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GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2025 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 13 S e c ' è u n s u o n o carico di promes- s e , d i r e i c h e è q u e l p i a c e v o l e "pop" quando un tappo di sughero in letargo e n t r a a m a l i n c u o r e n e l mondo, stretto nella spirale di un cavatappi. Non smette m a i d i f a r m i s o r r i d e r e ! Un'annusata distratta prima di srotolarsi dal suo aguzzi- no, e il fedele custode del vino d'annata viene gettato via senza pensarci due volte. Avete mai provato curio- sità per quel piccolo ma pos- sente pezzo di sughero, a parte forse l'ammirazione del decoro impresso sul suo lato? C'è una storia meravigliosa, ricca di storia, pazienza e abi- lità artigianale dietro ognuno di questi pratici custodi del vino; la nostra versione inizia nell'aspra e splendida isola italiana della Sardegna. E ora abbiamo toccato il limite della foresta... Questa parte della foresta è costitui- ta da una massa ininterrotta di alberi da sughero primiti- vi di grandi dimensioni. La corteccia ruvida, la crescita stranamente spigolosa dei rami, ricoperti di licheni grigi in fantastici favi, e il folto fogliame verde oliva che quasi esclude la luce del cielo... (Rambles in the Islands of Corsica and Sardinia with N o t i c e s o f t h e i r H i s t o r y , A n t i q u i t i e s , a n d P r e s e n t Condition - Thomas Fore- ster, 1858) S e m b r a n o u s c i t i d a l l e pagine di un libro di fiabe, i querceti della Gallura, nella Sardegna nord-orientale, sono uno spettacolo da vede- r e . R o b u s t i e d a l l e f o r m e organiche, non ce ne sono due uguali, eppure sono tutti facilmente distinguibili come querce da sughero, la pos- sente e antica Quercus suber. Gli storici ritengono che que- sti alberi siano sopravvissuti all'era glaciale e potrebbero risalire a 10 milioni di anni fa. Le civiltà preromane usa- vano la corteccia di sughero per tappare vino e olio molto prima che l'enologia (lo s t u d i o d e i v i n i ) f o s s e d i moda. Nonostante il valore pratico, i boschi sono ancora il perfetto complemento al fascino mistico della Sarde- gna, regnando accanto ad a n t i c h i p a s c o l i , v i g n e t i e campi di fieno. La produzione di sughero è autoctona del bacino del Mediterraneo, inclusi Porto- gallo, Italia, Spagna e altri Paesi. La perfetta combina- zione di estati calde e aride e inverni miti e umidi, unita a un terreno poco fertile con un pH perfettamente bilan- ciato, si adatta bene alla resi- stente quercia da sughero. Mentre il Portogallo si vanta di essere il principale produt- tore di sughero, l'Italia ne fornisce circa 15.000 tonnel- late annue, di cui 12.000 provenienti da alberi sardi. Pittoresca, sì, ma anche a l t a m e n t e s o s t e n i b i l e , l a quercia da sughero è una delle colture più ecologiche al mondo. Gli alberi crescono spontaneamente dove hanno radicato, mai piantati appo- sitamente o confinati nei frutteti, e sono curati con cura da proprietari terrieri p r i v a t i . U n a q u e r c i a d a sughero deve raggiungere a l m e n o v e n t i c i n q u e a n n i prima di essere considerata pronta per la raccolta. Prima, l'albero può essere danneg- giato irreparabilmente. La prima raccolta, effettuata dallo scorzino, un abile rac- coglitore, viene sempre effet- tuata a mano con un'ascia chiamata piola. Questo è solo l'inizio di un processo molto lungo; la coltivazione del sughero non è per gli impazienti! Chiamata demaschiatu- ra, la raccolta vergine di un albero produce una lastra di s u g h e r o u n p o ' n o d o s a e grezza, chiamata sughero- ne, anche detto "maschio" per via della sua ruvidezza. Questo prepara la corteccia della quercia a produrre il s u g h e r o m i g l i o r e , d e t t o "femminile" per le sue pro- prietà lisce, elastiche e più raffinate. Come per un vino pregiato, non si può avere fretta; la seconda raccolta, per il sughero femminile, viene ritardata di almeno altri nove anni. La raccolta