nostri pregi e nascondere i nostri difet- ti. La parentesi nel girone di Nations League sembrava dare ragione al nuovo corso, con pre- stazioni convincenti e risultati di rilievo (soprattutto contro la Francia), ma si è trattato di un fuoco di paglia: le partite finali degli Azzurri hanno denunciato un'evidente flessione nel convin- cimento e nella fiducia, portando alla disfatta casalinga nell'ultima sfida casalinga contro la Francia che ci ha condannato ad affronta- re la Germania nei quarti di fina- le (in cui abbiamo fornito altre prestazioni-horror). Lì il mecca- nismo che stava ingranando, si è definitivamente inceppato. Poi c'è stato il crollo con la Norvegia. Quello che maggior- mente si può imputare a Spalletti è il non essere riuscito minima- mente a dare uno 'spirito' alla sua Nazionale: gli Azzurri gioca- no sempre in modo apatico - in un mix letale di apparente disin- teresse e timore - e, anche contro avversari di caratura inferiore, vengono sempre messi in diffi- coltà. Certo, questa condizione mentale non si è verificata solo con Spalletti al comando, ma l'allenatore toscano non è stato in grado di invertire la rotta. In più, durante la sua gestio- ne, ci sono state troppe tensioni tra i convocati e i convocabili che, con modalità diverse, hanno dimostrato di non condividere la gestione del Ct (si pensi ai 'casi' Acerbi, Mancini, Orsolini). E ADESSO? Mentre scrivia- mo, la Figcè impegnata in frene- tiche operazioni di casting. La scelta del nuovo selezionatore è complicata: difficile convincere un 'big' a calarsi in un'avventura che potrebbe essere già compro- messa, ma difficile anche potersi affidare a un emergente. Dopo il comprensibilissimo "no" di Ranieri, stanno circolando nomi meno 'in hype' (Pioli, Pirlo, Gattuso): segno di come la pan- china azzurra, per quanto presti- giosa, oggi risulti tutt'altro che appetibile. Si è rivelata fallimentare la panchina azzurra di Luciano Spalletti (Ph © Marco Iacobucci | Dreamstime.com) del Gruppo I (la differenza reti assoluta, infatti, è il primo crite- rio per dirimere un eventuale arrivo a pari punti). Ma la nostra Nazionale da quanto tempo non completa una vera 'goleada'? SPALLETTI OUT - Dopo la figuraccia di Oslo sono subito circolate voci circa il possibile esonero del Ct Spalletti ma sono e proprio ("non avevo intenzione di mollare"), ma ha anche preci- sato che lui e il presidente fede- rale Gravina si sono accordati per una risoluzione consensuale ("sono qui per servire la Patria e devo agevolare il percorso"). ANALISI DI UN FALLI- MENTO - I numeri della gestio- ne Spalletti dicono di 23 gare anche con la Nazionale, bisogno- sa di rilancio dopo il secondo fal- limento consecutivo nelle quali- ficazioni mondiali. La realtà, però, è stata molto differente. In avvio di incarico, Spalletti ha faticato tantissimo ad adeguarsi ai 'ritmi' da selezionatore (poche occasioni per lavorare con la squadra, allenamenti brevi e dira-