del sughero, sempre manuale, avviene durante i mesi più caldi del- l'estate. Mentre guidavo nel nord della Sardegna all'inizio dell'autunno, ho notato delle querce che erano state rac- colte di recente. La vista è s t a t a i n i z i a l m e n t e u n p o ' scioccante: che fine hanno fatto quegli alberi?! Dopo una breve ricerca, ho capito che queste possenti querce possono vivere 200 anni o più e rigenerare felicemente la loro corteccia utile per il raccolto del decennio succes- sivo. Naturalmente, manodo- pera qualificata e strumenti g i u s t i s o n o n e c e s s a r i p e r rimuovere correttamente il sughero senza causare danni. La maggior parte delle quer- ce da sughero può sostenere raccolti abbondanti da quin- dici a diciotto volte... ma solo ogni nove o dieci anni, bada- te bene. Dal secondo raccolto in poi, i produttori di sughero devono continuare a eserci- tare pazienza mentre guida- no la corteccia verso la sua for ma migl ior e. I fogl i di sughero estratto vengono accatastati all'aperto per sta- gionare e asciugare per un minimo di dodici mesi, oltre a favorire la curvatura natu- rale. Il passaggio successivo: la bollitura del sughero sta- gionato per rimuovere impu- rità e tannini, migliorare la flessibilità e appiattire ulte- riormente ogni tavola. Una volta asciutto, è il momento di selezionarlo e iniziare la produzione. Ma il sughero non è più solo per i tappi del vino! Mentre il sughero migliore è riservato ai tappi per vino di alta qualità, fogli meno per- fetti vengono lavorati per pavimenti, piastrelle, carta da parati, isolanti, prodotti per ufficio, articoli sportivi e come alternativa sostenibile alla pelle. Gli artigiani locali hanno capito da tempo che pensare fuori dagli schemi poteva contribuire a perpe- tuare la reputazione della Sardegna come produttore di sughero di qualità. Entrare in una bottega artigianale rivela un mondo di creatività... e utilità. Scarpe, borse, por- tafogli e abiti unici si trovano accanto a servizi da tè e piatti artisticamente intagliati, arti- coli di cancelleria, mobili, decorazioni e presepi tradi- zionali. Ma torniamo ai tappi da vino, forse il più romantico dei prodotti in sughero sardi. Il 60% della produzione di sughero viene utilizzata per q u e s t o s c o p o ; u n s i n g o l o sugherificio può sfornarne decine di migliaia in un solo g i o r n o . E s i s t o n o a n c o r a aziende più piccole e tradi- zionali, che impiegano meto- di secolari come la foratura a mano dei tappi e l'uso del naso per il controllo qualità. Il sughero migliore viene tagliato in tappi monoblocco e rifornisce gran parte della prestigiosa industria vinico- la: si pensi al Brunello, ai Super Tuscan, al Vino Nobile in Toscana, al Barbaresco e al Barolo in Piemonte, oltre alle superstar californiane. I vini che richiedono un invecchia- mento inferiore utilizzano tappi di qualità inferiore. I tappi colmatati, realizzati da un unico pezzo riempito con colla e polvere di sughe- ro, sono adatti per un invec- chiamento medio, mentre i vini giovani si sposano bene con tappi realizzati con "bri- ciole" di sughero incollate e legate con polvere di sughero e colla. Se vi trovate in Sardegna, prendetevi del tempo per apprezzare i doni della Quer- cus suber visitando il Museo d e l S u g h e r o , u n m u s e o ospitato in un ex monastero nella città di Calangianus, epicentro della produzione di sughero. Sull'isola si trovano diverse botteghe artigiane di alta qualità, ma se non ne avete una nelle vicinanze, nessun problema. In tutta l'i- sola, autentici souvenir sardi in sughero sono abbondanti quanto la pizza a Napoli. L a p r o s s i m a v o l t a c h e stappate il vostro vino prefe- rito, fermatevi un attimo ad ammirare quel piccolo tappo di sughero che ha una grande storia da raccontare. Stappare la Sardegna: tra tradizione e sughero GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Sughero appena raccolto (Photo: Murdock2013/Dreamstime); in basso a destra, una tradizionale maschera di sughero sarda (Photo: Marco Di Benedetto/Dreamstime)